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venerdì 19 novembre 2010

Non è un sogno ma triste realtà !

Gianfranco Fini nel suo ultimo intervento pubblico non ha perso occasione per mostrare il suo astio nei confronti della Lega Nord; il presidente Fini non riesce ad accettare che Bossi abbia un peso nel governo proporzionato al suo consenso elettorale, il quale, ricordiamolo, è maggiore di quanto era il consenso di Alleanza Nazionale. Se consideriamo che a sud di Firenze le Lega esiste in modo esiguo, le percentuali nelle regioni del Nord arrecano a Fini un fastidio evidente e palpabile in ogni suo discorso.
Il presidente della Camera ha proposto inoltre di raddoppiare le imposte sulle rendite finanziarie, e non dimentica mai di fare un accenno alla “questione meridionale”; questione che, a mio avviso, è una causa persa da sempre, ma, capisco, può essere una fonte di voti importantissima. La visione che ha oggi Fini della politica è molto simile a quella di Casini e non mi stupirei se si avvicinasse anche a quella di D’Alema.
Il Federalismo avrà da percorrere le sue ultime tormentate tappe in salita; una salita scivolosa, faticosa, con difficoltà, ostacoli e trappole. E’ più semplice di quanto si pensi descrivere il quadro che abbiamo innanzi: chi ha il suo bacino di voti nell’ex Regno delle due Sicilie, farà di tutto per ostacolare il completamento del Federalismo, farà di tutto per ostacolare e screditare la politica della Lega Nord e, di conseguenza, farà di tutto per accostarsi in questa battaglia alla sinistra, notoriamente contraria ai guadagni di borsa, incapace di accettare le sconfitte e sostenitrice di uno Stato che possa mantenere tutti, compresi gli incapaci, i no global, i falsi invalidi e anche le pensioni per i malavitosi. Ricordiamoci che recentemente il partito di Bossi ha proposto di eliminare il sussidio di disoccupazione ai mafiosi accertati e la sinistra votò contro sostenendo che non si può privare nessuno di un sussidio.

Stipendio e permessi premio a pentiti pluriomicidi. Cosa ne pensate ?

Al telespettatore disattento, a chi legge i quotidiani in un minuto netto, quindi a gran parte della popolazione passano inosservate clamorose contrattazioni della nostra politica. Il sottoscritto non ha certo un’intelligenza superiore alla media, ma nota quotidianamente notizie a dir poco imbarazzanti. Un minuto fa ho sentito al telegiornale il ministro della giustizia Alfano dichiarare che i mafiosi moriranno in carcere in povertà. Pur consapevoli che il ministro Roberto Maroni ha contribuito a sequestrare ai malavitosi quasi quindici miliardi di euro e a catturare ventisei latitanti sui trenta più pericolosi, non posso trascurare la posizione di Giovanni Brusca. Da un libro della Mondadori a lui dedicato, basta estrapolare la più incredibile delle sue ammissioni : “…ho ucciso Giovanni Falcone. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l'auto bomba per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento.” Bene; dobbiamo altresì sapere, che il suddetto criminale percepisce uno stipendio statale e usufruisce di permessi ogni 45 giorni fuori dal carcere. Notizia di questi giorni è il ritrovamento di circa 180.000 euro in contanti in casa sua e una lettera in cui esige la proprietà del “suo” appartamento acquisito con i suoi sacrifici. No comment.
Anzi, no, commento, sforzandomi di rimaner pacato. Io esprimo con sdegno la mia contrarietà ad utilizzare denaro, ricavato anche dalle mie imposte, da corrispondere a simili individui. Queste persone dovrebbero lavorare 8 ore al giorno gratuitamente per tutta la vita. Esprimo con sdegno la mia contrarietà a concedere permessi premio a chi si è macchiato di atroci delitti inqualificabili. Permessi premio?! Ma quale premio!? Nel mio ultimo libro ho scritto che i pentiti che non si pentono dovrebbero essere costretti a pentirsi in cambio di nulla, oppure si pentiranno di non averlo fatto. Ho aggiunto che coloro che compiono violenze ai bambini dovrebbero essere lasciati morire di stenti in una cella. Ricordiamoci che il piccolo Di Matteo fu tenuto segregato due anni, strangolato e sciolto nell'acido. Questo merita i permessi premio?! Sono certo che gli italiani tutti sono concordi con chi le scrive e non con chi promette.
Marco Chierici

