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sabato 2 febbraio 2013

Eccoli, tutti i risultati del Governo Monti. Byoblu vs Andrea Romano


Dieci domande a Bersani su Mps

Bersani alza un muro: "Il Partito fa il partito, la banca fa la banca". Ma il muro non c'era quando Mussari arrivava nel 2001 alla testa della Fondazione, quando la Fondazione, che controlla in modo ferreo l'istituto di credito, era una galleria di facce targate Pd o quando Mussari se n'è andato consegnando cumuli di macerie.


Il Partito fa il partito, la banca fa la banca. Alza un bel muro, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Lui sta da una parte, i banchieri di Siena, quelli di ieri che hanno svuotato il più antico istituto di credito al mondo e quelli di oggi che tentano di salvarlo, dall'altra.

Ma questo muro dev'essere un argine invisibile. Non c'era quando Mussari arrivava nel 2001 alla testa della Fondazione, benedetto dalla dirigenza del partito. Fra una standing ovation e l'altra. Non c'era quando la Fondazione, che controlla in modo ferreo, oggi per fortuna un po' meno, l'istituto di credito era una galleria di facce targate Pd e ancora Pd: 13 su 16 nel board che conta. E non c'era nemmeno quando Mussari, dopo aver fato il bello e il cattivo tempo per un decennio e anche più, se n'è andato. Consegnando cumuli di macerie alla collettività.
1. Onorevole Bersani, lei afferma di non avere alcun imbarazzo per la vicenda Mps perché il Pd si occupa di politica, non di banche. Perfetto. Però Massimo D'Alema, che se non sbaglio è del suo stesso partito, ha dichiarato alla Stampa: «Noi, e per noi intendo il Pd di Siena nella persona dell'ex sindaco Franco Ceccuzzi, Mussari lo abbiamo cambiato un anno fa, assieme a tutto il consiglio d'amministrazione del Monte dei Paschi». Il Pd di Bersani non si occupa di banche, il Pd di D'Alema invece sì, al punto di cambiare tutto il vertice del Mps?
2. Il partito non si occupa di banche, però i 16 membri del comitato d'indirizzo della Fondazione Mps che a sua volta controlla la banca vengono così nominati: 8 dal Comune di Siena, targato Pd, 5 dalla Provincia di Siena, targata Pd, 1 dalla Regione Toscana, targata Pd e uno a testa, infine, dall'università e dalla Curia. Il Pd non ha le mani nella banca ma ha, a stare bassi, tredici dei suoi uomini nello strategico comitato d'indirizzo della Fondazione. Tredici su sedici: non è un è po' troppo per dire che il partito è estraneo alla banca?

3. Il Pd non poteva sapere, perché il Pd, e i DS prima del Pd, e il Pds, prima dei Ds, e il Pci, prima di tutti gli altri, pensa alla politica. Però tutti questi partiti, che poi sono lo stesso nelle sue diverse evoluzioni, seguivano con attenzione quel che avveniva in una città simbolo come Siena. Le risulta che uno dei cavalli di battaglia del candidato sindaco Franco Ceccuzzi fosse: «La Fondazione non scenderà mai sotto il 50 per cento della banca»? Come mai Ceccuzzi diventò sindaco contravvenendo alla regola aurea che lei adesso richiama: «Il Pd non si occupa di banche»?
4. Ceccuzzi fu di parola. A luglio 2011, la Fondazione si svenò sottoscrivendo un aumento di capitale della banca e così s'indebitò, facendo saltare tutti i parametri, per mantenere il controllo assoluto della banca. Non vede una certa coerenza fra i comizi di Ceccuzzi e il comportamento della Fondazione? E, dettaglio ulteriore, le risulta pure che questa coerenza fosse il frutto di un documento scritto, con la Fondazione come cassa di risonanza dei desiderata del primo cittadino? Coda curiosa: il collegio sindacale della Fondazione si oppose all'aumento di capitale, ma l'operazione andò avanti...
5. Le risulta anche che il tentativo di svecchiare e rinnovare la Fondazione, che ripeto è la cabina di regia della banca, sia partito proprio dall'unico posto da cui poteva partire cioè il gruppo del Pd in consiglio comunale, grossomodo alla fine del 2011? E forse le risulta anche che il tentativo di cambiamento provocò una feroce spaccatura dentro il partito nella città del Palio e che il sindaco, sempre per seguire la massima che la politica è estranea alla banca e alle sue vicende, di fatto governò il rinnovamento della Fondazione centellinando le facce nuove?

