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sabato 7 maggio 2011

Quando i paladini dell'antimafia (Idv) calunniavano Falcone.

Leoluca Orlando l'intransigente, Leoluca Orlando il paladino dell'antimafia, Leoluca Orlando portavoce nazionale di Italia dei Valori, faceva la guerra a Giovanni Falcone. E non è l'unico esponente dell'attuale centro-sinistra ad avere lanciato accuse intimidatorie ed anche calunnie al magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio 1992. Un video che sta girando su internet mostra come gli auto-referenziatisi "paladini dell'antimafia" ora schierati con il centro-sinistra trattavano Falcone da vivo. Gravissime le accuse di Orlando, il quale addirittura è stato capace di ipotizzare che Falcone "tenesse chiusi nei cassetti una serie di documenti riguardanti omicidi eccellenti di mafia". Proteggeva talmente i mafiosi, Giovanni Falcone, che l'hanno fatto fuori. Leoluca Orlando invece ha fatto carriera politica, passando dalla Dc alla Rete, per poi finire nella Margherita, litigare con Rutelli ed avvicinarsi ad Italia dei Valori. Proposto come presidente della Commissione vigilanza Rai, si sarebbe fatto garante di un giornalismo fazioso che spesso l'ha protetto, mantenendo la sua immagine di  "duro e puro". Come quella volta che, da Santoro, Claudio Martelli ha fatto appena in tempo a rivelare i motivi per cui lo stesso Orlando facesse la guerra a Falcone. Subito stoppato dall'irreprensibile Santoro che si affretta prima a cercare di confutare le affermazione di Martelli e poi a cambiare discorso.
Vale la pena riportare il dialogo, particolarmente significativo:
MARTELLI: Perché Falcone accetta il mio invito di fare Il Direttore degli Affari Penali al Ministero (…..) Falcone venne a lavorare per il governo perché l’aria per lui a Palermo si era fatta irrespirabile.

SANTORO: Ha paura di essere ucciso.

MARTELLI: Per le accuse di Orlando e perché Giammanco, nuovo capo della Procura, praticamente non gli faceva più vedere le carte.

SANTORO: Gli hanno fatto la bomba altro che Orlando (eh già, altro che Orlando n.d.r).

MARTELLI: Perché Orlando ce l’ha con Falcone? Perché Falcone aveva riarrestato Ciancimino con l’accusa che Ciancimino era tornato a fare affari e appalti con il sindaco Leoluca Orlando Cascio
Da questo nasce la rottura tra Orlando e Falcone, questo lo depone Falcone al Csm, lo racconta per filo e per segno e non va dimenticato!!

SANTORO: facciamo una cosa, no scusate un attimo solo, so che parlereste fino a domani mattina però, allora Beatrice introduciamo un attimo questa storia di Ambrosoli (...). (fine del discorso n.d.r).
Troppo tardi, Santoro. Martelli ha fatto in tempo a dire ciò che non volevi fosse detto, con ogni evidenza.
D'altra parte, che Leoluca Orlando non sia quel "cavaliere senza macchia" che i media vogliono far credere è chiaro pure dai procedimenti penali a suo carico. Indagato nel '95 per l'appalto concesso alla Sispi e per il restauro del Teatro Massimo, accusato nel '96 di corruzione aggravata dal pentito Tullio Cannella, senza però alcun seguito giudiziario, è stato condannato in via definitiva nel 2005, per diffamazione aggravata nei confronti dei consiglieri comunali di Sciacca che nel 1999 avevano sfiduciato il sindaco Ignazio Messina, definiti da Orlando "collusi con la mafia". A quanto pare non era vero.
Purtroppo Falcone è morto prima di andare fino in fondo sulla questione Ciancimino-Orlando, ma in giorni in cui torna di moda il nome "Ciancimino" vale la pena ricordare com'era trattato Falcone da vivo da certi "paladini della giustizia".
http://www.youtube.com/watch?v=hbAk7oirxfk&feature=player_embedded

Bersani sosteneva la privatizzazione dell'acqua..e sentite le cazz.....che dice per sostenerlo !!!

Come come come?
Guardate questo video di Bersani a Carpi il 18 settembre 2008 per dar man forte al PD locale, nel sostenere le ragioni della privatizzazione di Aimag (società che gestisce ACQUA, GAS e RIFIUTI a Carpi ed in altri 20 Comuni tra la provincia di Modena e Mantova), in occasione della campagna elettorale per il Referendum comunale voluto da un gruppo di cittadini per fermare la privatizzazione.



Ma la coerenza quest'uomo dove l'ha lasciata? Forse non ha mai saputo nemmeno cosa sia....

Vignetta blasfema su Papa Wojtyla pubblicata da "Il Fatto". All'indecenza non c'è mai fine.

Milo Manara, oggi si è giocato la carriera e la credibilità.