QUESTA E' LA LOGICA CHE ALCUNI GIUDICI APPLICANO AI PROCESSI. MEGLIO NON FINIRE MAI NELLE MAGLIE DELLA "GIUSTIZIA" ITALICA

Lite al supermercato per 10 euro cliente condannato a pagarne 10mila

Per un resto sbagliato alla cassa disavventura per un 64enne.Dopo il pronunciamento del giudice di pace oggi la sentenza

Un battibecco scoppiato per aver ricevuto il resto sbagliato alla cassa di un supermercato di Fidenza è costato caro a un signore 64enne. La vicenda sembra paradossale, ma è approdata nelle aule del tribunale di Parma. Tutto ha inizio pochi mesi fa, quando il fidentino si reca a fare la spesa in un supermarket della cittadina. Paga in contanti e gli vengono restituite come resto diverse banconote. L’uomo si accorge subito che mancano dieci euro. Lo fa presente alla cassiera. Questa replica che non è possibile, che gli ha dato il resto esatto. Il signore insiste: mostra le banconote che ha ancora in mano, le conta davanti all’operatrice. Lei non cede, è certa di non dovergli dare più soldi.
La situazione rischia di diventare spiacevole, quindi viene allertato il direttore dell’esercizio commerciale. Il cliente non ci sta a passare per quello che si è intascato i dieci euro. Vuole che venga fatto un conteggio di tutto l’incasso, per vedere se corrisponde all’importo del registratore di cassa o se avanza del denaro. Il suo denaro. Il direttore acconsente, nonostante l’operazione sia lunga e blocchi l’attività di una cassa. Alla fine del conteggio, la verità: il cliente ha ragione. Avanzano dieci euro. Il direttore avrebbe avuto un atteggiamento brusco e seccato nei confronti del 64enne che gli aveva causato tante scocciature. L’uomo gli avrebbe così replicato, testualmente: “Ti rode il c… perché ho ragione”.
Il dirigente lo ha querelato per ingiurie, chiedendo i danni. Il giudice di Pace di Fidenza ha condannato il cliente a un risarcimento di ben 10mila euro nei confronti della parte offesa. L’uomo ha impugnato il provvedimento, la questione è così finita davanti al tribunale di Parma. Il pm Antonella De Stefano oggi ha chiesto l’assoluzione dell’imputato perché ci sarebbe stata una reciprocità delle offese: l’uomo avrebbe reagito con quella frase perché, implicitamente, il direttore avrebbe insinuato che lui aveva intascato quei 10 euro. Ma questa ricostruzione non è servita a ribaltare la sentenza: il giudice Genovese ha confermato la condanna, riducendo però il risarcimento a 500 euro. Tutto per un resto sbagliato.
(18 novembre 2010)

giovedì 18 novembre 2010

E' nato il "futurismo" !!!

