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lunedì 27 agosto 2012

Aeroporto di Salerno, 100 milioni di soldi pubblici per far volare aerei vuoti.


Il piano aeroporti di Passera risparmierà lo scalo di Salerno. Che rimane una cattedrale nel deserto. Ripubblichiamo la nostra analisi. Nel 1962 ci atterrò la famiglia Kennedy. Dopo quasi 100 milioni di soldi pubblici spesi dal duemila a oggi, l’aeroporto “Costa d’Amalfi” di Salerno non funziona. La media dei passeggeri a volo non supera le 9 persone. Spesso capita di viaggiare da soli, come racconta Gianluca Gracco, in arte Dj Tayone. Ma il Cipe è chiamato a sbloccare nuovi investimenti, rigorosamente pubblici, per 49 milioni.

Il piano aeroporti del ministro Passera non solo prevede il mantenimento degli scali di Napoli Capodichino e Salerno, ma anche la realizzazione di quello di Grazzanise, per il quale sono previsti investimenti per 2,5 miliardi. Ripubblichiamo la nostra analisi sull’hub di Salerno, che nei piani di via Veneto convoglierà il traffico low cost e cargo. 
Volare su un jet privato, che lusso. Un sogno ad alta quota che pochi possono permettersi. Non all’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, da cui spesso partono aerei quasi vuoti. Non è una trovata pubblicitaria della compagnia low cost di turno, ma il frutto di errori di gestione per l’aeroporto degli sprechi, inaugurato nel 2007 e già costato oltre cento milioni di euro.
Soldi esclusivamente pubblici, erogati da Stato e Regione Campania per tenere in vita uno scalo nato nel 1926 come campo di fortuna dell’Aeronatica e adibito solo da pochi anni al trasporto passeggeri. In effetti i risultati sono al di sotto delle attese.
Oltre cento milioni di euro spesi, di cui settanta negli ultimi cinque anni. Un bel po’ di soldi li ha investiti la Regione Campania, prelevandoli dai fondi europei Por 2000-2006. Per dare nuova vita allo scalo nel 2006 la giunta Bassolino stanziò 5,9 milioni di euro per attrezzature, luci e sistema informativo (da solo costato quasi un milione e mezzo).
«Con quello che spendiamo, ci conviene accompagnare i passeggeri in Limousine fino a Milano»: fu una battuta pronunciata dal consigliere di amministrazione dell’aeroporto Gianni Iuliano, commentando le cifre dell’accordo con Alitalia (4 milioni di euro l’anno dati alla compagnia per due anni). Sì, perché anche le compagnie in passato hanno ottenuto un incentivo per fare tappa al Costa d’Amalfi.
Altri 49 milioni in arrivo per il prolungamento della pista. È un pozzo senza fondo l’aeroporto di Salerno-Costa d’Amalfi, trasformato nel 2007 per il traffico passeggeri. Dovevano arrivare turisti da tutto il mondo, diretti in Costiera o in Cilento. Anche se Amalfi è distante 45 chilometri, e Castellabate, il paesino del Cilento noto per il film “Benvenuti al Sud”, addirittura 55.
E invece? L’aeroporto ha funzionato a singhiozzo. Soprattutto negli ultimi due anni l’attività ha risentito dei veti incrociati dei principali soci, Comune di Salerno e Provincia di Salerno, espressione della tenzone politica tra il sindaco Vincenzo De Luca (Pd) e il presidente Edmondo Cirielli (Pdl). 
E i controlli? «Inesistenti. Solo uno sguardo ai documenti, niente metal detector. Anche perché se fossi stato un attentatore avrei scelto l’aereo sbagliato». Il bello è arrivato a bordo «Un aereo di 60 posti tutto per me. Una delle hostess è stata molto gentile, oltre che molto carina. Si è seduta accanto a me. Abbiamo chiacchierato per tutto il viaggio».
«Allungare la pista vuol dire accogliere aerei più grandi, superiori ai 100 passeggeri – dice Fasolino. I charter già atterrano qui e sono sempre pieni. Vede? Non siamo ancora morti». Morti no, ma sull’aeroporto di Salerno c’è la lama della ghigliottina della spending review.


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