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sabato 8 dicembre 2012

Un Pensiero Verde per Parma: ADDIO A MONTI (quando la politica diventa poesia.....

Un Pensiero Verde per Parma: ADDIO A MONTI (quando la politica diventa poesia.....: ADDIO A MONTI ( quando la politica diventa poesia.. .) Addio, Monti sorgente dal nulla, ed elevato dal Quirinale; guida iniqua, nota a ...

venerdì 7 dicembre 2012


Nigel Farage di nuovo all’attacco: “A casa ho una tomba col simbolo dell’€uro!”


ROMA – Nigel Farage, il “Tribuno dei Popoli d’Europa” torna alla carica, dopo un durissimo discorso di attacco frontale al Presidente del Consiglio d’Europa Herman “Bilderberg” Van Rompuy, definito dal leader indipendentista Britannico come “uno straccio umido, un bancario di quart’ordine, un assassino rumoroso di Stati!”
Stavolta il suo intervento s’è tenuto in diretta da Bruxelles sulle frequenze di Radio24 alla trasmissione “La Zanzara”, là dove spesse volte a parlare è il Marione Borghezio, grande parlamentare Piemontese della Lega Nord.
“Se un Presidente della Repubblica come Napolitano tradisce la Costituzione e permette che un Governo eletto venga rimpiazzato da uno fantoccio voluto dalla Burocrazia €uropea in combutta con Frau Merkel, questo è un pessimo Presidente che andrebbe licenziato in tronco! Cacciate Napolitano!”
BOOOOOM! APRITI O’CIELO!
Ma l’è minga finida chi!
Fra una mazzolata e l’altra alla mancanza di Democrazia elettiva in €uropa, Farage ha fatto sapere di avere a casa una tomba dell’€uro.
“Nel mio studio ho una tomba, una tomba vera di dimensioni reali con sopra il simbolo dell’€uro!”
Ai conduttori Parenzo e Cruciano ha detto “Adesso siete governati da Mario Monti, un fantoccio scelto da una potenza straniera. Avete rinunciato alla Democrazia e avete dato a questa gente un potere enorme! Monti ha detto che resta solo per 18 mesi, ma chi dice che non potranno essere 18 anni???”
FALLITALIA, SVEEEEEEEGLIAAAAAAAAAA! VE LO DICE ANCHE UN INGLESE! SVEGLIAAAAAAAAAAAAA!



Monti salva i delinquenti: niente carcere per condanne fino a quattro anni.

Passa alla Camera il disegno di legge osteggiato solo dal Carroccio.
Il testo ora è al Senato.Via libera dell’Aula di Montecitorio all’indulto mascherato, il provvedimento che non manda più in carcere i condannati fino a quattro anni (truffa,furto, stupro..). 
Il disegno di legge passa ora all’esame del Senato dove l’unico l’auspicio è che finisca su un binario morto. Con 348 voti a favore, 57 contrari e 21 astenuti, la Camera ha dato dunque disco verde al disegno di legge sulla messa alla prova e le pene detentive non carcerarie. Il provvedimento delega il governo a disciplinare, per i reati puniti con la reclusione fino a quattro anni, la possibilità per il giudice di applicare, in alternativa, la detenzione domiciliare. Nicola Molteni: "E' una norma vergognosa che garantisce l'impunità per legge.
La Lega Nord è contraria a qualunque provvedimento di clemenza generalizzato e per noi qualsiasi forma d'indulto o amnistia è una proposta irricevibile. Il salva-delinquenti è una norma ingiusta e dannosa, che sancisce la sconfitta dello Stato nei confronti della criminalità. 
Con questa legge - aggiunge - il Governo dimostra maggiore attenzione e sensibilità verso chi commette i reati rispetto a chi li subisce.
Per la Lega Nord, al contrario, la certezza della pena e le vittime dei reati vengono prima di tutto".

mercoledì 5 dicembre 2012


Vergogna italiana. I poliziotti costretti a pagare le parcelle degli avvocati in caso di scontri in piazza!