Questa sua vignetta, pubblicata oggi sul Fatto Quotidiano, è quanto di più laicamente gratuito, cattivo, sadico e velenoso si potesse immaginare a due giorni dalla beatificazione di un Papa...e che Papa!
Manara, bada bene, non ho scritto "irriverente", non ho usato l'aggettivo "vergognoso", e neppure "inguardabile".
Forse ti sarebbe piaciuto, ne avresti goduto, ansioso come sei di emozioni forti che ti scuotano dal tuo grigiore cerebrale .
Invece io guardo, non distolgo l'attenzione, mi applico ad osservare e come me, molti altri, credenti o laici, ti assicuro.
Si guarda per capire, sarebbe impossibile crescere ed evolversi culturalmente ad occhi bendati.
L'espressione che scaturisce dalla mia osservazione (e sono in ottima compagnia) è quella di compassione, venata da una punta, nemmeno tanto velata, di compiaciuta soddisfazione.....e sai perchè?
Perchè tu, Manara, come molti giornalisti, dalla penna d'oca intinta nella morchia (oramai "fango" è un eufemismo!) vi state firmando la condanna all'oblio da soli...con la morchia fetida, appunto. E andate di gran carriera, Viva DIO!
Nessuno si salva dalla condanna, pressochè unanime, della riprovevole insensibilità umana.
Non esiste pietà per chi si scaglia contro simboli inermi e non in grado di muoversi a difesa della propia onorabilità e dignità di persone, prima ancora che di Capi di Santa Romana Chiesa.
I laici ti condannano per primi, oggi.
Sorridono e si solleticano compiaciuti solo gli idioti, nel senso Lombrosiano del termine, affamati di pruderiè peccaminosa, impotenti cronici e per giunta "per interposta persona", capaci di godere scarne e virtuali gioie del sesso o quel piccolo brivido agli inguini, solo di fronte a chiappe disegnate da un altro emulo di Onan, come tu devi essere sicuramente, dati i tuoi continui e patologici riferimenti al sesso....
 Chi ne parla e ne disegna troppo, è segno che non ne pratica affatto. Mai sentito dire?
Karol Wojtyla, consegnatosi al sacerdozio non in età giovanile, ma dopo un percorso di vita già pieno, di uomo laico, operaio, studente, innamorato molto probabilmente di una giovane ebrea sua compagna di studi, poi deportata dai nazisti, è stato molto più uomo di te e di tutti coloro che dimostreranno la loro scarsa mascolinità e virilità, sollazzandosi con la tua vignetta "ignorante" ed intempestiva...In più, in seguito è diventato anche Papa....E ora Beato, trascurando il fatto che nel suo cammino abbia anche schiacciato definitivamente Marx, come La Madonna della Serpe fece con l'incarnazione del Male Oscuro!
Questo è l'ennesimo boomerang, come molti altri che vedo svolazzare sulle nostre italiche teste indenni da qualche tempo a questa parte...Sembra di vivere in Australia, più che nella turrita Italia!
Perseverate pure: non fate che toglierci d'impaccio, sgombrando il campo da voi stessi e dandoci modo di occuparci di cose più serie e concrete. Cosa sperare di più?
(....E voi che siete vicini alla mia lettura, fate come le spie delle serie televisive di una volta: distruggete la vignetta dopo averla vista, nell'epoca del riciclo a tutti i costi, chissà che si trasformi in qualcosa di meglio....).

di Valeria Gentili

mercoledì 4 maggio 2011

Contraffazione: Rainieri (LEGA), sequestri contro chi pensa di fare il furbetto

“Ancora una volta diciamo forte il nostro grazie agli uomini delle fiamme gialle che hanno sequestrato oltre un milione di confezioni di cosmetici contraffati provenienti dalla Cina. Prodotti non solo dannosi per le nostre aziende perché  una volta immessi sul mercato avrebbero provocato evidenti danni ai produttori onesti, ma pericolosi per i consumatori stessi”.
Così Fabio Rainieri, parlamentare parmigiano della Lega Nord e Capogruppo del Carroccio nella speciale commissione contro la Contraffazione interviene a seguito del sequestro portato a termine dagli uomini della Guardia di Finanza di Legnano.
 “Come Commissione – spiega Rainieri – abbiamo più volte detto chiaro e forte il nostro ‘no’ a queste forme di pirateria commerciale che vogliamo debellare una volta per tutte dal nostro territorio. Quella tolleranza zero che l’allora ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, aveva messo in campo contro le frodi agroalimentari deve essere estesa a 360 gradi. Dobbiamo insomma mettere la parola fine a una sorta di illegalità che alcuni credono forse possa essere sopportata”.
“A chi crede di fare il furbetto mettendo a rischio la salute della nostra gente e quella del nostro sistema economico rispondiamo e continueremo a rispondere con i sequestri”.

Ufficio Stampa on Rainieri

Donna insultata e picchiata solo perchè leggeva una copia de "Il Giornale".

Roberta Porreca, 42 anni, dipendente del-l'Unicredit e residente a Roma, è solo l'ultima vittima di un clima politico caratterizzato da insulti e aggressioni verbali in aula, pallottole e attentati fuori.
La sua colpa? Comprare un quotidiano vicino al premier.

