condividi

Condividi

lunedì 7 febbraio 2011


Ho letto tutto d’un fiato l’ impietosa requisitoria di Marcello Veneziani sui voltafaccia e le contraddizioni di Fini, pubblicata oggi da “Il Giornale”. Non vi è nulla di nuovo, niente di particolarmente sconvogente: l’ex delfino di Almirante ci ha abituati da tempo a dichiarazioni filo-progressiste, contraddistinte nella sostanza – al di là delle precisazioni di rito – dal più becero laicismo anticattolico, buone per i centri sociali e per le Feste dell’Unità.
Eppure, la verità dell’articolo mi ha colpito nel profondo, mi ha lasciato di sasso, mi ha disturbato: come ha potuto Gianfranco Fini tradire così i valori predicati per tutta una vita e condivisi da milioni di elettori? Il tradimento, umano prima ancora che politico, grida vendetta al cospetto di coloro che lottarono prima di Fini, e di quanti oggi costituiscono la base e il cuore di una Destra che non intende scimmiottare i principi propagandati dalla sinistra.
La sensazione, netta e desolante, è che Fini in realtà punta a conquistare gli sporchi voti degli avversari di sempre pur di assurgere alla più alta carica istituzionale della Repubblica. Nel frattempo, però, con i suoi gesti francamente repellenti, con le sue prediche che fanno scattare solo gli applausi della sinistra, Fini sta facendo terra bruciata attorno a sè. Accanto a lui rimangono i fedelissimi, che ormai si possono contare sulle dita di una mano: il Ministro Ronchi, il deputato Granata, l’intellettuale Campi…
Perfino Gasparri può permettersi di abbandonarlo, e di criticarlo aspramente per le frasi – oggettivamente imperdonabili per un Presidente della Camera, che dovrebbe essere e apparire neutrale riguardo ad ogni legge in discussione in Parlamento – sul testamento biologico. Come se il Senato fosse al soldo della Chiesa! Come se i senatori del PDL fossero pagati per approvare leggi fascio-clericali e assolutiste!
Fini lascia dietro di se solo una sensazione di disgusto, di vuoto morale e umano. Non vi è traccia del politico combattivo, coerente ed onesto, quando necessario duro ed intransigente, che aveva suscitato grandi speranze e attese fra i sostenitori della destra conservatrice e moderata, una volta chiusa – giustamente – la stagione della nostalgia post-fascista con Fiuggi. Che vergogna, Fini. Guadagnati pure col tradimento il Quirinale, ma non credere che la destra italiana sia al tuo fianco. Sei solo, e tale rimarrà.
fonte "Il Giornale"

LE CONTRADDIZIONI PAZZESCHE DI QUEL POPULINO DI SINISTRA CHE VIVE DI IDEOLOGIE IPOCRITE DI LIBERTA’ .