Siamo in Italia e dunque meravigliarsi di quel che accade nel nostro paese è un po’ come meravigliarsi del fatto che Babbo Natale non esiste. È qualcosa che non ha un grande senso. L’Italia è l’Italia, e se c’è un paese, una nazione, un popolo più antitaliano, più antinazionale, più antitutto, questo è paradossalmente il popolo italiano, che non sa difendere nemmeno i propri poliziotti quando fanno il loro dannato dovere. Viviamo in una sorta di illogica resistenza permanente, dove è facile confondere l’autorità statale per il solito regime fascista e i facinorosi, i delinquenti travestiti da manifestanti, per dei grandi rivoluzionari, italiciBrave Heart, o se vogliamo essere più socialisti style, italici Che Guevara che “lottano” per la libertà. Ma libertà de che? La libertà di spaccare vetrine, rompere auto, bruciare cassonetti e vilipendere simboli religiosi? E magari picchiare pure con randelli e bastoni chiunque capiti loro a tiro, o peggio lanciare sassi e molotov, in urla di rabbia e livore animalesco senza senso? Se questa è libertà, chiaramente sto dalla parte dei poliziotti, senza alcun dubbio.Soprattutto poi se questi poliziotti, magari feriti e umiliati in ragione del loro dovere, vedono notificarsi avvisi di garanzia da parte di zelanti magistrati, chiamati a giudicare nientemeno che l’azione di chi si espone al pericolo per proteggere i cittadini.
Il paradosso tutto italiano è che i poliziotti sono i dipendenti pubblici meno tutelati nel nostro ordinamento, proporzionalmente ai rischi che corrono e allo stipendio che percepiscono. I politici, superprivilegiati, per lo più sono impuniti, nonostante i loro spesso accertati misfatti a danno della collettività; i magistrati, poi, neanche rispondono per i loro errori (paga lo Stato, quando paga). Per non parlare degli alti funzionari e dei vertici degli enti pubblici, i quali prendono stipendi stratosferici con una responsabilità ridotta al minimo, tanto è diluita in un’amministrazione ramificata e burocratizzata. Chi si espone al pericolo, e lo fa per dovere, invece niente: spesso si deve persino pagare l’avvocato da sé quando accadono certi fatti.
Mi chiedo: ma in che razza di paese viviamo? Ma qual è lo Stato che umilia la propria forza pubblica in questo modo? Per carità, chi sbaglia deve pagare, ma qui si sta arrivando al paradosso che quando accadono i tafferugli – che spesso si rivelano frutto di veri e propri atti di terrorismo sociale pianificati strategicamente – le vittime diventino i carnefici e i carnefici si trasformino, o meglio vengano trasformate, in vittime. E a pagare sono sempre gli stessi: quei poliziotti che per poche centinaia di euro al mese, si espongono alla ferocia della masnada di bestie, le quali, ben lontane da un sano ideale di protesta e da chi interpreta la stessa come espressione di pacifica democrazia, hanno troppo spesso un solo obiettivo:cercare lo scontro gratuito, l’atto barbarico privo di significato, l’azione vandalica e la guerriglia distruttiva.
La verità è che niente del comportamento dei novelli “guerriglieri” è giustificabile; e sicuramente non lo è per il sol fatto che un poliziotto ha inferto loro manganellate gratuite. Perché in uno Stato che risponde ai requisiti minimi di democrazia come il nostro (minimi), gli strumenti legittimi e pacifici per far valere le proprie ragioni esistono, e se nonostante questi strumenti le anzidette ragioni non prevalgono, evidentemente è perché sono minoritarie o marginali. Perciò, tentare di imporle con la violenza non è solo arrogante, ma è persino sovversivo. 
Ora si scopre pure che in ragione di questa violenza, i poliziotti in alcuni casi devono pagare o contribuire a pagare (quando i fondi pubblici non sono sufficienti) gli avvocati e persino le cure mediche, quando dai tafferugli di piazza fioccano indagini giudiziarie e lesioni varie. Un’assurdità tutta italiana, soprattutto davanti a qualcuno – il poliziotto – che non ha scelta, avendo l’obbligo e il dovere per legge, e per uno sputo di soldi, di esporsi al pericolo.
A tal proposito, fa riflettere quanto scriveva Pierpaolo Pasolini a proposito dei figli di papà che si trasformavano in pseudorivoluzionarie cercavano lo scontro con i poliziotti in nome di una posticcia libertà antifascista: 
Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a botte
coi poliziotti, io simpatizzavo coi poliziotti!
Perché i poliziotti sono figli di poveri. 
E badate, Pasolini fu tutto, fuorché uomo di destra. E se una certa e incontestabile verità l’aveva intravista lui…
Fonte WEBhttp://www.iljester.it