Finito il turno di lavoro, la donna ha preso la metropolitana alla fermata Barberini diretta alla stazione Termini, dove l'attendevano il padre e i figli di 4 e 5 anni. Insieme ai bambini avrebbe poi proseguito in treno per Foggia, per raggiungere il marito che lavora come medico pediatra nella città pugliese. «Erano da poco passate le 14 - racconta ancora sconvolta la malcapitata, mostrando le ferite sul braccio - ero appena scesa dalla metro e mi stavo dirigendo verso la ferrovia quando mi sono imbattuta in un gruppetto di ragazzi, con bandiere rosse in mano. Credo fossero operai di Fincantieri di ritorno dal corteo in centro». «Non ho mai avuto così paura in vita mia - continua la quarantaduenne - all'improvviso uno si è allontanato dagli altri ed è corso verso di me tentando di strapparmi il Giornale, che tenevo nella mano destra. Ho fatto resistenza e lui mi ha scaraventato a terra. Poi ha cercato di prendermi a calci. Urlava "Leggi un giornale di m..." e ancora "Sei una sporca fascista..."».
La donna si è messa a urlare. L'aggressore è fuggito, ma nessuno è intervenuto. «Avevo la mano sinistra e il ginocchio sanguinanti - racconta sotto choc - mai presenti hanno fatto finta di nulla e si sono allontanati. Così sono uscita dalla stazione e sono entrata in un bar, dove mi hanno medicato. Nel frattempo sono arrivati i bambini e abbiamo preso il treno per Foggia». «Ma giunta in Puglia ho sporto denuncia contro ignoti - tuona ancora - sono avvilita e sconvolta, non è possibile vivere in un Paese dove non si può leggere un giornale per paura di essere malmenati. È chiaro che la sinistra sta lavorando nell'ombra per fomentare un clima di odio nei confronti dell'altra parte politica. Gli italiani devono alzare la voce e ribellarsi a questo gioco sporco».
  
di Paolocci Tiziana- il Giornale di sabato 2 ottobre 2010

Da Padova a Napoli, i centri sociali colpiscono ancora...la violenza è a sinistra.

Negli ultimi giorni abbiamo assistito a degli episodi assolutamente ingiustificati da parte di attivisti della sinistra appartenenti a gruppi sociali. Iniziamo dal 21 aprile giorno dell'aggressione al consigliere comunale di Padova Alpirandi insieme al figlio diciannovenne. Il consigliere è stato colpito alla testa e ha riportato diversi traumi. A seguire in questi giorni ci sono stati tanti altri episodi di violenza,i più gravi sono avvenuti ieri a Napoli. Prima è stato preso di mira un giovane ragazzo di destra fuori all'università, è stato colpito ripetutamente alla testa e al volto con un manico di piccone, attualmente ricoverato. Altro evento schok avvenuto a Napoli è stata un'altra aggressione sempre nella giornata del 29 aprile nei confronti del candidato sindaco di Napoli del Pdl  Gianni Lettieri. Gli aggressori anche questa volta vicino ai centri sociali spesso appoggiati anche dalle stesse università e non mancano i casi in cui alcuni docenti sono simpatizzanti, insomma è una vergogna. Per quanto riguarda il 29 si sono verificati dei veri e propri attentati terroristici nei confronti di persone assolutamente innocue che fanno il loro dovere e che fortunatamente non hanno risposto con la violenza. Questi attivisti di sinistra anzi rettifico, questi terroristi di sinistra erano letteralmente armati di coltelli, bastoni, pronti a lanciare bottiglie, bombe carta, sassi. Hanno aperto un campo di battaglia nel centro della città, nell'episodio di ieri sono stati feriti due agenti mentre il candidato sindaco Lettieri ha subito pestaggi, sputi. Ormai questa è una dittatura sinistroide, <<se non sei dalla loro parte...bisogna prepararsi al peggio>>. Non possiamo essere liberi di esporre le nostre idee, di scendere pacificamente in piazza, di fare raduni di passeggiare liberamente per le strade della città. 
A completare il quadro degli attentati partenopei è stato un episodio ancora più grave, in diverse sedi del Pdl sono state fatte esplodere alcune bombe carta. Dopo questo susseguirsi di episodi la situazione si presenta chiara: ci danno la caccia.

Non credete che questo clima di odio nei nostri confronti sia fomentato dagli stessi partiti, dalle trasmissioni e dai giornali? Per quanto tempo ancora dobbiamo sopportare? Negli ambienti di centro-destrac'è terrore in cui ci sono persone giovani della Napoli bene che non intendono rispondere con la violenza, insomma persone normali che lavorano e che stanno svolgendo una campagna elettorale con entusiasmo e che non sono abituati a rispondere con coltelli, bastoni e spranghe.
                                                                                                     
 di Alessandra N.

Bersani nel 2007 firmò l'accordo con gli Usa per le centrali nucleari in Italia.

Ecco il testo di un accordo bilaterale, 'Partnership Globale sull’Energia Nucleare-GNEP', firmato nel dicembre del 2007 dall'allora Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e dal Segretario dell'Energia degli Stati Uniti d'America Bodman, nel quale si programma e si mette nero su bianco la cooperazione nucleare tra Italia e Usa.
Nel cable (firmato dall'ex Ambasciatore Usa a Roma Ronald Spogli) si riporta come l'attuale Segretario del PD Bersani si impegni, e impegni il nostro paese, a riprendere la strada del nucleare, e arrivi a minimizzare il risultato del Referendum sul nucleare del 1987, sostenendo che "Il risultato del Referendum non esclude l'Italia dalla generazione di energia nucleare, l'ha solo sospesa”.
Infine, come riporta il cable, Bersani al momento della firma dell'agreement sostiene che l'accordo GNEP "può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell’energia nucleare".