Dopo aver partecipato da protagonista alla rivoluzione cubana, dopo aver spostato il movimento castrista e lo stesso Fidel Castro su posizioni vicine al comunismo, aveva abbandonato i suoi incarichi di governo e aveva cominciato una nuova impresa rivoluzionaria in Bolivia. Un tentativo disperato compiuto con un gruppo ristretto di seguaci senza alcun sostegno da parte di Cuba e del movimento comunista internazionale. Forse la ricerca di una morte gloriosa che ponesse fine alle sue contraddizioni di rivoluzionario davanti ai problemi del socialismo reale.
 “Dal capitolo " L'America Latina alla prova" pag. 608 dell'opera: "Il Libro Nero del Comunismo", 1998 Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Milano: … Un ragazzo non ancora ventenne, un guerrigliero della sua unità, rubò per fame un pezzo di pane ad un compagno. Senza processo o interrogatorio, Guevara lo fece legare ad un palo e giustiziare mediante fucilazione… Un treno carico d'armi viene intercettato e bloccato dalla sua unità armata, facendo prigionieri una cinquantina di soldati; in seguito a questa operazione, il dittatore Batista fugge sconfitto e Guevara fu nominato "procuratore" (boia) della prigione della CABANA.
La popolazione cubana era in festa, non sapevano che i successori di Batista avrebbero portato molto più morti e disperazione che la speranza di una vita migliore! L'ufficio in cui esercita Guevara, diventa teatro di torture e omicidi tra i più efferati. Secondo alcune stime, sarebbero stati uccisi oltre 20.000 persone, per lo più ex compagni d'armi che si rifiutavano di obbedire e che si conservavano, al contrario del "CHE", democratici e non violenti.
Nel 1960 il "pacifista" GUEVARA, istituisce un "campo di concentramento" sulla penisola di GUANAHA, dove trovarono la morte oltre 50.000 persone colpevoli soltanto di non condividere i suoi ideali di "PACE E FRATELLANZA"!!!
Ma non sarà il solo campo, altri ne sorgeranno come a Santiago di Las Vegas dove c'è il campo Arco Iris, nel sud'est dell'isola sorge il campo Nueva Vida, nella zona di Palos si istituisce il campo Capitolo, quest'ultimo è un campo speciale per bambini sotto i 10 anni!
Se una persona si era resa colpevole di reato a sfondo politico veniva arrestata insieme a tutta la famiglia. La maggior parte degli internati veniva lasciata con indosso le sole mutande, le celle non erano mai pulite, si lasciavano a marcire per anni nei propri escrementi in attesa di fucilazione o torture indicibili.
Successivamente gli fu conferito l'incarico di Ministro dell'Industria e presidente del BANCO NACIONAL, la Banca centrale di Cuba. Guevara non perde tempo a mettere in pratica il suo "modello sovietico".
Nel suo testamento, da buon allievo della scuola Maoista-Leninista del Terrore, scrive: "AMO L'ODIO, BISOGNA CREARE L'ODIO E L'INTOLLERANZA TRA GLI UOMINI, PERCHE' QUESTO RENDE GLI UOMINI FREDDI, SELETTIVI E LI TRASFORMA IN UNA PERFETTA MACCHINA PER UCCIDERE".
Guevara si adopera a diffondere sistematicamente la guerriglia in giro per il mondo, il suo motto: "Creare due, tre, mille Vietnam!"
Milioni di cubani si riversarono nella locale Ambasciata del Perù chiedendo asilo politico per la vita durissima imposta loro dal Regime Dittatoriale Comunista. Castro concesse a solo 125.000 persone il permesso di lasciare l'isola, permesso dato solo a chi conveniva a lui...
Fu concesso l'asilo politico agli internati dei manicomi criminali, ai peggiori individui, ai mutilati, ai delinquenti comuni, ai poveri senza fissa dimora, ai barboni, a gente che Castro non considerava esseri umani, a gente a cui diceva di interessarsi molto!
Castro approfittò della situazione per liberarsi definitivamente di questi rifiuti umani (diceva lui) scaricandoli alla tanto odiata America.
Oggi, tutto questo orrore continua indisturbato, prima con il "che" e ora con Fidel. Le torture, i campi di sterminio, le fughe in massa da CUBA, sono all'ordine del giorno!
A Cuba si giustiziano con la fucilazione persone indiziate di reato senza un regolare processo!
Ho visto immagine del 68 a Parigi e Roma con le bandiere di Mao, Stalin e la parola “libertà”. Ho visto bandiere e magliette di Ernesto Che Guevara in mano dei pacifisti italiani che bruciavano la bandiera degli USA. Solo adesso trovo scritte idee che io penso da molto ma sembrava tabu scrivere:
“ Dal '68 ad oggi proteste a senso unico…La Russia di Putin aggredisce la Georgia, il Dalai Lama denuncia massacri in Tibet, al Qaeda si fa risentire compiendo stragi in Algeria. La domanda sorge spontanea: ma i pacifisti, che nel 2003 hanno fatto strepitio per la guerra di Bush a Saddam, dove sono ora? In vacanza? Ma questo è un male antico che risale a quarant'anni fa, al ''mitico'' Sessantotto, quando si protestava contro il Vietnam ma illustri intellettuali simpatizzarono per i carri armati sovietici che martirizzarono Praga.

Dedicato a chi definisce e difende il comunismo e la sua indissolubile bandiera con falce e martello dietro una ideologia di libertà e uguaglianza.

