Il futuro ha due bellissime figlie: lo sdegno e il coraggio... Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle.
venerdì 14 ottobre 2011
MAFIA: ALFANO, CODICE ANTIMAFIA IN VIGORE, ORGOGLIOSO E COMMOSSO
Roma, 13 ott - ''Entra in vigore, oggi, il codice antimafia, completando cosi' un percorso, tracciato durante il mio impegno di ministro della Giustizia, che ha portato a una raccolta di leggi mirata a rendere piu' fruibile l'accesso alle norme di contrasto alla criminalita' organizzata. Sono orgoglioso e commosso per questo risultato per il quale ho lavorato alacremente, coadiuvato con attenzione e grande professionalita' dall'allora miei uffici di competenza, e dedico questo obiettivo raggiunto a quanti sono caduti nella lotta al crimine e a quanti, giorno dopo giorno, nei diversi ruoli di appartenenza, portano avanti questa battaglia con dedizione e a rischio della vita''. E' quanto dichiara il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano.
''Ritengo che questo sia uno dei modi possibili per celebrare i caduti di mafia poiche' esalta la vittoria dei principi assoluti di legalita' e di giustizia e da', al tempo stesso, un aiuto concreto a chi e' impegnato in prima linea su questo fronte. Il codice antimafia e' dunque l'interpretazione piu' alta e concreta di quell'antimafia dei fatti - conclude Alfano - di cui il nostro governo si e' fatto portatore''.
fonte asca
''Ritengo che questo sia uno dei modi possibili per celebrare i caduti di mafia poiche' esalta la vittoria dei principi assoluti di legalita' e di giustizia e da', al tempo stesso, un aiuto concreto a chi e' impegnato in prima linea su questo fronte. Il codice antimafia e' dunque l'interpretazione piu' alta e concreta di quell'antimafia dei fatti - conclude Alfano - di cui il nostro governo si e' fatto portatore''.
fonte asca
martedì 11 ottobre 2011
Papa accusa Woodcock: 'Mi scarcera soltanto se incastro Berlusconi'
Dal carcere di Poggioreale l'onorevole rende noto un presunto ricatto del pm: la libertà in cambio dell'accusa a Berlusconi. E il ministro Nitto Palma invia gli ispettori.
L’accusa di Alfonso Papa è pesante: «Il pm Woodcock mi ha fatto sapere che sarebbe disponibile a farmi scarcerare, a patto che ammetta almeno uno degli addebiti mossimi e renda dichiarazioni su Berlusconi e Lavitola o almeno su Finmeccanica». Il deputato del Pdl, dal 20 luglio nel carcere di Poggioreale per l’inchiesta P4, denuncia «estorsioni vere e proprie nei confronti di un parlamentare sottoposto a custodia cautelare, presunto innocente, che si protesta innocente e rispetto al quale dovrebbe ripugnare a un magistrato serio la sola idea di attuare minacce o pressioni », per «barattare la libertà con compiacenti confessioni di cose false».
Papa ha denunciato alla Procura di Roma i pm napoletani e ieri ha consegnato in carcere una lettera con le sue accuse a Silvano Moffa, che guidava una delegazione di parlamentari, tra i quali Arturo Iannaccone, Vincenzo D’Anna e Giancarlo Lehner. È convinto che vogliano farlo rimanere in cella fino al processo del 26 ottobre. «Per costringermi ad assistere all’udienza dietro le sbarre». L’inchiesta P4 assume contorni inquietanti, mentre per quella sulle escort il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma, decide di inviare gli ispettori a Napoli e a Bari per verificare il lavoro dei pm (tra i quali sempre Woodcock) riguardo alle vicende che coinvolgono l’imprenditore barese Giampaolo Tarantini. Il Guardasigilli vuole anche acquisire i resoconti delle audizioni al Csm del procuratore di Bari Antonio Laudati e dell’ex sostituto Giuseppe Scelsi. Ma di tutto quello che sta succedendo il capo della Procura partenopea, Giovandomenico Lepore, non si mostra affatto preoccupato. E sulle accuse di Papa dice solo: «Questa lettera, se è vera, non merita commenti». In una conferenza stampa dopo la visita a Poggioreale, Moffa racconta di aver incontrato «il fantasma di Papa». Lo descrive con la barba lunga, in una cella con altri quattro detenuti, senza uscire per l’ora d’aria. «In uno stato di prostrazione fisica e psicologica, aiutato con i farmaci perché non riesce a dormire».
