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sabato 3 novembre 2012

Monti sbugiardato dalla Merkel



Monti sbugiardato dalla Merkel
"Servono cinque anni, o forse più, per uscire dalla crisi europea". Altro che la luce in fondo al tunnel che vede il nostro premier
La Merkel scopre le sue carte e di fatto sbugiarda il governo italiano: ma quale uscita dalla crisi da qui al 2013.  Sentite la Cancelliera: serviranno cinque anni "o anche di più" per uscire dalla crisi economica dell'eurozona. Lo ha affermato oggi il cancelliere tedesco Angela Merkel intervenendo ad un congresso del suo partito.
"Servirà un lungo impegno, di cinque anni o più" ha affermato la Merkel, secondo la quale bisogna continuare a portare avanti riforme strutturali per ripristinare la fiducia degli investitori e riattivare l'economia dell'eurozona. "Molti investitori non credono che in Europa si mantengano le promesse", ha detto il capo del governo tedesco. "Serve rigore per convincere il mondo che vale la pena investire in Europa".


L’Italia dei valori è un partito morto, finito. Lo è perché il certificato di morte lo ha stilato il suo stesso fondatore e presidente, Antonio Di Pietro.
Il quale ieri ha dato un’intervista al Fatto quotidiano per comunicare, come si usa, il necrologio. Queste le parole: «Mediaticamente siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio del sistema politico e finanziario. Porte sbarrate ovunque, siamo isolati.
"Fino a ieri non sapevo di essere proprietario di una cinquantina di case"

“Fino a ieri sera non sapevo di essere, addirittura, proprietario di una cinquantina di case“. Antonio Di Pietro continua la controffensiva contro  Report, la trasmissione di Raitre che domenica ha dedicato una puntata al patrimonio immobiliare dell’ex magistrato di Mani pulite e ai finanziamenti dell’Italia dei valori, dopo l’inchiesta che ha coinvolto il capogruppo in regione Lazio Vincenzo Maruccio.
Di Pietro ripropone sul proprio sito documenti e sentenze che, afferma, provano la correttezza del suo operato. E avverte che a quel consistente numero di immobili potrebbe arrivarci, “grazie ai risarcimenti di coloro che mi hanno diffamato e continuano a diffamarmi tutti i giorni.
Di Pietro promette ora di riportare in tribunale anche Elio Veltri, suo ex compagno di avventura politica, e l’avvocato Mario Di Domenico, che hanno ribadito le loro accuse nel programma REPORT.

LA DONAZIONE BORLETTI.
Il 22 maggio 1995 Di Pietro riceve una donazione da Maria Virginia Borletti, della famiglia produttrice di macchine da cucire, pari al 10% della sua quota di eredità, che Report stima in un valore di 954 milioni di lire. Il leader dell’Idv ammette l’uso “privato” di parte di quei fondi, anche per l’acquisto di case.
E lo giustifica col fatto che si trattava di una donazione alla sua persona, che avvenne “prima che io mi mettessi a fare politica” (diventerà ministro nel 1996 e senatore nel 1997, poi fonderà l’Italia dei valori nel 2000). In più dal punto di vista tecnico, continua Di Pietro, non si trattava di una donazione “modale“, cioè vincolata a uno specifico uso dei fondi. “Anche se io poi, per libera scelta, ne utilizzai buona parte proprio per avviare ed organizzare l’attività politica di IdV” 


giovedì 1 novembre 2012


BORGHEZIO : GIORNALISTI DETENUTI IN TURCHIA, UN RECORD MONDIALE! …

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L’On.Borghezio si riferisce allo studio americano condotto dal Cpj (Comitato per la Protezione dei Giornalisti) che sostiene che la Turchia detiene il record mondiale per il numero di giornalisti in carcere, più che in Cina o in Iran e che nei 76 casi di  giornalisti detenuti in Turchia al 1 agosto 2012, almeno 61 erano detenuti per ragioni collegate con quanto da loro scritto o per le loro attività di raccolta di informazioni, nonché che più dei tre quarti dei cronisti in carcere sono in detenzione preventiva, a volte da anni. In Turchia, inoltre, a fine 2011 erano aperte 5mila cause penali contro giornalisti.
Per tali motivi, l’On. Borghezio ha presentato alla Commissione Europea un’interrogazione scritta sollevando le discrepanze che invece risultano dal documento ufficiale della Commissione stessa “Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 20012-2013″ (COM(2012)600), con il quale la Commissione afferma che “per quanto riguarda la libertà di espressione, dopo l’adozione del terzo pacchetto di riforme giudiziarie un certo numero di giornalisti è stato rilasciato in attesa di processo, le restrizioni imposte ai media per quanto riguarda i servizi sulle indagini criminali sono state rese meno rigorose e il sequestro delle opere scritte prima della pubblicazione è stato vietato“.
L’On.Borghezio pone le seguenti domande:
1) La Commissione, al netto delle sue preoccupazioni più volte ribadite, come intende in pratica porre fine a questa situazione?
2) La Commissione è in grado di fornire il numero esatto e reale dei giornalisti detenuti e quanti rilasciati in attesa di processo?
3) La Commissione non ritiene che questa situazione debba, necessariamente e nel rispetto dei diritti fondamentali, congelare le procedure di adesione all’UE della Turchia?”.

“A parte ogni considerazione sul caso Sallusti, la notizia che la Turchia ha il record mondiale dei giornalisti detenuti, dovrebbe farci ben capire quale possa essere lo scenario futuro di un’Europa in salsa turca”.