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sabato 8 ottobre 2011

De Magistris....incontenibile al telefono......con il Pm che lo accusa !!

Un fitto scambio di telefonate e di sms tra l'attuale sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il pm di Catanzaro Gabriella Nuzzi. Per la precisione: 517 telefonate e 129 sms. Un semplice rapporto tra colleghi? Forse.  Ma quelle conversazioni appaiono quanto meno inopportune considerato che il Pm salernitano Nuzzi indagava su De Magistris sia come parte lesa per le denunce sul "complotto catanzarese" presentate dallo stesso Giggino che come indagato per le presunte irregolarità nelle inchieste Why Not e Poseidone. Che cosa dovevano dirsi Giggino e Gabriella?

 

Qualcuno dice che tra i due fosse nata un'amicizia indipendente dalle questioni di lavoro, ma a maggior ragione questo scambio intenso di comunicazione appare del tutto fuori luogo considerato che la Nuzzi seppur amica, era titolare del fascicolo intestato a De Magistris. La procura competente a decidere su questo scambio fitto di telefonate e messggi era quella di Perugia che ha archiviato tutto, ritenendo che non fosse necessario approfondire. Ma non serve una laurea in giurisprudenza per rendersi conto che non è conveniente essere amico del pm che sta indagando su di te...

martedì 4 ottobre 2011

Il problema non é la legge elettorale !! .


La sinistra, appiattita sull’antiberlusconismo coatto, strilla in continuazione denunciando l’azione della Maggioranza su temi(intercettazioni, riforma giustizia, separazione delle carriere dei magistrati, ricondurre i magistrati nel loro alveo naturale senza invasioni di campo in politica) a suo dire, di non interesse per la nazione.
A me sembra che sia invece il referendum sulla legge elettorale a corrispondere a tale inutilità, anzi dannosità.
Le intercettazioni e la mala giustizia sono un danno per l’Italia(multata ripetutamente per gli errori e i ritardie per gli Italianiche non hanno un soggetto terzo cui affidarsi con fiducia per risolvere contrasti ed avere giustizia.
Ma la legge elettorale, per quanto determinante nella formazione e composizione del parlamento, è poco significativa per l’Italia e gli Italiani.
Tanto più che la legge attuale è una buona legge che, rispettando caratteristiche naturali del nostro Popolo, garantisce alcuni paletti che salterebbero con il referendum.
1 – Governabilità
Il premio di maggioranza concesso alla coalizione che ottiene anche un solo voto in più di un’altra, è una buona garanzia contro i governi semestrali tipici della prima repubblica che tanto danno, soprattutto per le spese clientelari disposte pur di restare a galla, ci hanno provocato e che oggi dobbiamo pagare.
Certo, si dovrebbe garantire il Premier contro i ribaltoni, vincolando gli eletti al mandato degli elettori e, quindi, facendoli decadere ove cambiassero partito per saltare il fosso tra maggioranza e opposizione.
Certo, ancora, bisognerebbe superare il veto allora apposto da Ciampi ed estendere il premio di maggioranza anche al senato e a livello nazionale.
2 – Coalizione
L’Italiano è per natura individualista.
Due italiani che si incontrano formano due partiti.
Ma tre italiani che si incontrano danno vita, pur restando ognuno della propria idea, ad una coalizione.
Così la legge elettorale vigente consente la governabilità grazie al premio di maggioranza, ma anche la massima libertà di associazione che si trasforma nel salvaguardare le identità ideali grazie al sistema della coalizione cui viene attribuito il premio.
3 – Preferenze
La sinistra ha mosso una gran caciara sulle preferenze, brandendole come lo strumento per far decidere agli elettori chi eleggere.
Ma chi mette in lista i candidati ?
La nomenklatura dei partiti.
Negli anni settanta – ottanta mi ricordo il caso di parlamentari eletti con valanghe di voti, sempre a rischio di esclusione dalle liste successive perché invisi alla burocrazia di partito (penso ad esempio ai democristiani De Carolis e Rossi di Montelera) oppure catapultati in circoscrizioni ostili.
E che dire del sistema delle preferenze per controllare l’espressione del voto ?
Soprattutto in zone infestate dalla criminalità organizzata coloro che più berciano di antimafia, con le preferenze aiuterebbero la mafia a controllare i voti come accadeva una volta quando bastava cambiare la combinazione dei voti per verificare se chi aveva promesso, manteneva e quanto “contava” in quella determinata zona.
Certo, sarebbe bello poter eleggere per scelta diretta, ma questo può accadere solo se si dividesse l’Italia in tante piccole circoscrizioni, dove chiunque potesse candidarsi senza tante pastoie burocratiche (comitati per i finanziamenti, raccolta di firme, termini di presentazione, di ricorsi etc.).
Alla fine della storia, chi vuole il referendum tenta di restituire alle nomenklature dei partiti il controllo sugli eletti, per evitare il ripetersi di un “fenomeno Berlusconi”, esattamente come con la costituzione del 1948 si tolse al governo e al suo presidente ogni potere per evitare il ripetersi del ”fenomeno Mussolini,regalandoci, facendo così prevalere la paura sul buon senso: ingovernabilità, governi della durata di sei mesi, debito a 1900 miliardi di euro che corrispondono all’incirca a 3.800.000 di miliardi di lire.
Sono certo che tutto questo i coatti dell’antiberlusconismo che sono accorsi a firmare non solo non l’hanno valutato, ma rifiuterebbero anche di considerarlo, essendo così schiumanti verso il loro obiettivo che è unicamente quello di eliminare il Premier, indipendentemente dalle nefaste conseguenze.
Ma noi che sappiamo ragionare, dobbiamo farlo anche per loro eopporci al ritorno al passato, operando semmai per ilmiglioramento di una legge già buona che consente governabilità, pluralismo e segretezza del voto.
Ma vi sono altri interventi, in campo economico e sulla giustizia, che hanno la precedenza, come giustamente osserva il Premier.