Non sarà certo la sua principale preoccupazione, ma gli viene anche negato di ricevere, come dovrebbe in quanto parlamentare, il bollettino delle riunioni parlamentari e le convocazioni dell’assemblea. Per il capogruppo al Senato di Popolo e Territorio, Papa «ormai è un prigioniero politico: le condizioni che lo trattengono in carcere sono inaccettabili in un Paese civile». E Moffa preannuncia una mozione parlamentare «per discutere tutto questo dopo il vergognoso voto del 20 luglio che ha autorizzato l’arresto». La situazione è gravissima per il presidente dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto: «L’unica spiegazione razionale e logica della ragione per cui è trattenuto in carcere è spingerlo a fare una deposizione contro Berlusconi». Accusato di corruzione, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, favoreggiamento personale, Papa ha chiesto di essere ascoltato da Lepore o da altri pm, ma rifiuta di incontrare Henry John Woodcock e Francesco Curcio, titolari dell’inchiesta.
I suoi legali hanno chiesto la scarcerazione per il peggioramento della sua salute: sarebbe dimagrito di 20 chili e fortemente depresso. Ma la scorsa settimana il gip Luigi Giordano ha rigettato l’istanza, senza acquisire agli atti la cartella clinica. Giancarlo Lehner racconta che anche due compagni di cella di Papa sono preoccupati per le sue condizioni fisiche e psicologiche. «Non sappiamo- gli avrebbero detto- se riuscirà a reggere ancora un mese. Delira tutte le notti, invoca genitori e giustizia ». Lehner teme il peggio e ricorda che in Italia abbiamo il numero più alto di suicidi in carcere. Questo, dice, è solo «un metodo estorsivo» per portare «qualche magistrato in prima pagina ».
fonte blog "ilgiornale.it"
lunedì 10 ottobre 2011
L’unità usa i precari ma poi non li paga. Scatta lo sciopero!
I collaboratori sono in rivolta, “prendiamo solo 20 euro
lordi ad articolo, (praticamente come quelli della Gazzetta di Parma) ma gli
assegni sono fermi da 4 mesi.
Ma come !!?? Dopo tutti gli sventolamenti ai quattro venti e
delle innumerevoli copertine sui “ladri del nostro futuro” oppure gli “ una
vita da precario ”, tutta questa nobile difesa del lavoro, poi cosa fanno!? Li
pagano, non li pagano, quando li pagano !! Poi non c’è da stupirsi se quelli
scioperano contro il quotidiano fondato da Gramsci ma sfondato (e a suo tempo
fatto fallire) dai suoi successori, D’Alema, Veltroni che hanno lasciato
diversi milioni di debiti al “povero” Renato Soru.
Gli editoriali che a caratteri cubitali scrivono: “La
difficile vecchiaia dei precari”. “Una generazione abbandonata”, le lettere dei
lettori contro Berlusconi ecc… Ora dovranno rispondere ad un’altra lettera che
però gli arriva direttamente dall’Unità medesima. I precari del giornalismo,
una categoria che all’Unità ha meno diritti dei venditori Senegalesi di oro falso
hanno deciso uno sciopero di due giorni per protestare contro la direzione del
giornale del Pd per le loro condizioni di lavoro che non sono più disposti ad
accettare, scrivono i collaboratori della testata dalle sedi di Roma, Milano,
Firenze e Bologna. Il resto merita di essere letto ricordandosi che non stanno
scrivendo alla Gelmini, un loro chiodo fisso nelle loro battaglie (fatte solo
di inchiostro!) contro lo sfruttamento dei precari, ma alla direzione del loro
stesso giornale sperando che Renato Soru, l’editore, intenda e che soprattutto
scucia qualche soldo dovuto di diritto !!. Prima di tutto il ritardo dei
pagamenti, l’ultimo risalente a Giugno inerente le pubblicazioni di Febbraio !!