Bisogna essere determinati nell'affrontare il passato sia nazista sia comunista. E' ben noto e documentato che le dittature comuniste sono responsabili per la morte di decine di milioni di civili innocenti, in numeri addirittura superiori a quelli delle dittature naziste". "Se nessuno dovrebbe cercare di sottostimare l'importanza di prendere le distanze dall'estremismo di destra, lo stesso codice morale dovrebbe essere applicato al comunismo, l'altra ideologia estremista dello scorso secolo”.
I regimi fascisti e para-fascisti in tutto il mondo hanno causato circa 35-40 milioni di morti (compresi gli ignoti), i regimi comunisti in tutto il mondo hanno causato circa 100 milioni di morti (compresi gli ignoti). Il 25 gennaio 2006 il Consiglio d'Europa stabilì la cifra di 94 milioni di morti circa di vittime nel nome della falce e martello più 6 milioni di ignoti. In molti stati simboli come la croce celtica, o saluti romani sono vietati dalla legge mentre simboli come  la falce e martello sono liberi di esse esposti ovunque. Perchè?
Per tutti quelli che quando vedono strade e piazze intitolate a personaggi come Stalin o Lenin o Mao inorridiscono e pensano che il comunismo nel mondo ha provocato 100 MILIONI DI VITTIME (fonti "libro nero del comunismo" e "il costo umano del comunismo") un dovere non dimenticare queste vittime!
I PAESI COMUNISTI SI SONO DIMOSTRATI MOLTO PIU' EFFICACI NELLA PRODUZIONE DI GULAG E CADAVERI CHE IN QUELLA DI GRANO E DI BENI DI CONSUMO, ANCORA OGGI QUALCUNO LO NEGA...QUESTE VITTIME INNOCENTI DEVONO ESSERE ONORATE!!
Sui lager comunisti (GULAG) sventolava il simbolo della falce e martello. Milioni e milioni di persone massacrate dal lavoro disumano o dalle fucilazioni a cui erano quotidianamente sottoposti per tutto il tempo della loro prigionia.. o se vogliamo essere più precisi.. per tutto il resto (breve) della loro vita. Quelli che sopravvivevano al lavoro o alla fucilazione morivano di fame o di ipotermia nei rigidi freddi sovietici. Si parla di 80 milioni di vittime.. cifre spaventose se rapportate alle vittime del nazismo (6 milioni). Le vittime del nazismo da ormai 60 anni sono ricordate una volta all’anno.. col giorno della memoria. Le vittime del comunismo sono state dimenticate (volontariamente) nell’oblio, e come se non bastasse, per i parenti di quelle vittime quel simbolo di morte e oppressione continua a sventolare... e nelle loro memorie suona come un insulto.
Dopo 70 anni di regime totalitario e un costo umano altissimo, in Urss si sono aperti gli archivi e qualcuno ha cominciato a cercare la verità sulla persecuzione comunista. Con enormi difficoltà, ostacoli, reticenze. L’esempio edificante di chi cerca di restituire almeno la memoria alle persone assassinate o scomparse .
Si è detto e scritto ormai dappertutto che dopo la caduta del Muro di Berlino e l'apertura degli archivi la storia del '900 ha finalmente incominciato a ricostruire molte zone d'ombra.
Ma forse non ci si rende pienamente conto di cosa voglia dire «apertura degli archivi», quanta determinazione e lavoro questo abbia comportato e ancora comporti. L'apertura degli archivi non è il semplice accedere a nuove fonti d'informazione: innanzitutto gli archivi, almeno nell'ex Unione Sovietica, sono stati aperti a spizzichi e bocconi, con resistenze, ripensamenti. E secondariamente, anche là dove c'è stato spirito di collaborazione da parte delle autorità, i ricercatori si sono trovati davanti una massa immane di fascicoli e documenti da far sembrare inutile ogni sforzo.
Comunque sia, tutte le acquisizioni degli ultimi anni non sono affiorate solo per la benevolenza del nuovo governo, ma sono state faticosamente strappate all'oblio, ricostruite pezzo dopo pezzo. Ci sono uomini e donne che a questo lavoro stanno dedicando la vita, le energie, ed è solo grazie alla loro dedizione che riemergono fatti nuovi, nomi, cifre, luoghi. Un esempio significativo è quello delle fosse comuni dove dagli anni '30 fino agli anni '50 sono state seppellite a mucchi le vittime delle fucilazioni. In russo non esiste neanche un termine sintetico per definirle, si dice semplicemente «luoghi di fucilazione e seppellimento di massa», alcuni studiosi occidentali li chiamano «campi di morte immediata»: sono luoghi dove non solo si seppelliva ma si fucilava direttamente, così che non stonerebbe il paragone con i campi di sterminio nazisti.
Ma a differenza di questi ultimi, quei campi sovietici sono un enorme buco nero della storia: nessun libro di testo ne ha mai parlato. La cosa ancora più impressionante è che addirittura gli stessi archivi tacciono, nessun documento, nessuna sentenza, nessun ordine di fucilazione né atto di esecuzione porta scritto il nome del luogo dove questa era avvenuta; non esistono neppure testimonianze dirette. Eppure, che dovessero esistere dei posti speciali dove venivano praticate le fucilazioni e i seppellimenti di massa era chiaro a chiunque avesse familiarità con i dati di quegli anni. Prendiamo ad esempio la città di Mosca; erano stati rinvenuti i luoghi dove tradizionalmente venivano «smaltiti» i cadaveri dei fucilati: il giardino dell'ospedale della Jauza (anni 1921-1928), i cimiteri urbani (1926-1936), il crematorio del monastero Donskoj (1935-1953). Ma le centinaia di vittime quotidiane degli anni '37-38 non potevano materialmente venire assorbite da questi luoghi (e infatti i registri locali non li documentano).