Leggi il documento


CODICE DATA CLASSIFICAZIONE FONTE
07ROME2438 7/12/2007 UNCLASSIFIED Embassy Rome
VZCZCXYZ0002
PP RUEHWEB
DE RUEHRO #2438/01 3411151
ZNR UUUUU ZZH
P 071151Z DEC 07
FM AMEMBASSY ROME
TO RHEBAAA/DEPT OF ENERGY WASHDC PRIORITY
RUEHC/SECSTATE WASHDC PRIORITY 9505
INFO RUEHBS/AMEMBASSY BRUSSELS PRIORITY 1734
UNCLAS ROME 002438
SIPDIS
DEPARTMENT PASS TO DOE
DEPARTMENT FOR L/T
BRUSSELS FOR USEU - THOMAS SMITHAM
E.O. 12958: N/A
TAGS: ENRG, PREL, IT

OGGETTO: IL SEGRETARIO BODMAN E IL MINISTRO ITALIANO FIRMANO ACCORDI SU RICERCA E SVILUPPO NEL SETTORE ENERGETICO E SULLA PARTNERSHIP GLOBALE SULL’ENERGIA NUCLEARE (GNEP)

RIF: ROME 2317
1. (U) Sommario: In un incontro del 13 novembre il Segretario all’Energia e il Ministro italiano dello Sviluppo Economico Bersani hanno discusso il futuro dell’energia nucleare in Italia, la Partnership Globale sull’Energia Nucleare (GNEP) e la cooperazione bilaterale sulla ricerca e sviluppo in campo energetico. Bersani ha firmato la Dichiarazione di Principi sulla GNEP alla fine dell’incontro. Bodman e Bersani hanno anche firmato un accordo bilaterale sulla cooperazione nella ricerca e sviluppo (testo al paragrafo 5). Fine sommario.
2. (U) Il Ministro Bersani ha aperto l’incontro dando il benvenuto al Segretario Bodman e dichiarandosi pronto a firmare l’accordo bilaterale e Dichiarazione di Principi sulla GNEP. Bersani ha osservato che l’accordo copre “le tecnologie energetiche più significative” e produrrà risultati concreti. Ha detto che c’è bisogno di trovare nuove soluzioni alle sfide energetiche che si trovano di fronte la UE e gli Stati Uniti e che il carbone pulito e l’energia nucleare probabilmente avranno un ruolo importante nel soddisfare le future necessità energetiche. Riferendosi al referendum del 1987 che aveva di fatto bandito la generazione di energia nucleare in Italia ha detto che l’ “Italia non è esclusa dalla generazione di energia nucleare, è stato solo sospesa”. Secondo Bersabni la GNEP può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell’energia nucleare.
3. (U) Il Segretario Bodman ha fatto notare la necessità far seguire azioni concrete alla firma dell’accordo bilaterale. Ha proposto che il governo italiano invii scienziati a visitare il Laboratorio Nazionale delle Energie Rinnovabili (NREL) e il Laboratorio Nazionale della Tecnologia Energetica per conoscere le ricerche che stanno conducendo gli scienziati USA in aree coperte dall’accordo bilaterale. Bodman ha concordato sul fatto che la GNEP può giocare un ruolo importante nel superare lo scetticismo italiano nel confronti dell’energia nucleare. La domanda globale di elettricità aumenterà del 50% nel corso dei prossimi vent’anni e l’energia nucleare svolgerà un ruolo importante nel soddisfare la domanda crescente. Bodman ha sottolineato che uno degli obiettivi della GNEP è di consentire la generazione di energia nucleare limitando nel contempo le occasioni di proliferazione degli armamenti nucleari. Dopo le osservazioni di Bodman, Bersani e Bodman hanno firmato di fronte alla stampa l’accordo bilaterale e la Dichiarazione di Principi sulla GNEP.
4. (U) In incontri separati con il capo della procedura per la Riunione dei Maggiori Economie sulla Sicurezza Energetica e il Cambiamento Climatico (MEM), dott. Valeria Termini e con dirigenti della società elettrica parastatale italiana ENEL, Assistente Vicesegretario Capo del Dipartimento dell’Energia, John Mizroch, ha dato il benvenuto alle visite di ricercatori italiani (del governo italiano o di associazioni di aziende) alle strutture del Dipartimento dell’Energia nella sua area di programma, compresa il NREL. La parte italiana, che comprendeva, in entrambi gli incontri,  collaboratori dell’Ufficio del Primo Ministro, ha reagito positivamente al suggerimento di Mizroch.
5. (U) Inizia il testo dell’accordo bilaterale sulla cooperazione nella ricerca e sviluppo in campo energetico.


ACCORDO TRA
IL DIPARTIMENTO DELL’ENERGIA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
E
IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