Più di una volta ho letto su alcuni quotidiani la parola “futuristi” utilizzata per definire i “finiani” che sono usciti dal PDL per formare FLI. E’ chiaro che “futuro e libertà” ha portato d'istinto alcuni giornalisti a chiamarli futuristi. Non è necessario essere uno storico o un intellettuale di livello per definire inopportuno e inadeguato un tale accostamento. I finiani e i futuristi sono come il giorno e la notte, anzi, come la notte ed il giorno. Il manifesto futurista di Marinetti del 1909 segnò una svolta in tutti i campi: arte, cultura, industria, tecnologia, politica; i finiani, invece, stanno combinando questo clamore per prendere il posto di un tal Silvio, che da tre lustri è più scaltro e bravo di loro ad occupar lo scranno più alto. Il Futurismo era la ricerca spasmodica di una dinamicità energica, competitiva, vincente, ardita, coraggiosa. La neonata formazione di Gianfranco Fini è, a mio parere, una coalizione cresciuta per opporsi ad un temuto Federalismo o perlomeno per contrastarlo; per opporsi al berlusconismo. Ho letto anche che tra i personaggi che hanno trasmesso valori alla destra finiana (che destra non è) figurano anche alcuni uomini come Gentile e d’Annunzio. Orrore. Non scomodiamo Gabriele d’Annunzio per accostarlo alle caratteristiche del vero finiano, né il Futurismo per accostarlo ad un partitino disposto ad accoppiarsi con democristiani e comunisti (insieme) pur di raggiungere il suo scopo.

Cementificazione, Parma al terzo posto

Centinaia di migliaia di bambini vengono sempre più privati di spazi fondamentali di verde e costretti a vivere in città e territori sempre più insani, squallidi e asociali. Il peggiore esempio è a Taranto, dove ogni bimbo ha a disposizione come "verde" uno spazio equivalente a una foglia di insalata (0,2 mq). Le cifre emergono dall’Atlante dell’infanzia in Italia, presentato oggi da Save the Children.
Tra i il 1998 e il 2006 la cementificazione del suolo ha raggiunti livelli altissimi in molte città italiane: in testa alla classifica Roma, con un incremento annuo di 336 ettari di suolo "impermeabilizzato", per un totale di 23 chilometri quadrati di costruzioni; seguono Venezia, Parma, Milano, Taranto. Napoli, pur non essendo nella top ten, condivide tuttavia con Milano il primato di città per tre quarti della sua superficie ricoperta da cemento e costruzioni e priva di aree verdi attrezzate.
Il Nord spicca anche per gli elevati tassi di inquinamento dell’aria, anche in rapporto al resto d’Europa: Torino, Milano, Brescia, Padova, Modena, Bergamo, Pescara, Napoli, Venezia, Rimini e Reggio Emilia si segnalano non solo in Italia ma anche in Europa per il maggior numero di giorni di superamento del valore limite di particolato, polveri sospese nell’aria che penetrano nelle vie respiratorie causando problemi cardio-polmonari e asma. E in molte di queste città risultano oltre i livelli di guardia anche le concentrazioni di biossido di azoto. E se la città peggiore per quantità di verde è Taranto, poveri di verde sono anche i bambini che vivono a Imperia, Savona, Lecco, Ascoli Piceno, Chieti, Crotone e Olbia che non possono contare su più di 5 mq di verde ciascuno. Il primato in positivo, cioè di capoluogo di provincia ben al disopra della media nazionale per verde pro-capite (che è di 106 metri quadri per abitante), spetta invece all’Aquila con 2.787 metri quadri, i cui giovani abitanti tuttavia debbono fare i conti con le ferite aperte e lasciate dal terremoto.

mercoledì 17 novembre 2010

Parma: Polo scientifico fermo da anni bloccato dalla mano della camorra

E'’ lunga 675 chilometri la mano che paralizza la scienza, che soffoca i lavori del campus universitario, che ferma un cantiere da cinque milioni di euro. E’ la mano della camorra, arrivata a Parma al seguito di un imprenditore vittima dei clan, costretto a vivere sotto scorta, minacciato di morte e ridotto sull’orlo del fallimento da Michele Zagaria, primula rossa dei casalesi e già noto alle cronache parmigiane per uno sporco affare di riciclaggio di denaro tramite agenzie immobiliare nostrane.