L’arresto di Sallusti? La libertà di stampa è morta in un vergognoso silenzio

E alla fine il direttore de Il Giornale è stato arrestato. Non solo! Dopo essere stato portato a casa propria per scontare la pena, egli è evaso, beccandosi un nuovo processo per il reato di evasione (da 1 a 3 anni).Non so se questo sia stato un atto coraggioso oppure stupido, ma è certo che non sarà utile. Ormai è chiaro che la drammatica vicenda di Sallusti, condannato a 14 mesi di carcere per “omesso controllo” su un articolo considerato diffamante nei confronti di un magistrato, non interessa nulla a nessuno.
Certamente non interessa ai suoi colleghi detrattori. A coloro i quali lo hanno sempre denigrato e considerato un servo del berlusconismo, come se lor signori non fossero viceversa i servi di chi ha sempre sponsorizzato l’antiberlusconismo. Perché diciamocela tutta: se in Italia esiste un giornalista che non è al servizio di un qualsivoglia padrone, altrettanto esistono puttane vergini. È un paradosso che serve a sottolineare che è illogico tacciare un giornalista di “berlusconismo”, per il sol fatto di non omologarsi all’antiberlusconismo o di lavorare in un giornale la cui proprietà fa riferimento alla famiglia dell’odiato Cavaliere.E certamente non interessa ai politicanti. In primis, a quelli di sinistra, i quali, grazie a questa esaltante vicenda, si sono liberati di un formidabile avversario di penna. Un Cyrano de Bergerac poco propenso a dar loro la slinguazzata che adorano e cercano nei giornali amici e compiacenti.E parimenti non interessa ai cosiddetti politici “amici”, i quali, anzi, hanno talmente avuto nei suoi confronti il dente avvelenato, da dargli l’illusione di un impegno solenne per spegnere l’ignobile condanna, salvo poi tentare di sfornare una legge sulla diffamazione ancor più liberticida di quella tutt’ora in vigore. Uno scempio che non avrebbe salvato Sallusti dal carcere ma che avrebbe messo ancor più il bavaglio – con le solite complicità sinistre – alla stampa e in generale alla libertà di opinione, sacro diritto di tutti i cittadini.
E ancora, non interessa al Capo dello Stato, il quale naturalmente non ha speso una sola parola per la drammatica vicenda di Sallusti, sia nella sua veste di Presidente della Repubblica e sia nella sua veste di Capo della magistratura.
Certamente poi la vicenda non interessa a tutti coloro, popoli viola, violetti, rosa e rosati, che nel 2009 manifestarono contro il Governo Berlusconi per un supposto quanto inesistente tentativo di limitare la libertà di stampa. Dove sono andati a finire oggi questi grandi eroi della libertà di stampa?Dove sono andati a finire i movimentisti, i rivoluzionari, i grandi paladini della libertà di pensiero, ora che ci sarebbe bisogno di loro?Naturalmente a dormire, in un qualche armadio pieno di naftalina, in attesa che qualcuno li richiami nuovamente quando al governo ci sarà (se mai ci sarà) nuovamente il nemico politico e servirà manipolare l’opinione pubblica con una nuova ipocrita crociata. Ma non per Sallusti, notoriamente “amico” del nemico politico.