NEL CAMPO DELLA RICERCA E SVILUPPO NEL SETTORE ENERGETICO
Considerato che il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica Italiana sono parti nell’Accordo sulla Cooperazione Scientifica e Tecnologica del 1 aprile 1988, così come modificato e integrato (l’ “Accordo S & T”);
Considerato che il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e il Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato della Repubblica Italiana hanno stipulato un Memorandum d’Intesa nel campo della Ricerca e Sviluppo nel settore dell’Energia il 5 dicembre 1985, inclusi gli Accordi Attuativi del 2 maggio 1990 sulla consultazione riguardo alle politiche energetiche e l’ampliamento della collaborazione congiunta e dello scambio di informazioni (di seguito “l’Accordo del 1985”) che è scaduto il 5 dicembre 1991;
Considerato che Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e il Ministero dell’Industria, Commercio e Artigianato della Repubblica Italiana hanno stipulato un Memorandum d’Intesa il 26 maggio 1995 sulle consultazioni in politica energetica e sull’ampliamento della collaborazione congiunta e lo scambio di informazioni (di seguito l’ “accordo del 1995”) che è scaduto il 26 maggio 2005;
Considerato che il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (di seguito “DOE”) e il Ministero dello Sviluppo Economico della Repubblica Italiana (di seguito “MSE”) (collettivamente, di seguito, “le Parti”) ritengono che le attività di cooperazione nel campo della ricerca e sviluppo, scambio di informazioni e consultazioni sulla politica energetica intraprese in conformità all’accordo del 1985, agli Accordi Attuativi del 1990 e all’accordo del 1995 sono di mutuo beneficio;
Considerato che le Parti hanno un interesse comune a continuare le attività intraprese in conformità all’accordo del 1985, agli Accordi Attuativi del 1990 e all’accordo del 1995 e a intraprendere nuove attività di cooperazione nel campo delle ricerca e sviluppo nel settore energetico;
Tutto ciò considerato le Parti convengono quanto segue:

ARTICOLO I
1. L’obiettivo della cooperazione secondo questo Accordo consiste nel:
- continuare, a mutuo beneficio delle Parti, l’equilibrato scambio di informazioni sulla tecnologia energetica relative a vari settori energetici, quali l’energia da carbone pulito, idrogeno, l’energia nucleare, la bioenergia e altre scienze energetiche fondamentali;
-  condurre le relative ricerche e sviluppo congiunti e attività congiunte di pianificazione che saranno ulteriormente definite nel progetto allegato a questo Accordo; e
- continuare periodiche consultazioni bilaterali sulla politica energetica attraverso riunioni annuali di sottocomitati per ciascuna delle attività programmate così come definite negli allegati a questo Accordo.
2. Questo Accordo è soggetto al e disciplinato dall’Accordo S&T.

ARTICOLO II
La cooperazione in conformità a questo accordo può includere, senza esservi limitata, quanto segue:
1. Scambio su base periodica  di informazioni scientifiche e tecniche e di risultati e metodi di ricerca e sviluppo nelle modalità concordate dai Coordinatori designati dall’Articolo III;
2. Organizzazione di seminari e di altri incontri su temi energetici concordati nelle aree enumerate nell’Articolo secondo le modalità concordate dai Coordinatori;
3. Visite di verifica da parte di specialisti di una Parte a strutture o progetti di ricerca energetica dell’altra Parte su invito dell’istituzione ospite;
4, Scambio di materiali, strumenti, componenti e attrezzature per la sperimentazione;
5. Scambi di personale per la partecipazione ad attività concordate di ricerca, sviluppo, dimostrazioni, analisi, progettazione, sperimentazione e formazione;
6. Progetti congiunti sotto forma di esperimenti, prove, analisi di progetti o altre attivitàdi collaborazione tecnica;
7. Finanziamento congiunto di specifici progetti di ricerca e sviluppo che possono essere intrapresi in collegamento con altre organizzazioni o persone qualificate secondo le modalità concordate dai Coordinatori;
8. Finanziamento congiunto di specifiche attività di dimostrazione e di diffusione dei risultati di tali progetti; e
9. Altre analoghe forme di cooperazione quali possono essere proposte e concordate per iscritto tra le Parti.

ARTICOLO III
1. Ciascuna Parte designerà un Coordinatore per la supervisione dell’attuazione di questo Accordo. Come concordato reciprocamente, i Coordinatori si incontreranno per valutare tutti gli aspetti della cooperazione prevista da questo Accordo. Tali incontri si terranno alternativamente negli Stati Uniti e in Italia.
2. Sotto la direzione delle Parti, i Coordinatori approveranno e verificheranno tutte le attività di cooperazione da condurre sulla base di questo Accordo.
3- I Coordinatori esamineranno e valuteranno ogni nuova attività proposta e lo stato della cooperazione previsti da questo Accordo. Essi assicureranno anche una guida e indirizzi appropriati ai gruppi di lavoro, come definiti dall’Articolo III, paragrafo 4, e ai direttori di progetto delle attività sviluppate in conformità a questo Accordo. Se così richiesti, i Coordinatori possono consigliare le Parti riguardo ai progressi e al futuro delle attività cooperative stabilite da questo Accordo.
4. I Coordinatori, se necessario e appropriato, creeranno gruppi di lavoro informali in ciascuna delle aree di cooperazione previste da questo Accordo per facilitare l’attuazione dei progetti che possano essere intrapresi in tali aree.
5. Almeno annualmente, i Coordinatori informeranno il Coordinatore dell’Accordo S&T circa lo stato delle attività di collaborazione intraprese secondo questo Accordo.

ARTICOLO IV
1. Proposte di cooperazione in base a questo Accordo possono essere presentate ai Coordinatori per l’approvazione da ciascuna delle Parti o da loro rappresentati designati.
2. Ciascuna attività di cooperazione identificata nell’Articolo II, paragrafi 4-8, che sia approvata dai Coordinatori sarà descritta per iscritto in un Progetto Allegato a questo Accordo. Tali Allegati conterranno procedure dettagliate per l’attuazione dell’attività di cooperazione, compreso, ma non limitatamente ad essi, i contributi di ciascuna Parte (costi e suddivisione dei costi), calendari e responsabilità di ciascuna Parte.
3. Ciascun Progetto Allegato concluso tra le Parti sarà soggetto  e riferito a questo Accordo.