Spinto dall'opinione pubblica, l'ultimo governo sovietico nel 1991 aveva dunque disposto che il KGB ricercasse le fosse comuni delle repressioni politiche, era stata istituita una commissione speciale cui subito avevano chiesto di collaborare i volontari di varie associazioni private, come «Memorial». Così era riemerso dal non essere un aspetto della storia sovietica ancora più oscuro del Gulag. Una volta iniziato il lavoro, si era subito messo in luce un fatto incredibile, e cioè che l'ubicazione di questi luoghi, che negli anni staliniani doveva essere nota a molti funzionari degli organi repressivi, si era persa completamente; volutamente non era mai stata scritta su nessun documento e col passare delle generazioni era stata radicalmente cancellata dalla memoria, tanto che nel 1988-1990 nessuno all'interno del KGB aveva idea di dove fossero state fatte le fucilazioni. Un fatto ancora più strano era che negli anni '80 alcuni di questi «punti di morte immediata» erano ancora protetti con il filo spinato e tenuti sotto sorveglianza, ma evidentemente senza sapere il perché.
Ma ci sono volute le ricerche geofisiche, antropologiche e archeologiche commissionate dalle associazioni private per stabilire alcuni dati essenziali, ad esempio il numero e la collocazione delle fosse, difficili da individuare in un terreno molto vasto, accidentato e coperto di vegetazione. Gli scavi condotti nel '97 a Butovo (gli unici mai fatti metodicamente) hanno individuato 14 fosse della larghezza media di 5,5 metri e una lunghezza totale di 900 metri; la superficie totale di queste sepolture è di 5 mila metri quadrati. Secondo la dichiarazione ufficiale degli esperti dei Servizi Federali di sicurezza a Butovo si trovano presumibilmente 26 mila corpi, a Kommunarka 14 mila. Ma in base agli scavi dell'archeologo Michail Frolov le cose non stanno così: in uno scavo esplorativo di 12 metri quadrati sono stati rinvenuti 150 corpi; se la densità è costante, vuoi dire che a Butovo sono sepolte non meno di 60 mila persone.
Di questa lotta per la memoria potrebbe raccontare molti particolari una signora moscovita timida e riservata, Lidija Golovkova. Pittrice di professione, che si è trovata coinvolta senza volere in una storia di fucilati e fosse comuni da quando, alla fine degli anni '80, mentre vagava per la campagna fuori Mosca alla ricerca di qualche bel paesaggio.  Le sue ricerche continuano, instancabili, per lei ricostruire l'identità delle vittime è un atto di riparazione e di pietà. Ha insistito dieci anni perché la Lubjanka le concedesse i dossier e le foto dei prigionieri di Suchanovka. Delle migliaia di vittime di cui ha recuperato il nome e ricostruito gli ultimi giorni, ricorda ogni dettaglio, il volto innanzitutto, la professione, la vita familiare, le circostanze dell'arresto.
Racconta con grande commozione (ogni volta rinnovata) tutti i particolari che è riuscita a ricostruire sulla tecnica della fucilazione: i detenuti venivano caricati sul furgone cellulare (20 o 30, talvolta anche 50) come per un trasferimento comune, senza che sapessero nulla per evitare reazioni. Raggiunto il poligono di Butovo intorno alle 2 di notte, venivano fatti scendere e controllati in base alle istantanee fatte poco prima, poi rinchiusi in una baracca dove veniva loro letta la sentenza. A quel punto entrava in azione la «squadra speciale», non più di tre o quattro fucilieri, ufficiali, che prendevano i detenuti uno a uno, li portavano fuori con le mani legate, fino al bordo della fossa che era stata scavata durante il giorno, quindi sparavano alle spalle un solo colpo alla nuca.
Fra l'agosto del '37 e il novembre del '38 raramente si fucilavano meno di 100 persone al giorno, spesso erano 3/400; il 28 febbraio 1938 erano stati 562. Nelle mani di Lidija Golovkova oggi restano migliaia di foto segnaletiche; le maneggia col rispetto e la pietà che si riserva alle persone care. La cosa che più la tormenta è di non essere riuscita a strappare ai Servizi di sicurezza migliaia di altre foto (ognuna porta scritto sul retro il nome) che sono andate al macero.
Il 29 gennaio 1989 a Mosca è nata un'associazione storico-educativa chiamata «Memorial», con lo scopo preciso di recuperare e conservare - con tutti i rigori della ricerca storica - la memoria delle repressioni politiche e della battaglia per i diritti umani. Il primo presidente è stato l'accademico Andrej Sacharov, riconosciuta autorità del dissenso. Si autodefinisce un «movimento», che ha aperto decine di filiali in provincia, oltre che in Kazachstan, Lettonia, Georgia e Ucraina.
«Memorial» si è accollata un immane lavoro di vaglio degli archivi, creazione di data base delle vittime, di tutti i campi e luoghi di sterminio, dei carnefici, delle bibliografie tematiche. Ha aperto numerosi musei nei luoghi più significativi; si adopera perché nelle città russe compaiano lapidi e segni di memoria, come la pietra delle Solovki posta sulla piazza della Lubjanka. Grazie ai volontari di «Memorial», oggi i luoghi di sterminio in nome, della Falce e Martello, in nome dell’uguaglianza,  individuati sono più di 600.

