Oscar Wilde nel De Profundis, non a caso citato, amava dire:
“Non porta alcun vantaggio dire a una persona una cosa che non sente come sua e
che non può capire” e viene subito da pensare al nostro attuale Primo Ministro
che, dall’alto del suo “conquistato” budget mensile che i media molto informati
riportano ammontare, fuori dal pettegolezzo, a più di 40.000 euro mensili,
chiosa in una nota trasmissione televisiva (Mediaset) che per i giovani il
posto fisso è una noia e che è molto bello e stimolante cambiare lavoro. Tale
affermazione ha immediatamente suscitato una enormità di polemiche fra il
popolo del WEB ed il tema della indignazione manifestata è legato alla
“opportunità” in questo momento di profonda crisi, di tale dichiarazione. Ma il professore Monti, alla luce delle sue
dichiarazioni, rischia di presentarsi come l’uomo più annoiato del pianeta, dal
momento che nel corso della sua vita ha sempre “sofferto” della condanna di un
posto fisso e non contento di ciò, ha “condannato” a questa sorte anche membri
della sua famiglia.
Risulta, infatti,
che il figlio del Premier non è alla eccitante ricerca di un posto di lavoro
per sbarcare il lunario ma, al contrario, risulta piacevolmente impegnato ed
annoiato, a saltare da una poltrona ad un’altra fin dalla tenera età di 25 anni
dopo la immancabile laurea conseguita, ovviamente alla Bocconi , con il massimo
dei voti (figuriamoci): insomma per dirla alla Martone, tutt’altro che uno
sfigato. Le poltrone occupate dal rampollo Monti sono di tutto rilievo;
sul noto sito Linkedin fino a qualche giorno addietro si poteva leggere il
curriculum e gli attuali impegni lavorativi di Giovanni Monti , di anni 39
figlio di Mario Monti. Oggi questa informazione risulta stranamente cancellata.
Comunque, per tranquillizzare chi non ha avuto la fortuna di leggere il
suddetto curriculum, riporto che Il Dottore Monti figlio non occupa posti in
catena di montaggio o commesso o impiegato di banca, contabile, ma si annoia da
presidente o vicepresidente in multinazionali italiane ed estere del calibro,
solo per citarne un paio, di Citigroup o di Morgan Stanley. A ben
vedere il “ragazzo annoiato” risulta imparentato anche con diverse investment
banks e i suoi rapporti d'affari sono intrecciati nell'alta finanza
internazionale come, per il resto, tradizione di famiglia. Ma sembra che la
noia in certi ambienti sia una malattia contagiosa che colpisce prevalentemente
la categoria dei politici con o senza incarichi di governo. Giusto per restare nell’ambito del
Governo Monti un’altra annoiata illustre è la la dottoressa Silvia Deaglio,
ricercatrice in genetica medica e professore associato alla facoltà di Medicina
dell’Università di Torino, dove insegna anche il padre Mario Deaglio, già
direttore del “Sole-24Ore”, marito e collega della Professoressa Elsa Fornero,
docente dello stesso ateneo: insomma un altro caso di, si passi il termine,
“annoiamento” acuto. Ma, si sa, le disgrazie non vengono mai da sole e
così la Dottoressa
Deaglio, è anche casualmente diventata responsabile di una
unità di ricerca internazionale, sarebbe interessante vedere con quali
risultati, assegnatale dalla HuGeF, fondazione che ha come scopo "la
ricerca di eccellenza e la formazione avanzata nel campo della genetica,
genomica e proteomica umana". Per la cronaca e per chi vuol sapere, la HuGeF è un’istituzione
creata e finanziata dal Politecnico di Torino, dalla Università di Torino e
dalla Compagnia di San Paolo, ente del quale la Fornero è stata
vicepresidente dal 2008 al 2010 e per conto della quale è stata designata alla
vicepresidenza della banca Intesa, carica lasciata solo dopo aver ricevuto la
nomina ministeriale.