ARTICOLO V
Le seguenti previsioni si applicheranno agli scambi di attrezzature secondo questo Acccordo:
1. Per mutuo accordo, una Parte potrà fornire attrezzature da utilizzare in un’attività congiunta. In tal caso la Parte conferente fornirà, appena possibile, alla Parte ospite una lista dettagliata delle attrezzature e della documentazione tecnica appropriata relativa all’utilizzo, manutenzione e riparazione dell’attrezzatura.
2. La titolarità dell’attrezzatura e delle necessarie parti di ricambio fornite dalla Parte conferente alla Parte ospite per l’utilizzo in attività congiunte rimarrà della Parte conferente e la proprietà sarà restituita alla Parte conferente al completamento dell’attività congiunta, a meno di accordi diversi.
3. L’attrezzatura fornita in base a questo Accordo sarà resa operativa presso lo stabilimento ospite solo su accordo tra le Parti.
4. Lo stabilimento ospite fornirà i locali necessari per l’attrezzatura, fornirà i servizi necessari quali energia elettrica, acqua e gas e normalmente fornirà i materiali da sottoporre a prova in accordo con le specifiche tecniche concordate.
5. La responsabilità e le spese di trasporto dell’attrezzatura e dei materiali dagli Stati Uniti d’America a mezzo aereo o nave a un porto autorizzato d’ingresso in Italia adatto alla destinazione finale, e anche la responsabilità per la custodia e l’assicurazione del trasporto, rimarranno del Dipartimento dell’Energia.
6. La responsabilità e le spese di trasporto dell’attrezzatura e dei materiali dall’Italia  a mezzo aereo o nave a un porto autorizzato d’ingresso negli Stati Uniti d’America  adatto alla destinazione finale, e anche la responsabilità per la custodia e l’assicurazione del trasporto, rimarranno delle organizzazioni italiane designate dal MSE per ciascun Allegato.
7. L’attrezzatura fornita in conformità a questo Accordo per essere utilizza in attività congiunte sarà considerata di tipo scientifico e non avrà carattere commerciale.

ARTICOLO VI
Le seguenti previsioni si applicheranno alle assegnazioni o scambi di personale in base a questo Accordo:
1. Ogni qualvolta sia contemplata un’assegnazione o uno scambio di personale, ciascuna Parte garantirà la selezione di personale qualificato con le capacità e l’esperienza necessarie per condurre le attività pianificate in base a questo Accordo. Ciascuna di tali assegnazioni o scambi di personale sarà concordata mutuamente in anticipo mediante uno scambio di lettere tra le Parti, con riferimento a questo Accordo alle pertinenti previsioni riguardanti la proprietà intellettuale.
2. La Parte mittente sarà responsabile dei salari, delle assicurazioni e delle indennità da corrispondersi a tale personale o ai suoi appaltatori.
3. La Parte mittente pagherà il viaggio e le spese di vitto del suo personale o dei suoi appaltatori durante il loro soggiorno presso lo stabilimento della Parte ospite, salvo che non sia concordato diversamente.
4. La Parte ospite assisterà nell’individuare alloggi adeguati per il personale della Parte mittente o dei suoi appaltatori (e delle loro famiglie) su una base di mutua  soddisfazione e reciprocità.
5. La Parte ospite fornirà tutta l’assistenza necessaria al personale della Parte mittente o ai suoi appaltatori per quanto riguarda le formalità amministrative, quali l’organizzazione dei viaggi.
6. La Parte mittente informerà il proprio personale e i propri appaltatori della necessità di adeguarsi alle norme generali di lavoro e alle regole di sicurezza in vigore presso lo stabilimento ospite.

ARTICOLO VII
1. Salvo che sia altrimenti concordato, tutti i costi derivanti dalla cooperazione in base a questo Accordo saranno responsabilità della parte che vi incorre.
2. Ciascuna Parte condurrà le attività previste dal questo Accordo,  e dai suoi Allegati, nel rispetto delle proprie leggi e regolamenti applicabili; le attività in base e in funzione di questo Accordo e degli Allegati saranno subordinate alla disponibilità di fondi appropriati.

ARTICOLO VIII
Tutte le informazioni, il materiale e le attrezzature trasferite in base a questo Accordo e a ogni Allegato relativo saranno appropriati e accurati al meglio della conoscenza e della convinzione della Parte trasferente, ma la Parte trasferente non garantisce l’idoneità delle informazioni, materiale o attrezzature trasferite in rapporto a ogni uso o applicazione particolare ad opera della Parte ricevente o di qualsiasi parte terza. Le informazioni, il materiale o le attrezzature sviluppati congiuntamente dalle Parti saranno appropriati e accurati al meglio della conoscenza e della convinzione delle Parti che li sviluppano. Nessuna Parte garantisce l’accuratezza delle informazioni sviluppate congiuntamente o l’idoneità del materiale o delle attrezzature per ogni uso o applicazione particolare ad opera di qualsiasi Parte o di qualsiasi parte terza.