Raffaele Varricchio  (da ilpensieroverde.blogspot.com )

Federalismo fiscale Cdm approva decreto dopo la bocciatura in Bicamerale.

"Il decreto sul federalismo dei comuni è stato approvato definitivamente". Lo ha annunciato Umberto Bossi, ministro per le Riforme per il Federalismo, a margine della riunione del Consiglio dei Ministri. "Finalmente - ha proseguito il leader del Carroccio - i comuni avranno le risorse senza andarle a chiedere col cappello in mano. I soldi resteranno sul territorio dove sono stati prodotti". "La Lega - ha concluso Bossi - mantiene le promesse e porta a casa un risultato concreto nell'interesse dei cittadini".
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sul fisco comunale nella versione su cui la commissione Bilancio del Senato ha espresso parere favorevole. E, dunque, con tutte le modifiche frutto del confronto in bicamerale e dell'intesa con l'Anci.
La decisione di convocare un Cdm straordinario era stata presa dopo che la Commissione bicamerale aveva boccato la riforma con un pareggio (15 a 15), per il voto contrario del finiano Baldassarri."Andiamo avanti, non preoccupatevi: riusciremo a governare", ha detto il premier Silvio Berlusconinel corso del Consiglio dei ministri.
"E' gravissima la decisione del Cdm di approvare un decreto bocciato dal parlamento: è un atto di rottura ingiustificabile". Così Francesco Boccia, deputato del Pd e componente della Bicamerale sul federalismo commenta le decisioni del Consiglio dei ministri. "La Lega non si lasci raggirare da un Pdl allo sbando e non accetti scorciatoie. Riaffermi il principio del dialogo come metodo per costruire e condividere il federalismo: il Pd ha dato prova di serietà e responsabilità. Non si renda complice di un nuovo fallimento, perché questi colpi di mano lasciano pensare che tutto finirà come è accaduto per la devolution".
La bocciatura del provvedimento in Bicamerale
Nonostante la bocciatura del parere sul fisco comunale "non penso si andrà al voto" anticipato, aveva detto Bossi al termine del vertice con il presidente del Consiglio a palazzo Grazioli, dopo la bocciatura in Commissione bicamerale del provvedimento sul federalismo fiscale. "Berlusconi vuole vedere come andranno le votazioni in Aula, è di lì che dobbiamo passare", aveva aggiunto Bossi.
E lo aveva ribadito il Cavaliere, secondo quanto riferito da alcuni presenti, nel corso del vertice di maggioranza a palazzo Grazioli: il patto con la Lega e' saldo, il governo va avanti.

SAVIANO GURU DELLA SINISTRA

Vedere lo scrittore Saviano, il quale si è arricchito "anche" con il denaro ricevuto dalla Mondadori, che è di proprietà del suo acerrimo nemico Berlusconi...vedere, dicevo, Saviano al Palasharp ergersi a santone o guru della sinistra, mi ha fatto una certa impressione. Il suo modo di parlare ha un qualcosa di inquietante e apocalittico. Ci si attende la fine del mondo da un momento all'altro; io quando lo vedo mi tocco le palle... Dovremo aspettarci di vederlo tra i candidati alle prossime elezioni. E' legittimo. Egli ci insegna qual è il male e quale il bene. Qual è la censura e quale la libertà di opinione. Lo scrittore campano, combattente per la libertà, come i vari Vauro (che firmò in difesa del pluriomicida Battisti) o Santoro o Travaglio, sostiene che nel nostro paese non ci sia libertà di espressione, ma dimentica che il nostro paese è così libero da permettergli di pronunciare i suoi sermoni contro il Governo tramite la TV di Stato. Chiunque in Italia può dire e scrivere ciò che pensa, anche troppo, secondo il mio parere. Solo un paio di decenni fa nessuno si sarebbe mai permesso di insultare un suo antagonista pubblicamente come avviene oggi in ogni talk show. L'Italia, grazie a Dio, e grazie a milioni di uomini, è un paese libero; è un paese libero a differenza di quanto lo siano state molte nazioni finite sotto la guida sovietica. Credo che nessuno Stato comunista abbia mai conosciuto la vera libertà, e nemmeno un Stato islamico. Quindi...Saviano, Umberto Eco, Travaglio, Santoro e i loro compagni di merende, riflettano prima di dire stronzate e falsità.
di Marco Chierici

sabato 5 febbraio 2011

E BRAVA LA TEP !