6. L'ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, avvocato calabrese e storico militante del Pci-Pds-Ds, nel periodo che va dal 27 febbraio 2002 al 6 febbraio 2012 ha versato a titolo personale nelle casse del partito, il suo partito, 683.500 euro. Forse avete cacciato un vostro disinteressato benefattore? Certo, i soldi sono stati destinati alla federazione provinciale di Siena, ma questo basta per dire che Roma non c'entra niente con questa storia? Comunque ancora ad agosto 2012, con la banca in acque agitate, Mps sponsorizzava con 10 mila euro la Festa del Pd. Marketing? Mah. Piuttosto, sempre e solo simpatia?
7. Le risulta che l'arrivo dell'avvocato Mussari nel 2001 alla testa del Monte dei Paschi fosse stato sponsorizzato, sempre per il principio che il partito non fa incursioni nel mondo della finanza, dai seguenti personaggi: il magnifico rettore dell'università Luigi Berlinguer, oggi curiosamente capo dei probiviri del Pd; il parlamentare eletto in città Franco Bassanini; Massimo D'Alema e Giuliano Amato da Roma? D'Alema del resto rivendica, come abbiamo ricordato un momento fa, l'uscita di scena di Mussari, dunque tutto torna. O no?
8. L'alleanza fra i quattro, il quadrilatero, si ruppe rovinosamente negli anni successivi ai tempi dell'operazione Unipol. A dirlo, sempre in base al fatto che il partito fa gli affari suoi e pure quelli delle banche, fu proprio Bassanini in un'intervista a Panorama: «Consorte e D'Alema fecero pressioni su Siena perché si alleasse con Unipol», ovviamente nella scalata a Bnl. «Chi difese l'autonomia di Mps - prosegue Bassanini - come me e Amato venne emarginato». Non le pare, visto tutto quello che è successo, un'accusa grave?

9. Massimo Mucchetti, autorevole giornalista economico per lungo tempo vicedirettore ad personam del Corriere della sera, oggi che è candidato del suo partito, capolista al Senato in Lombardia, dice ala Stampa: «Non vedo una responsabilità oggettiva del partito, ma della città». Solo che la città è da sempre nelle mani del partito comunista e dei suoi eredi. Insomma, passando per Siena non è che si ritorna Roma, alla sede del suo partito? Non è che buttare tutte le colpe, passate, presenti e future, sulle teste calde del Granducato di Toscana sia un modo un po' troppo comodo per sfuggire a responsabilità che sono molto più grandi e gravi?
10. C'è chi dice che l'attuale numero uno di Mps Alessandro Profumo sia stato scelto a Roma, dopo frenetiche consultazioni ai piano alti del suo partito. Solo malignità e voci incontrollabili che non meritano nemmeno una precisazione? Certo, Profumo, che pure sta meritoriamente aprendo i cassetti in cui sono custoditi i segreti e le sofferenze della banca, si è impegnato in campagna elettorale sostenendo in Lombardia il candidato del centrosinistra al Pirellone Umberto Ambrosoli. Insomma, siamo ancora al tanto vituperato collateralismo fra il partito e l'istituto di credito più antico ma oggi anche più invecchiato al mondo?

mercoledì 30 gennaio 2013

MASSIMA DEL GIORNO
Chi di banca ferisce di banca perisce !