ARTICOLO IX
1. Questo Accordo entrerà in vigore all’atto della sua firma e rimarrà in vigore per cinque (5) anni. L’Accordo sarà rinnovato automaticamente per un ulteriore periodo di cinque anni salvo che una delle Parti non informi per iscritto l’altra almeno sei (6) mesi prima della data di scadenza.
2. Questo Accordo può essere modificato o ampliato mediante accordo scritto tra le Parti.
3. Questo Accordo può essere rescisso da ciascuna delle parti con un preavviso scritto di un (1) anno.
4. Tutti gli sforzi e gli esperimenti congiunti non completati alla scadenza o alla data di rescissione di questo Accordo possono essere proseguiti fino al loro completamento secondo i termini di questo Accordo.
FATTO a Roma, oggi, tredicesimo giorno di Novembre 2007, in due esemplari nel testo in lingua inglese che sarà il testo autentico. Una traduzione dell’Accordo in lingua italiana sarà preparato dal Ministero dello Sviluppo Economico e sarà considerato ugualmente autentico in base a uno scambio di lettere tra le Parti che ne confermi la conformità con il testo in lingua inglese.
PER IL DIPARTIMENTO DELL’ENERGIA DEGLI STATI UNITI D’AMERICA
PER IL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Fine del testo dell’Accordo

Altre righe blu sulla strada delle scuole !!

Gentile Direttore,
nonostante, anche a livello nazionale, sia stato confermato che la gran parte delle righe blu risulta in contrasto con il Codice della Strada, la nostra Amministrazione seguita a fare orecchie da mercante. Per ultimo hanno "tappezzato" anche il lato sinistro di viale Maria Luigia, restringendo ancora la larghezza della carreggiata.
"La strada delle Scuole" che migliaia di studenti e genitori conoscono bene, dove da decenni esistono: liceo scientifico e classico e Istituto Rondani, è ora ridotta ad una carraia stretta e ancor più ingolfata. Vi sono strade a Parma che, dopo il provvedimento righe blu in entrambi i lati, hanno una larghezza percorribile attorno ai 2,5 metri. Io ho un auto larga 204 cm e rischio di urtare le macchine in sosta. Il tutto per aumentare il fatturato del nostro disastrato Comune. In questa storia penosa mi stupisco come nessun avvocato ( e a Parma ve ne sono forse mille) e nessun partito politico dell'opposizione si faccia carico di porre fine ad una presa in giro nazionale come quella delle righe blu. Per ultimo chiedo alla Polizia Municipale come si comporterebbe di fronte ad un auto parcheggiata all'interno di uno spazio a pagamento posizionato ad 1 metro da un incrocio, ma con esposta regolare ricevuta .
Marco Chierici

lunedì 2 maggio 2011

La battaglia di Giovanni Paolo II contro i regimi comunisti.