Le grandi aule destinate ad Agraria, Architettura ed altre facoltà carenti di spazio sono ferme da almeno due anni. Il cantiere, aperto nel 2004, per ora è un deserto di erba e cemento, piloni in mezzo alle sterpaglie, gru fantasma. Gli studenti, con email e segnalazioni a Repubblica, chiedono il motivo dell’interruzione dei cantieri.

Quelle strutture, come tante altre opere di Parma, dovevano essere eseguite dalla ditta Emini Spa di Aversa. L’azienda però ha finito con l’abbandonarli perché sotto il costante giogo della camorra. Tangenti e pressioni, secondo una indagine della Dda di Napoli, comandate direttamente da Michele Zagaria. Il latitante numero uno del clan dei casalesi è 
accusato di avere preteso tangenti dalla Emini per alcune costruzioni in corso di realizzazione “nell'area di sua influenza”. Area, quella del Nord Italia, ben definita: Parma, come denunciato dallo scrittore Roberto Saviano in polemica con il prefetto Paolo Scarpis, Modena, e altre zone strategiche dell’Emilia. 

La Emini ha lunghi trascorsi di appalti sul territorio ducale. Non solo quelli del sottopasso e della tangenziale di via Budellungo (cantieri da otto milioni di euro, abbandonati e riassegnati dal Comune nel 2008), ma anche quelli dell’impianto fognario della stessa area e, appunto, i cantieri per il Polo scientifico del Campus. Altre opere, come il centro servizi amministrativi di Sorbolo, sono invece stati completate negli scorsi anni. Francesco Emini però, titolare dell’omonima ditta di costruzioni con oltre duecento dipendentistanco di pagare il pizzo, a quanto riferito dalla stessa procura, avrebbe parlato ribellandosi: da allora vive sotto scorta ed è stato vittima di minacce e bombe carta nella sua casa campana. La successiva indagine della Dda ha portato all'arresto di undici persone, tutti elementi di vertice e di spicco del clan dei casalesi, colpevoli di aver estorto denaro all’'imprenditore.

Anno 2004, Oriana Fallaci in versione "PREVEGGENTE" parla di Fini.