On. Fava - Commissariamento Mps - Tg2- 29/01/13


BORGHEZIO : SUI FONDI COMUNITARI AI MAFIOSI, IL COMMISSARIO UE CHIEDE AL GOVERNO ITALIANO DI APRIRE UN’INCHIESTA.


“Nella sua risposta odierna alla mia interrogazione sui “Fondi europei alle famiglie mafiose” il Commissario Europeo all’agricoltura Dacian Ciolos, oltre ad assicurare che su tali operazioni è in corso un’indagine dell’Olaf, mi comunica testualmente che “in ogni caso la Commissione darà seguito alla questione sollevata dall’onorevole parlamentare con le autorità italiane competenti”.
“Era ora, che qualcuno, da Bruxelles, richiamasse l’Italia ad aprire gli occhi sul vergognoso utilizzo criminale, addirittura da parte delle più note famiglie mefiose, dei fondi europei.
Oltre al caso, già di per sè eclatante, di Gaetano Riina fratello di Totò Riina, ho ulteriormente segnalato con altra interrogazione anche il caso, altrettanto grave dei 230mila euro ‘per promuovere lo sviluppo di iniziative di impresa nell’agricoltura e nell’allevamento’ (tramite Agea), su terreni per altro già non più nella disponibilità dello stesso, perchè confiscati al padre fin dal 1997, al figlio di un boss di Belmonte Mezzagno (PA). Il ‘dominus’ di questa operazione, Benedetto Spera, è nientemeno che un uomo di fiducia di Bernardo Provenzano…
Come può essere possibile che simili favori alle famiglie mafiose siano potuti avvenire senza presupporre un vergognoso connubio mafia-politica e, molto probabilmente, burocrazia?”.
http://padaniaeliberta.wordpress.com/

BORGHEZIO – INCREDIBILE, MA VERO : DUE INCARICHI E DUE STIPENDI PER LA PORTAVOCE DI MARIO MONTI.

Con un’interrogazione alla Commissione Europea, l’On. Borghezio solleva il caso “dell’alto funzionario europeo Elisabetta Olivi che continua a percepire integralmente l’intero stipendio comunitario, pur avendo assunto da tempo – come chiaramente risulta dal sito della Presidenza del Consiglio italiano  - il ruolo di portavoce del Premier Prof. Mario Monti”.
L’On. Borghezio chiede quindi alla Commissione se “si intende esaminare l’eventuale incompatibilità sia fra i due incarichi, sia sul contemporaneo mantenimento dei due relativi stipendi”.
 “Sono proprio curioso di vedere quale esempio di intelligente ironia saprà darci Mario Monti per giustificare questa incredibile ‘gaffe’…”
http://padaniaeliberta.wordpress.com/

lunedì 28 gennaio 2013


BORGHEZIO : EPPURE IO DENUNCIAVO GIA’ NEL 2008…

“In data 10.01.2008, inviavo alla Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Siena l’esposto (già pubblicato su questo sito) con cui
denunciavo lo scandalo dell’acquisto della Banca Antonveneta da parte
di MPS e chiedevo alla competente Autorità giudiziaria aprirsi
un’indagine al riguardo, fornendo già alcuni elementi.
Nessuno – ovviamente, a parte la Lega Nord nella persona del suo
esponente locale Francesco Giusti – mi ha sostenuto, nemmeno i più
importanti organi di informazione, soliti ospitare paginate di pubblicità
bancaria…
Ma il tempo è galantuomo e oggi il mio esposto, grazie al web, è uno dei
documenti più letti in circolazione. Alla faccia di chi mi ha sempre
censurato e continua a censurarmi.”

http://padaniaeliberta.wordpress.com/2013/01/28/borghezio-eppure-io-denunciavo-gia-nel-2008-2/

Conferenza Stampa Milano Roberto Maroni 28012013