Parma, 05/01/11

Bravi! bravi! bravi!
Dopo la sparizione di 7 milioni di euro tutti si sono chiesti: “Come faranno questi poveri ragazzi della Tep a mettere a posto i conti?” Preoccupati ci siamo chiesti: “Ma come faranno!”. Invece voi dopo un paio di mesi ecco che sistemate tutto; un Brain-Storming veloce con teste fini, laureati, ingegneri, dirigenti, gente da 80.000 euro e più all’anno di stipendio, in pochi giorni avete sistemato tutto. Talmente geniali che speriamo ci scappi pure un aumento di stipendio.
Ma per l’idea di aumentare il costo del biglietto ed eliminare il biglietto argento gratuito per gli anziani, dite la verità, avete fatto tutto da soli o avete preso anche un paio di studi di consulenza esterna ? Vi ha aiutato anche il Comune con la sua dirigenza o vi ha sussurrato nell’orecchio la Provincia? Tutto da soli ..non ci credo.
Bravi, bravi, bravi; e pensare che chi prende l’autobus spesso non riesce a far tornare i conti, non sono come voi che in quattro e quattr’otto sistemate tutto.
Vorrei fare un monumento con tutti i vostri nomi e riportato a fianco il vostro misero stipendio in modo che tutti possano ammirare il vostro impegno e il vostro spirito di sacrificio: un esempio per tutti di come si fa a lavorare veramente, accantonare un po' di soldi per ……….(per fare che cosa non lo so visto che risolvete tutto così in fretta) alla faccia degli inetti che lavorano in fabbrica, degli artigiani che affondano nei problemi.
Il vostro sudore ci onora: speriamo che alla prossima tornata elettorale ci sia la possibilità di rendervi merito.
Bravi, bravi, bravi!

Dipartimento lavoro
Sezione di Parma della Lega Nord

AUMENTI TARIFFE AUTOBUS URBANI A PARMA

Parma 05/01/11


Gli aumenti erano stati decisi a fine 2010, congiuntamente da Comune e Provincia sulla base delle indicazioni della Regione, e alla fine sono arrivati. Scattano gli aumenti delle tariffe del trasporto pubblico urbano. A breve arriveranno anche gli aumenti per il trasporto extraurbano; potrebbero partire già da marzo. Ci dicono che gli aumenti sono giustificati in parte dal fatto che le tariffe erano ferme al 2006 (alcune addirittura al 2003) ma soprattutto a causa dei minori trasferimenti dello Stato alle Regioni in materia di trasporto pubblico. Con la scusa dei tagli si giustificano aumenti veramente immorali ed eccessivi per i cittadini. L’aspetto più odioso di questi rincari è l’aumento del biglietto fatto a bordo. 2 Euro! A Roma un biglietto per una corsa costa 1 euro con la possibilità di fare il biglietto sull'autobus sempre a 1 euro. Basta infatti inserire la moneta nella macchinetta ed ecco che per magia esce il biglietto non gravato dall'odiosa gabella come succede a Parma a chi è costretto, per mille motivi, a comprarlo sull'autobus. Perché nessuno ha il coraggio di dire che questo incremento dei costi è dovuto alla cattiva gestione delle società a capitale pubblico? Come sempre poi le cattive Amministrazioni aspettano che il tempo e le preoccupazioni giornaliere facciano dimenticare i soldi buttati al vento. Chi ricorda gli 8,5 milioni di Euro depositati da TEP nella Banca MB, istituto di credito milanese? Non c'è alcuna certezza sul fatto che TEP potrà effettivamente rientrare fra i clienti «fortunati» che si vedranno sbloccare i fondi: quindi, che si avvia a passi sempre più spediti verso la liquidazione coatta amministrativa. L'ex presidente della TEP Tiziano Mauro depositò il denaro nell'istituto che era in amministrazione straordinaria già da un anno e mezzo. Investimento che ha portato Mauro alle dimissioni e che ha visto coinvolto anche Andrea Costa all'epoca dei fatti consigliere di amministrazione in Banca Mb. In questi giorni si è parlato anche di “premi di risultato” di 30717 Euro per l’ex Presidente TEP Tiziano Mauro e per il vicepresidente Alessandro Fadda per il risultato di bilancio 2009. Con questi premi diventa ancora più immorale l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico. Secondo i dati della Provincia a Parma ci sono ancora 1400 persone che hanno perso il lavoro e sono in attesa di una ricollocazione per non parlare della disoccupazione giovanile. Perché l’opposizione anziché spaventare i cittadini per l’aumento delle tasse che dovrebbe provocare il Federalismo Fiscale non dice che il Federalismo sarà la Riforma per mezzo della quale chi ci ha amministrato male va a casa e sarà ineleggibile per 10 anni? La Lega Nord ha il dovere di dire che solo gli amministratori mediocri aumentano le tasse mentre quelli virtuosi e responsabili aiutano i cittadini. Basta con gli sprechi e basta fare sacrifici per colpa di chi non ne fa!