Signor Vicepresidente del Consiglio, Lei mi ricorda Palmiro Togliatti. Il comunista piú odioso che abbia mai conosciuto, l'uomo che alla Costituente fece votare l'articolo 7 ossia quello che ribadiva il Concordato con la Chiesa Cattolica. E che pur di consegnare l'Italia all'Unione Sovietica era pronto a farci tenere i Savoia, insomma la monarchia. Non a caso quelli del la Sinistra La trattano con tanto rispetto anzi con tanta deferenza, su di Lei non rovesciano mai il velenoso livore che rovesciano sul Cavaliere, contro di Lei non pronunciano mai una parola sgarbata, a Lei non rivolgono mai la benché minima accusa.
Come Togliatti é capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla, che non abbia ben soppesato ponderato vagliato per Sua convenienza. (E meno male se, nonostante tanto riflettere, non ne imbrocca mai una). Come Togliatti sembra un uomo tutto d'un pezzo, un tipo coerente, ligio alle sue idee, e invece é un furbone. Un maestro nel tenere il piede in due staffe. Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa piange lacrime di coccodrillo allo Yad Vashem, e poi formica nel modo piú sgradevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che "lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando".
Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioé a Mussolini che nel 1937 (l'anno in cui Hider incominció a farsela col Gran Muftí zio di Arafat) si scopre "protettore dell'Islam" e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d'Apollonia lo riceve tuonando: "0 Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtú vengono cantate da vicini e lontani!". Poi gli consegna la famosa spada dell'Islam. Una spada d'oro massicio, con l'elsa tempestata di pietre preziose. Lui la sguaina, la punta verso il sole, e con voce roboante esclama: "L'Italia fascista intende assicurare alle popolazioni mussulmane la pace, la giustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta, vuole dimostrare al mondo la sua simpatia per l'Islam e pei mussulmani!". Quindi salta su un bianco destriero e seguito da ben duemilaseicento cavalieri arabi si lancia al galoppo nel deserto del futuro Gheddafi. Ma erravo. Quel colpo di scena non era una reminiscenza sentimentale, un caso di mussolinismo. Era un caso di togliattismo cioé di cinismo, di opportunismo, di gelido calcolo per procurarsi l'elettorato di cui ha bisogno per competere con la Sinistra e guidare in prima persona l'equivoco oggi chiamato Destra. Signor Vice presìdente del Consiglio, nonostante la Sua aria quieta ed equilibrata Lei é un uomo molto pericoloso. Perché ancor piú degli ex-democristiani (che poi sono i soliti democristiani con un nome diverso) può usare a malo scopo il risentimento che gli italiani come me esprimono nei riguardi dell'equivoco oggi chiamato Sinistra. E perché, come quelli della Sinistra, mente sapendo di mentire. Pagano le tasse, i Suoi protetti islamici?!? Quanti di loro pagano le tasse?! ? Clandestini a parte, spacciatori di droga a parte, prostitute e lenoni a parte, appena un terzo un po' di tasse! Non le capiscono nemmeno, le tasse. Se gli spiega che servono ad esempio per costruire le strade e gli ospedali e le scuole che anch'essi usano o per fornirgli i sussidi che ricevono dal momento in cui entrano nel nostro paese, ti rispondono che no: si tratta di roba per truffare loro, derubare loro. Quanto al Suo vogliono-integrarsi, si stanno integrando, chi crede di prendere in giro?!?
Uno dei difetti che caratterizzano voi politici la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, dargli a bere fandonie, negare o ignorare le realtá piú evidenti. Piú visibili, piú tangibili, piú evidenti. Ma stavolta no, signor mio. Stavolta Lei non puó negare ciò che vedono anche i bambini. Non puó ignorare ció chee ogni giomo, ogni momento, avviene in ogni cittá e in ogni villaggio d'Europa. In Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, ovunque si siano stabiliti. Rilegga quel che ho scritto su Marsiglia, su Granada, su Londra, su Colonia. Guardi il modo in cui si comportano a Torino, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma. Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identitá e rifiuta d'integrarsi come i mussulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l'integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: "Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L'amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell'indipendenza, dell'egemonia, mirano a sormontarci. E l'Islam sormonta.
Non si fa sormontare". Oppure questa: "Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combattete li con qualsiasi sorta di tranelli". In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia. Signor Fini, ma perché come capolista dell'Ulivo non si presenta Lei?».

Oriana Fallaci
New York, Gennaio 2004

GLI UOMINI SONO TUTTI UGUALI....I GIUDICI NO !!