“Una situazione aggravata dalle spese che ci troviamo a sostenere per
il lavoro che facciamo per il giornale” scrivono gli stessi collaboratori “precari”.
“tutto questo” continuano “ in totale assenza di prospettive persino per i
precari ormai storici nemmeno di fronte a spazi che si sono aperti con i
prepensionamenti in atto.” “Abbiamo atteso con sacrificio in nome di una
azienda che stimiamo e alla quale sentiamo di appartenere, sicuri che le
condizioni fino ad ora mal sopportate sarebbero cessate. Con tutta evidenza
così non è stato. I nostri assegni sono fermi a due anni fa, ridotti a una
media di 20euro a pezzo, così è ancora
per le nostre prospettive, in nome di un futuro migliore di cui versiamo
inchiostro ma che non si scorge neanche all’orizzonte. Venti euro lordi
significa circa 15 euro per una giornata lavorativa, una miseria indegna, come
sanno bene i titolisti dell’ Unità dopo anni di pezzi sullo scandalo del
precariato. Il nostro stato di esasperazione e la negazione dei nostri diritti
non ci permette di sopportare oltre….” Vi ricordo che state sempre leggendo ciò
che i collaboratori dell’Unità hanno scritto alla loro stessa direzione. I
diritti dei lavoratori sono sacrosanti ….e vanno pagati !! Giusto Sig. Soru,
editore dell’ Unità ??
Il pensiero verde
Cina: Diminuito del 41% il numero dei siti raggiungibili.
Anche Google in Cina è "defunto".
I controlli rigorosi delle autorità cinesi hanno fatto diminuire drasticamente il numero dei siti raggiungibili.
Secondo uno studio pubblicato dalla accademia delle scienze sociali in Cina il numero dei siti registrati nel paese nel 2010 è stato di 1,91 milioni con un decremento del 41% rispetto al 2009. Diminuzione dovuta principalmente al controllo rigoroso della rete da parte delle Autorità. Il Web cinese è quindi in una fase di concentrazione e filtraggio, in quanto la stessa indagine ha evidenziato che il numero di pagine è aumentato di circa 60 miliardi nello stesso periodo. Un esempio su tutti ! la "grande muraglia digitale" impedisce alcuni servizi come il famosissimo Facebook.
SE NON SIAMO MUSULMANI LO DOBBIAMO ALLA SERENISSIMA !
Alle prime luci del giorno 7 ottobre 1571, la immane flotta ottomana avanzava con il vento di scirocco in poppa. Oltre 260 galee formavano un semicerchio a forma di mezzaluna che occupava le acque dall´Albania, a nord, fino alla Morea, a sud. Al centro,la nave ammiraglia, con il suo stendardo verde con il suo ricamo d' oro, per 28.900 volte, del nome di Allah. Davanti a questa, la flotta cristiana, sulla cui ammiraglia ergeva un enorme stendardo blu con la raffigurazione del Cristo in Croce.
La battaglia durò cinque ore e durante lo scontro Alì Pascià fu colpito a morte e sulla Sultana fu ammainata la Mezzaluna e issato il vessillo cristiano. Si coprirono di valore tra gli altri i Colonna e gli Orsini, sette della stessa famiglia ed i veneziani tutti che pagarono il maggior tributo di sangue.
Il provveditore veneziano Agostino Barbarigo si batté, fino a che non gli mancarono le forze, seppur colpito da una freccia nell´occhio sinistro.Sulla sua nave, Sebastiano Venier, settantacinque anni, combatte il nemico con la sua balestra.
Al termine della battaglia la Lega aveva perso più di 7.000 uomini, di cui 4.800 veneziani, 2.000 spagnoli, 800 pontifici, e circa 20.000 feriti; i turchi, contarono più di 25.000 perdite e 3.000 prigionieri. Il nome di Lepanto era entrato nella storia. Per la prima volta dopo un secolo il Mediterraneo tornò libero.
fonte:
On. Massimo Bitonci
Sindaco di Cittadella
domenica 9 ottobre 2011
Milano, Pisapia taglia i bonus libri alle famiglie ma.....
riesce a trovare i soldi per ospitare i rifugiati.