Dipartimento economico
Sezione di Parma della Lega Nord

venerdì 4 febbraio 2011

"Riflessioni Verde Speranza"

Ancora una volta l’onorevole Mauro Libè ha perso l’occasione per evitare una brutta figura. Pochi giorni fa, proprio dalle colonne di questo giornale, il deputato Udc ha infatti lanciato l’ennesimo atto di accusa contro il Governo e la Lega Nord, colpevoli a suo dire, di volere a tutti i costi la riforma federalista. Quella riforma che secondo Libè porterà meno soldi ai Comuni ma che, smentendolo categoricamente, porterebbe a Parma 117,3 milioni, vale a dire quasi 31 milioni in più rispetto a ora. Un risultato non da poco che a Libè non solo dà fastidio, forse perché in Aula ha votato contrario a un intervento che va favore della sua gente, ma che proprio lo irrita. Ed eccolo allora gridare allo scandalo della burocrazia che mette un freno allo sviluppo. Ma, viene da chiedersi, dove è stato Libè negli ultimi anni? Sulla luna? E’ forse lui l’unico a non essersi accorto che grazie al lavoro del ministro Roberto Calderoli la semplificazione normativa e la sburocratizzazione stanno avanzando veloci? Certo, molto resta da fare, ma è altrettanto vero che molto è stato fatto. E non si può pensare di cancellare in un solo attimo una serie di norme introdotte con il passare dei decenni che rimandano l’una all’altra in un rompicapo incredibile. Di fatto comunque, proprio grazie al lavoro del ministro Calderoli sono state tagliate 375mila leggi che permetteranno alle casse statali un risparmio di 800 milioni Anche quanto alle infrastrutture forse Libè è rimasto indietro. Evidentemente non deve essersi accorto del lavoro che il Governo sta facendo in questi anni e che ha visto il sottoscritto e la Lega giocare un ruolo di primo piano, ad esempio, per il finanziamento della Ti-Bre. Un intervento strategico che la nostra terra attendeva da tempo e che ora è giunto a realizzazione. Serve un’inversione di tendenza, dice Libè, ma invece serve la presa di coscienza che questo Paese ha bisogno di cambiare. Servono le riforme. Serve il coraggio di guardare la realtà e dire quello che non va. Non nascondersi dietro un dito portando avanti un’opposizione sterile e improduttiva che punta solo alla demonizzazione dell’avversario politico. Se poi a farlo sono proprio quelli che parlano di un nuovo polo chiedendo la “discesa in campo dei veri responsabili” l’amaro in bocca resta ancora più forte. Se di responsabilità di vuole parlare si smetta di dire sempre di “no” e si cominci a guardare alle reali esigenze del nostro Paese. Non come invece ha fatto Libè che al di là delle critiche non ha avanzato una sola proposta costruttiva.Quanto al Nuovo Polo che dovrebbe racchiudere Udc, Fli e Api non vorrei che come l’anno scorso abbiamo assistito alla moria di tante api dovuta all’abuso dei fitofarmaci nei campi, anche questa volta si assista alla nascita di una nuova entità con un destino già segnato: quello di scomparire in fretta. E se le premesse sono quelle prospettate da Libè più che di un inizio sembra che si stia già parlando di una fine.

Consiglio di Stato: la moschea è illegittima !!