L’esempio che ci arriva da Giuseppe Pignatone, procuratore di Reggio Calabria, è di quelli che fanno onore alla magistratura. Pignatone è infatti un magistrato sui generis rispetto ai tanti (purtroppo) che siamo abituati a sentire in televisione o a leggere sui giornali. Lui non parla, non fa proclami: lavora. Non blatera, non cerca ribalte: indaga. Ed è cosciente di rischiare la vita, così come lo era quando svolgeva le funzioni di procuratore aggiunto a Palermo. È un magistrato del fare, non del tramare. Per questo, a Reggio, le cosche gliel’hanno giurata da tempo: lo vogliono morto. Il suo esempio dovrebbe fare arrossire di vergogna molti dei suoi colleghi, traffichini e pavidi fino al limite della codardia. Mi spiego.
In Italia ci sono numerosi uffici giudiziari che sono etichettati come «sedi disagiate» (in realtà sarebbe meglio dire sgradite): fra questi ci sono quelle procure o quei tribunali aggrediti dalla criminalità organizzata. Come Reggio Calabria, appunto, o come numerosi distretti in Sicilia e Campania. In queste trincee del diritto mancano oltre 150 magistrati. In passato venivano coperti da uditori giudiziari, i cosiddetti giudici ragazzini ovviamente inesperti perché di prima nomina. Per assicurare una copertura «di livello» dei posti, il ministero della Giustizia si è mosso da tempo. Occorre fare una precisazione. In Italia, come recita l’articolo 107 della Costituzione, «i magistrati sono inamovibili»: non possono essere trasferiti come ogni altro impiegato statale. Nelle intenzioni dei padri costituenti questa doveva essere una garanzia per la loro indipendenza: li metteva al riparo dal pericolo di traslochi punitivi, decisi magari per privarli della titolarità di un’inchiesta sgradita. Questa garanzia, però, col tempo si è trasformata in un odioso privilegio: decidono loro e solo loro, casomai, quando vogliono essere trasferiti tanto che la Costituzione precisa che salvo i casi disciplinari (pressoché inesistenti) il trasferimento deve avvenire «con il loro consenso».
Torniamo alle sedi disagiate. Per coprire i posti là dove l’aggressione della criminalità organizzata è soffocante, il ministero della Giustizia ha messo a punto una legge che permette al Consiglio superiore della magistratura (l’unico organo titolare di trasferimenti e promozioni dei giudici) di risolvere il problema. Come? Con una procedura che prevede trasferimenti su richiesta e, se non arrivano le domande, con trasferimenti d’ufficio ma con criteri automatici (peraltro in luoghi vicini a dove lavoravano) che escludono qualsiasi sospetto di eventuali punizioni e comunque per una durata massima di quattro anni. Questo succedeva grazie a un decreto del governo del dicembre 2009 poi diventato legge a febbraio di quest’anno. Bene: la legge non è stata mai applicata dal Csm. Tutti sono rimasti ai loro posti mentre continuano a essere scoperte le sedi disagiate.
Vorrei aggiungere che per chi va in una di queste sedi disagiate il governo ha previsto anche un incentivo economico di tutto rispetto. Il magistrato, infatti, riceve in busta paga quasi 2 mila euro netti al mese in più oltre a un bonus a fondo perduto di alcune migliaia di euro versati all’atto del trasferimento. Non solo. Questi magistrati avranno anche benefici automatici di carriera.  Perché allora invece di tante chiacchiere il Csm non si dà una mossa? Anche qui la risposta è semplice e, allo stesso tempo, disarmante: per logiche di corporazione. La maggior parte dei componenti del Csm sono magistrati eletti da magistrati. Sono organizzati come partiti, ma guai a dirlo. Quando si vota applicano le stesse logiche della politica politicante: promettono favori, garantiscono coperture, amministrano clientele. Senza dimenticare che l’Associazione nazionale magistrati (di fatto il sindacato delle toghe) esercita sul Csm un potere di condizionamento enorme. È sufficiente così una telefonata di un magistrato che sa di poter essere trasferito d’ufficio al collega del Csm o al «referente» dell’Anm per bloccare tutto. A proposito: ovviamente l’Anm si stracciò le vesti dopo il decreto del governo e proclamò uno sciopero. Tutto ciò non vi suona ridicolo se vi capita di leggere i pettoruti attestati di solidarietà inviati dall’Anm al valoroso collega Pignatone di Reggio Calabria?

LO SAPEVI CHE..........