C’è un consigliere di Sel che ha l’onestà di non girarci intorno: «Oggettivamente, è una figura di emme...», ammette Mirko Mazzali. La capogruppo del Pd Carmela Rozza afferra il cellulare un minuto dopo che il presidente ha dichiarato che la seduta del consiglio comunale è rinviata a lunedì, e inizia a fare i conti con chi non si è presentato. A osservare il centrosinistra in preda a una crisi di nervi se la ride in compenso il consigliere Pdl Riccardo De Corato, ex vicesindaco e «in Comune da 25 anni» e in tanto tempo «ne ho viste tante - assicura- ma non è mai accaduto che la maggioranza facesse già mancare il numero legale nei primi cento giorni di governo, si sono già disamorati».Ne è passato qualcuno di più, ma inutile andare per il sottile. Prima seduta senza quorum dell’amministrazione Pisapia, ma all’ordine del giorno c’era la delibera sulla salvaguardia di bilancio che si trascina da una settimana. Una manovra che prevede tagli per 52 milioni di euro e infila la modifica allo statuto della Serravalle per rendere più appetibile la vendita del 18,6 per cento della società visto che (dopo l’ok anche della Provincia) il privato che acquisterà le quote del Comune avrà diritto a un posto nel cda. Ma il Pdl chiede una rivalutazione del prezzo continua a parlare di accordo già fatto tra l’assessore al Bilancio Bruno Tabacci e il Fondo «F2i» di Gamberale, «sarà una svendita, un regalo che ormai è stato smascherato anche dalla maggioranza, si sono resi talmente conto che i giochi sono stati fatti fuori dal consiglio che neanche si presentano in aula » sostiene il capogruppo Carlo Masseroli.Il centrodestra all’appello è rimasto fuori dall’aula, dentro solo 23 consiglieri, due in meno del necessario per il quorum, anche il sindaco Giuliano Pisapia è impegnato in una conferenza stampa in Curia e non partecipa. Non c’è neanche l’assessore Tabacci peraltro, in trasferta a Brindisi per l’Anci. Tutti a casa.Se ne riparla lunedì e quindi slitta un’altra delibera clou, quella sull’acquisto delle aree Expo. E lunedì la strada è comunque in salita visto che Pdl e Lega hanno presentato 69 emendamenti, aperti a ritirarli se verrà approvato un ordine del giorno che obbliga la giunta a ritrattare il prezzo della Serravalle con il vincitore del bando- la base d’asta è 145 milioni-se a gara aperta verrà modificato lo statuto. Gli uffici hanno riferito che l’advisor Dexia è«nell’impossibilità di compiere una nuova analisi sul prezzo ». Si discute il riequilibrio del bilancio 2011 ma si gettano già le basi per la prossima manovra. E il vicesindaco Mariagrazia Guida che ha anche le deleghe alla Scuola anticipa che se la giunta, ieri mattina, ha confermato gli undici milioni di euro messi in conto dall’ex giunta per l’integrazione degli alunni disabili, il trasporto scolastico e anche il buono libri per tutti, dal 2012/2013 «basta con i testi gratis a pioggia, da via della Spiga a Quarto Oggiaro. Studieremo nuove modalità per l’erogazione dei buoni libro a seconda delle fasce di reddito e introdurremo forme innovative come il comodato d’uso». Alle scuole medie che aderiranno al test «proporremo di dare in prestito ai ragazzini i testi all’inizio dell’anno e li dovranno restituire alla fine ». Partirà anche un confronto con le famiglie per moltiplicare le iniziative di Pedibus, bimbi accompagnati a scuola dai volontari, «una passeggiata che permette di riscoprire i quartieri e non inquinare, invitiamo le mamme se possibile a lasciare a casa l’auto ed evitare la sosta selvaggia davanti agli istituti».
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