Il giorno dopo la sentenza del Consiglio di stato che ha dichiarato illegale la procedura seguita dal Comune per la moschea è polemica a distanza fra il segretario comunale della Lega Nord Andrea Zorandi e l'assessore all'Urbanistica Francesco Manfredi, con il leghista che chiede le dimissioni dell'assessore, il quale replica che a Verona l'amministrazione leghista  ha seguito le stesse procedure. Il Comune, dal canto proprio, ribadisce, ancora per bocca di Manfredi e dell'assessore ai Servizi Lorenzo Lasagna che già dai prossimi giorni verranno attivate tutte le procedure necessarie per dare continuità legale all'attività del centro islamico, trasformandolo in luogo di culto.
Zorandi: «Manfredi si dimetta»
«Come pensiamo di far trionfare la legalità e la sicurezza quando amministratori e gruppuscoli di estremisti si fanno beffe delle leggi dello Stato italiano?»,  è l'inizio del comunicato di Zorandi che prosegue: «Come cittadini quale considerazione possiamo avere verso amministratori, per esempio l’assessore all’Urbanistica, che spacciano, e il termine non è scelto a caso, per logiche e lecite le scelte e le delibere volute e votate su tema della moschea? Scelte fatte solo per motivi elettorali essendosi spesi sul suo spostamento in campagna elettorale: ricordiamo che sia il Tar che il Consiglio di Stato hanno, senza mezzi termini, definito illegali e illegittime la delibera iniziale e tutte quelle consecutive. E qual è la decisione dell’assessore? Cambiamo le regole e i regolamenti che noi stessi abbiamo deliberato: perché io sono “il re” e decido io e voi sudditi pagate le spese. Ma non solo: pretende di incolpare di tutto questo le leggi approssimative; ma penso che l’assessore sia tenuto a conoscerle le leggi e prima di qualsiasi decisione chiederne eventuali delucidazioni esplicative e inoppugnabili: ma questo sarebbe contrario al senso di onnipotenza che lo pervade. Dato che per due anni ha costretto una intera comunità, quella islamica, a vivere nell’illegalità,  dovrebbe rassegnare le dimissioni dal ruolo pubblico che indegnamente ricopre».
di Andrea Zorandi (Segretario Lega Nord Parma)

giovedì 3 febbraio 2011

Ancora una volta Libè perde un'occasione per stare zitto !

Ancora una volta l’onorevole Mauro Libè ha perso l’occasione per evitare una brutta figura. Pochi giorni fa, proprio dalle colonne di questo giornale, il deputato Udc ha infatti lanciato l’ennesimo atto di accusa contro il Governo e la Lega Nord, colpevoli a suo dire, di volere a tutti i costi la riforma federalista. Quella riforma che secondo Libè porterà meno soldi ai Comuni ma che, smentendolo categoricamente, porterebbe a Parma 117,3 milioni, vale a dire quasi 31 milioni in più rispetto a ora. Un risultato non da poco che a Libè non solo dà fastidio, forse perché in Aula ha votato contrario a un intervento che va favore della sua gente, ma che proprio lo irrita.
Ed eccolo allora gridare allo scandalo della burocrazia che mette un freno allo sviluppo. Ma, viene da chiedersi, dove è stato Libè negli ultimi anni? Sulla luna? E’ forse lui l’unico a non essersi accorto che grazie al lavoro del ministro Roberto Calderoli la semplificazione normativa e la sburocratizzazione stanno avanzando veloci? Certo, molto resta da fare, ma è altrettanto vero che molto è stato fatto. E non si può pensare di cancellare in un solo attimo una serie di norme introdotte con il passare dei decenni che rimandano l’una all’altra in un rompicapo incredibile. Di fatto comunque, proprio grazie al lavoro del ministro Calderoli sono state tagliate 375mila leggi che permetteranno alle casse statali un risparmio di 800 milioni
Anche quanto alle infrastrutture forse Libè è rimasto indietro. Evidentemente non deve essersi accorto del lavoro che il Governo sta facendo in questi anni e che ha visto il sottoscritto e la Lega giocare un ruolo di primo piano, ad esempio, per il finanziamento della Ti-Bre. Un intervento strategico che la nostra terra attendeva da tempo e che ora è giunto a realizzazione.
Serve un’inversione di tendenza, dice Libè, ma invece serve la presa di coscienza che questo Paese ha bisogno di cambiare. Servono le riforme. Serve il coraggio di guardare la realtà e dire quello che non va. Non nascondersi dietro un dito portando avanti un’opposizione sterile e improduttiva che punta solo alla demonizzazione dell’avversario politico. Se poi a farlo sono proprio quelli che parlano di un nuovo polo chiedendo la “discesa in campo dei veri responsabili” l’amaro in bocca resta ancora più forte.
Se di responsabilità di vuole parlare si smetta di dire sempre di “no” e si cominci a guardare alle reali esigenze del nostro Paese. Non come invece ha fatto Libè che al di là delle critiche non ha avanzato una sola proposta costruttiva.
Quanto al Nuovo Polo che dovrebbe racchiudere Udc, Fli e Api non vorrei che come l’anno scorso abbiamo assistito alla moria di tante api dovuta all’abuso dei fitofarmaci nei campi, anche questa volta si assista alla nascita di una nuova entità con un destino già segnato: quello di scomparire in fretta. E se le premesse sono quelle prospettate da Libè più che di un inizio sembra che si stia già parlando di una fine.
On. Fabio Rainieri