Va da se che la
Fornero ed il marito insegnano alla Facoltà di Economia della
Università di Torino. Viene spontaneo rivolgersi a queste famiglie di geni,
evidentemente annoiati, per dire loro che, in tutta sincerità, sono contento
per questi ragazzi e per giovani appartenenti alle vostre famiglie, ma queste
realtà abusive non fanno testo nello scenario della disoccupazione selvaggia
che affligge il nostro Paese anzi lo offendono, mortificando i giovani che sono
culturalmente uguali e preparati come i vostri figli, che non possono annoiarsi
perché non hanno una appartenenza illustre e sono troppo impegnati a
“sopravvivere” e cercare un posto di lavoro qualunque. Parliamo degli
stessi giovani che, grazie a questa politica, sono costretti a vivere in un
paese dove si riscontra uno dei tassi di disoccupazione giovanile più elevato
di Europa. Tuttavia vorrei aggiungere che la filosofia del professore Monti
potrebbe andare ancora bene in una realtà sociale e lavorativa dove ci si
licenzia per un posto migliore, o dove la meritocrazia esiste e fa la
differenza e dove risulta normale, dunque, passare da un lavoro ad un altro
costruendo ed arricchendo il proprio curriculum. Cari super tecnici, Professore
Monti, vorrei sommessamente dirvi che questo accade solo nel mondo dorato della
vostra casta e che nella vita reale, quella che voi dimostrate di non
comprendere, le cose funzionano in modo diverso, molto diverso. Nella vita
normale tutti i disoccupati giovanili, che sono moltissimi, sarebbero felici di
annoiarsi così come si “annoiano” i vostri figli. Comunque più si scende, o si
sale, nella graduatoria dei figli illustri annoiati, più si scopre che i
quozienti intellettivi appaiono direttamente proporzionali alla carriera
politico economica dei padri o delle madri o alla storia delle famiglie di
appartenenza. Mal si comprende come mai non si riesca a trovare un,
figlio/figlia di ministro, Deputato, Onorevole o appartenente alla casta che
sia disoccupato o operaio alla Fiat in catena di montaggio o precario o a fare
la fila in qualche Ufficio per l’Occupazione per un sussidio. Ma in fondo che
male c’è a volere pensare al bene dei figli o a quello personale: basta una
telefonata, portare un cognome illustre perché tutte le porte si aprano
magicamente e le cose accadono così, da sole, all’insaputa degli stessi
interessati: ci si ritrova ad avere una cattedra Universitaria o una presidenza
di una banca, così senza averlo chiesto e senza saperne nulla, ci si ritrova
dentro una bella casa vicino al Colosseo a Roma e ci si chiede ma come mai ? Ci
si accorge che qualcuno ha pagato le nostre vacanze e si pensa di avere vinto
una lotteria, sempre senza saperne nulla. E
cosa dire del Ministro Cancellieri detta “lady di ferro” che minaccia di
applicare misure repressive ai movimenti che protestano cercando anche di
delegittimarli sul piano della credibilità affermando che gli stessi sono
infiltrati dal potere mafioso ? Dei movimenti di protesta parleremo in seguito,
intanto è di questi giorni la notizia che il Ministro dell’Interno,
all’insaputa della collega Guardasigilli Paola Severino, ha rinnovato la
convenzione con Telecom per i famosi braccialetti elettronici, si proprio
quelli costati, dal 2001 al 2011, 110 milioni di euro per controllare otto
detenuti e di cui si erano già occupati i media lo scorso anno. Si scopre anche
che la vicenda ha avuto non pochi strascichi culminati in un abbondante, ed
irritato, carteggio fra Via Arenula sede del Guardasigilli e il Viminale,
corrispondenza che ha per oggetto l'opportunità di continuare a pagare Telecom
per un servizio che non ha mai funzionato. Al riguardo è chiarissimo il laconico commento del vice capo della
polizia Francesco Cirillo pronunciato il 4 gennaio in audizione al Senato, «se
fossimo andati da Bulgari avremmo speso di meno». Visto che in media un anello alla caviglia - perché questo è il
meccanismo antifuga da un arresto domiciliare - è costato migliaia e migliaia
di euro per giunta senza funzionare. E così quotidianamente assistiamo al teatrino della politica sempre
più distante dal popolo, dalla gente: le dichiarazioni e le tasse di Monti, le
sparate di Martone, le lacrime della Fornero in diretta televisiva, forse
versate perché commossa dal colpo di fortuna giunto inaspettato, dal momento
che mai nella sua vita avrebbe osato pensato di diventare Ministro così senza
saperlo e senza averlo chiesto e assistiamo con rassegnazione alle numerose
apparizione da divo televisivo del Premier che “annoiatissimo”, dall’alto dei
suoi innumerevoli posti fissi, e afflitto dalla pesantezza dei suoi
innominabili guadagni tartassa il popolo ridotto alla disperazione e assolve
miracolosamente, anzi premia, le sorelle banche, le compagnie televisive, le
assicurazioni ed il sistema dell’alta finanza internazionale di cui fa parte
attiva. Infine la protesta della povera gente, che davvero disperata non sa più
come fare e vorrebbe molto annoiarsi a casa con la propria famiglia con la
terribile e noiosa “condanna” di un posto fisso e di uno stipendio che consenta
loro di assurgere alle più banali normalità: una casa un lavoro e la
possibilità di pagare le bollette, di fare la spesa, di vestirsi dignitosamente
e di mantenere i propri figli fino a quando non sarà arrivato il momento di
reclutare anche loro nella schiera degli annoiati con il posto fisso e questo
in attesa che l’Italia diventi un Paese Normale.
di Vittorio Paola “affari italiani”