fonte blog "blacknights"

Notizie dal Governo.


Premi e sanzioni con il federalismo fiscale

Pagina pubblicata il 28 luglio 2011. Ultimo aggiornamento: 23 settembre 2011

Completato l'iter di approvazione del decreto

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 settembre 2011 l'ottavo e ultimo decreto attuativo della legge delega sul federalismo fiscale (Legge n.42/2009).
Il decreto legislativo n.149 del 6 settembre 2011 introduce nel nostro ordinamento i meccanismi sanzionatori  e premiali per Regioni, Province e Comuni. Il provvedimento, diretto a rafforzare  la responsabilizzazione, la trasparenza e l’effettività del governo delle autonomie territoriali, individua nella relazione di fine legislatura, o mandato, che costituisce un rendiconto finale dell’attività svolta, un vero e proprio strumento pubblico di controllo democratico nei confronti degli amministratori regionali e locali, in vista delle successive elezioni.
In virtù dell'approvazione definitiva di questo decreto - ha dichiarato in una nota il ministro Calderoli - il percorso di attuazione della riforma federalista si può ritenere compiuto per la sua parte più rilevante. Nemmeno un euro sarà più distribuito in base alla spesa storica, ma solo in base alla spesa efficiente dei costi e fabbisogni standard. E' un colpo decisivo per le amministrazioni che sprecano e una prospettiva nuova che viene raggiunta: quella di premiare chi è virtuoso.
La relazione di fine mandato - ha aggiunto il ministro - che dovrà essere pubblicata sul sito della Regione e di ogni Ente locale rappresenta un bilancio certificato dei saldi prodotti, cioè un bilancio certo e chiaramente leggibile a tutti gli elettori. Finiranno così quelle prassi dove un Presidente di Regione o un Sindaco impiegano mesi per sapere qual è il buco lasciato dalla amministrazione precedente. Prassi che inquinano gravemente il processo elettorale: su cosa votano gli elettori se i saldi veri si scoprono solo dopo le elezioni?
Ma non è tutto - ha infine concluso Calderoli - con questo decreto vengono potenziati i fabbisogni standard per lo Stato e la responsabilità dei Ministri che spendono più di quanto necessario. Vengono introdotte innovazioni come la certificazione del livello di evasione fiscale delle realtà regionali e vengono previsti dei piani di rientro con premi e sanzioni. Vengono previsti premi per le Regioni che, nella sanità, introducono centrali acquisti e favoriscono l'applicazione dei DRG anche per il sistema pubblico.
Il decreto, che entra in vigore il 5 ottobre 2011, era stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri del 28 luglio 2011.


http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/federalismo_premi_sanzioni/