E’ venuta da lontano la battaglia di Giovanni Paolo II contro i regimi comunisti. Dalla sua esperienza di polacco, di prete e vescovo polacco, naturalmente, ma anche, e forse soprattutto, dal modo in cui la Chiesa cattolica è stata dentro la storia del XX secolo e ne ha interpretato i moti e le svolte. In particolare dal modo in cui essa ha interpretato la Seconda guerra mondiale. Dal 1945 in poi la grande maggioranza delle opinioni pubbliche europeo-occidentali ha considerato - e tuttora tende a considerare - quel tornante della storia del Novecento come più o meno equivalente a una grande lotta della democrazia contro l’antidemocrazia, felicemente conclusasi con la vittoria della prima. In questa prospettiva erano, e spesso sono ancora, dati per scontati da un lato l’equivalenza tra democrazia e antifascismo, la totale risoluzione della prima nel secondo, dall’altro l’attribuzione esclusiva allo schieramento dell’asse italo-tedesco del monopolio dell’antidemocrazia. Inutile dire che per accreditare questi due assunti è necessario stendere un velo di oblio su una lunga serie di fatti importanti, quali il carattere dell’Urss staliniana, il patto Ribbentrop-Molotov, ma soprattutto la natura del comunismo in quanto ideologia giunta al potere con la Rivoluzione di Ottobre.
Un simile velo d’oblio erano interessati a stenderlo dopo il ’45 i Paesi occidentali per primi: Gran Bretagna e Francia allo scopo di farsi perdonare la politica di «appeasement» nei confronti della Germania nazista, e dunque la loro responsabilità nel consolidamento del regime hitleriano, gli Stati Uniti per farsi perdonare la cecità della politica di Roosevelt il quale non si rese affatto conto, fino all’ultimo, di chi fosse Stalin e quali fossero i suoi progetti per il dopoguerra.
Accadde così che anche durante la «guerra fredda» che dal 1947 in poi oppose gli occidentali all’Unione sovietica, anche dopo l’instaurazione in tutta l’Europa Orientale di regimi dittatoriali di obbedienza sovietica, anche allora l’immagine della guerra rimase presso il grande pubblico quella ricordata sopra. Ciò avvenne anche in virtù di un comprensibile effetto diciamo così psicologico: gli abitanti dell’Europa occidentale avevano visto da vicino fascismo e nazismo, non altro; essi avevano conosciuto l’occupazione militare della Wehrmacht non quella degli eserciti di Mosca: si spiega dunque benissimo che l’idea della Guerra mondiale di gran lunga prevalente fosse quella di una guerra portatrice di libertà.
Non era questa, invece, l’immagine che da sempre ne aveva la Chiesa cattolica: l’impressionante crescendo criminale del nazismo, infatti, non aveva fatto dimenticare a Roma cosa erano la Russia sovietica e il comunismo. Questo continuò ad essere, se così si può dire, la pietra di paragone di ogni regime politico liberticida e anticristiano. Negli anni ’30, durante l’ultimo periodo del pontificato di Pio XI, si assiste per l’appunto alla progressiva equiparazione del nazionalsocialismo al comunismo, accomunati, agli occhi della Santa Sede, dalla medesima ispirazione materialista, dal medesimo disprezzo per la vita umana, dal medesimo ateismo militante. Si può dire insomma, che sia pure in modo inconsapevole e senza fare uso del termine, la Chiesa giunse alla Seconda guerra mondiale avendo fatto propria pressappoco quella categoria di totalitarismo che avrà la sua fortuna nelle culture politiche europee solo un decennio più tardi. Roma visse dunque la guerra e la sua fine in modo assai diverso da quanto fecero tanti altri attori politici e tanti altri cittadini dell’Europa occidentale, dal momento che essa ebbe immediatamente la percezione di ciò che avrebbe significato la liberazione ad opera dell’Unione Sovietica per i Paesi dell’Europa orientale.
Un collegamento esplicito e stretto tra le vicende belliche e il proprio impegno contro i regimi comunisti è lo stesso Giovanni Paolo II a stabilirlo nel messaggio diffuso per il 50° anniversario della fine in Europa della Seconda guerra mondiale. Scrive per l’appunto Wojtyla: «La rapida caduta dei regimi comunisti dell’89 (...) consentiva di eliminare alcune tragiche conseguenze della Guerra mondiale, la cui fine non aveva di fatto significato per molte nazioni europee l’inizio del pieno godimento della pace e della democrazia»; (...) «alcuni popoli, infatti, avevano perso il potere di disporre di sé stessi ed erano stati chiusi nei confini soffocanti di un impero...».
Questa interpretazione storica di quanto avvenuto negli anni ’40 era perfettamente coerente, ripeto, con l’immagine sostanziale delle cose che la Santa Sede aveva sempre avuto. Nel corso dei decenni successivi tale immagine, però, si era andata sbiadendo sia a causa degli inscalfibili rapporti di forza tra Est e Ovest, sia perché la voce dell’Est, soffocata dalle persecuzioni, si era inevitabilmente andata spegnendo, ma anche perché, a partire dagli anni ’60, l’ansia di conciliazione con la modernità manifestatasi con il Concilio aveva indotto molti a credere che la modernità fosse anche il comunismo, e che dunque anche con esso fosse da ricercare non solo un qualche inevitabile modus vivendi ma addirittura, forse, un’intesa e una pace.
Ma non poteva essere questa, invece, la convinzione dei popoli dell’Europa orientale per i quali, in un certo senso, la Seconda guerra mondiale in quanto guerra contro il totalitarismo doveva ancora vedere la fine. Non poteva essere questa la convinzione del Papa. Lo scontro che Giovanni Paolo II ingaggia con il comunismo subito dopo la sua elezione ha la propria decisiva premessa per l’appunto in un’immagine del conflitto mondiale che, lungi dal legittimare storicamente quell’ideologia in quanto avversaria del nazismo (secondo la versione a lungo adottata in Occidente), viceversa la delegittima radicalmente proprio in quanto ombra gemella del nazismo e sua complice e imitatrice nell’oppressione dei popoli: il Papa chiamerà l’una e l’altra le «infami ideologie», responsabili di «quella sorta di apocalisse della quale sono stato testimone nella mia giovinezza». Contro l’ultima di esse ancora in vita Wojtyla alzerà il suo grido di libertà che, raccolto dapprima dai polacchi, diventerà in breve grido di libertà per un numero immenso di esseri umani.
di Ernesto Galli della Loggia

Aggrediti a Napoli il candidato sindaco del Pdl e tre ragazzi di CasaPound. Questa è la democrazia dei compagni.

Piazza San Gaetano, Napoli,h 16. Va in atto un aggressione nel classico stile dei compagni. Quaranta, ripeto Q U A R A N T A, aderenti ai centri sociali aggrediscono il candidato sindaco del Pdl a Napoli urlandogli "sei un fascista devi morire". Lo inseguono con l'intenzione chiara di fargli fisicamente del male e lo spingono fino alla basilica di San Lorenzo, non lontano dalla piazza in cui si trovava, dove però riesce a trovare riparo, grazie alla protezione della polizia e di alcuni collaboratori, di cui uno uscito malconcio dalla ressa.
Lettieri ha poi dichiarato che questo episodio non l'ha fatto pentire di essersi candiato per guidare la sua città, ma anzi che gli ha fatto dire che deve andare avanti con maggiore convinzione.

Napoli. Tre militanti di CasaPound Italia sono stati aggrediti davanti alla Facoltà di Lettere dell’università ‘Federico II’: uno dei ragazzi, con ferite alla testa, è in attesa di essere sottoposto a una Tac. I tre sono stati riconosciuti e accerchiati da una quindicina di antifascisti, che li hanno aggrediti con manici di piccone, colpendo ripetutamente alla testa il ragazzo che ora risulta in condizioni più gravi.
Sono fatti che risalgono ad un passato lontano?
No. A ieri.
Passano gli anni ma i compagni non cambiano:
40 contro 8
15 contro 3
Questo é il loro modo di essere: "sei libero di pensarla come vuoi fino a quando la pensi come me. In caso contrario sarai aggredito, ovviamente noi saremo in branco, perchè presi uno ad uno siamo meno di niente."
 Vigliacchi, ecco cosa siete.