Italia, 2012: si può “infibulare” una bimba se l’incisione è ...minimale e simbolica…

A marzo 2006 è stato arrestata una coppia di genitori nigeriani residente a Verona, perché aveva fatto infibulare una delle sue due bambine e stava per far infibulare l’altra. E per la prima volta fu applicata nel nostro Paese la fin troppo nuova legge sulle mutilazioni genitali femminili (mgf), voluta dall’allora ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna.
Due anni dopo, i genitori delle bambine sono stati condannati ad 8 anni e 4 mesi in primo grado, ma pochi giorni fa, essi sono stati assolti in appello “perché il fatto non costituisce reato”. Secondo la difesa, nel caso specifico della bambina che aveva già subito l’intervento non si sarebbe trattato di una vera e propria infibulazione. Alla piccola sarebbe stato praticato “una piccola incisione” che, secondo il parere dei consulenti della difesa, “non avrebbe pregiudicato lo sviluppo sessuale con la crescita”1. E senza quella le piccole sarebbero state discriminate, considerate impure e quindi senza possibilità di sposarsi, nel Paese e nella tribù d’origine dei genitori, quella dei Bini (peccato che vivessero in Italia!).
Si è trattato di una sorta di “puntura di spillo”, come proponeva nel 2004 il medico somalo Omar Abdelkadir, direttore del Centro Ospedaliero Careggi di Firenze ( si sollevò il polverone e poi non se ne parlò più, come spesso accade in Italia quando lo scoop è stato lanciato e la notizia non è più di moda). Si sono salvati capre e cavoli, insomma: non danneggiando, sembra, irreparabilmente le bambine, ma soprattutto salvaguardando la tradizione tribale e patriarcale fatta propria e portata avanti dall’islam, tuttavia presente anche tra cristiani, ebrei ed animisti africani.
Però dovrebbe essere evidente che, anche con la “puntura di spillo”, anche con la “mutilazione di pochi millimetri”, è il principio dell’inviolabiltà del corpo della donna e in particolare della bambina, che viene colpevolmente calpestato in questo caso, in nome di un becero multiculturalismo, islamicamente corretto, buonismo, relativismo e compagnia bella.
Perché non importa quanto una bambina o una donna siano infibulate. Non importa se si tratta di circoncisione o infibulazione as-sunnah (basata cioè sulla Sunnah, fatti e detti di Maometto e quindi pratica da lui permessa), la quale comporta “solo” l’asportazione della parte alta del clitoride con fuori uscita di 7 gocce di sangue simboliche (come sembra il caso delle due bambine nigeriane in Veneto); non importa se si tratta della cosiddetta “escissione al-wasat”, che comporta l’asportazione totale del clitoride e taglio totale o parziale delle piccole labbra; non importa se tale pratica prevede l’infibulazione vera e propria (o circoncisione faraonica o sudanese): asportazione della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra vaginali con cauterizzazione, cui segue la cucitura della vulva, lasciando aperto solo un foro per permettere la fuoriuscita dell’urina e del sangue mestruale; o ancora se comprende una serie di interventi di varia natura sui genitali femminili. Si tratta sempre di infibulazione comunemente intesa, di bambine e poi donne mutilate nel corpo e nello spirito,perché viene impedito loro di provare il normalissimo piacere durante i rapporti sessuali, considerato impuro se è “lei” a provarlo, e facendo sì che solo l’uomo provi godimento su quel corpo mutilato, che lui e la società considerano di sua proprietà.
È comune, con quest’aberrante pratica, il rischio immediato di emorragie, a volte mortali, infezioni e shock; a lungo termine invece, è facilissima la formazione di cisti e, nelle gestanti e nelle partorienti, l’infibulazione può anche portare alla morte della madre o del nascituro.
Fonte: http://www.iljester.it