Si chiama «Zerostudio's» ed è la società a responsabilità limitata costituita il 21 maggio di quest'anno davanti al notaio Antonio Caruso di Roma dallo stesso Santoro e dalla seconda moglie Sanja Podgajski. La società ha sede in Roma in Corso Francia 221, un capitale sociale di 60.000 euro di cui 42.000 in quota a Santoro e 18.000 alla consorte che di lavoro fa la psicologa ma ha accettato l'incarico di amministratore unico. La parte più interessante riguarda però le attività elencate nell'articolo 3 dello statuto dove si legge che «Zerostudio's» ha per oggetto «la realizzazione, pubblicazione, distribuzione, importazione ed esportazione, in proprio e per conto di terzi, di prodotti editoriali, sia a carattere unico sia a carattere periodico, che utilizzano supporti e canali di diffusione non cartacei, compresi anche, a titolo esemplificativo, mezzi di diffusione e di informazione cinematografici, radiotelevisivi, reti e banche dati informatiche e telematiche, reti videotel, audiocassette, dischi vinile, compact disc, CDRom, software, applicazioni Internet, opere multimediali, audiovisivi, testi e altri beni e servizi connessi». L'aziendina dei Santoro potrà occuparsi anche di «produzione, acquisto, vendita, videoregistrazione, diffusione di film, cortometraggi, lungometraggi televisivi, documentari cinematografici e programmi radiofonici in proprio e per conto terzi».
In sostanza una piccola casa di produzione. Michele non si accontenta e vuole occuparsi pure delle «connesse attività di organizzazione e gestione di conferenze, seminari, congressi, convegni di studio, corsi di aggiornamento professionale anche a carattere internazionale, sia in Italia che all'estero». I contributi pubblicitari sono fondamentali per far decollare l'attività. Quindi meglio mettere nello statuto anche «la raccolta e la gestione della pubblicità da inserire nelle trasmissioni televisive e della pubblicità editoriale; la pubblicità su internet, la pubblicità murale, editoriale, radiofonica, audiovisiva e televisiva». L'obiettivo di Santoro è infine sfruttare la rete e le nuove tecnologie media magari per ripetere l'esperimento di Raiperunanotte. Ecco dunque che nello statuto spuntano «la produzione, la realizzazione, la diffusione, la trasmissione via etere, via internet, via cavo o con qualsiasi altro mezzo, apparecchio o attrezzatura, anche se attualmente non esistente e non utilizzabile, di programmi tv e homevideo, telefilm e spettacoli dedicati ai canali tv».
Per non farsi mancare nulla Santoro vuole cimentarsi anche con la musica («produzione e distribuzione discografica, realizzazione di colonne sonore»), il cinema («esercizio e gestione di imprese cine-radio televisive; acquisto e gestione di sale cinematografiche e locali di pubblico ritrovo, ivi compresi discoteche e simili»). Michele vuole soprattutto «l'acquisizione e lo sfruttamento di diritti di trasmissione di eventi; lo sfruttamento di concessioni proprie e di terzi, rilasciate dalle pubbliche autorità, per la gestione di emittenti televisive, per la diffusione di programmi nazionali ed esteri». E molto altro ancora che fa già della «Zerostudio's» – al momento inattiva secondo la banca dati della Camera di Commercio – un impero multimediale. Magari concorrente della Rai

martedì 16 novembre 2010

Qualche raro momento di lucidità di "sinistra"

"Di sinistra, Antirazzista ma contro l'invasione straniera" . Sul sito si legge come preambolo una “bizzarra” analisi sul sistema Liberal-Capitalista dell’occidente. Si sa bene che ne esiste un altro, ma che non ha fatto altro che portare una super potenza come la Russia a sfasciarsi e a creare un disastro economico-sociale. Anche la Cina, come altri paesi, come è noto, sia pure coi i loro tempi,  stanno cambiando, molta strada devono ancora fare, la democrazia e le libertà sono ancora lontane ma è solo l'inizio. Oltre a queste e altre filosofiche demagogie, prettamente di sinistra, si possono leggere pensieri sicuramente più condivisibili, solo un paio di esempi : Questa che chiamano "immigrazione" è in realtà una devastante invasione dell'Italia e dell'Europa ad opera di tutte le popolazioni del mondo, con l'incredibile consenso degli invasi”. E ancora :” Non si tratta di razzismo, che aborriamo e condanniamo nel modo più deciso, non di xenofobia, e neanche di nazionalismo, ma della difesa della biodiversità, qualunque e dovunque essa sia”. E ancora :” Non esistono e non sono mai esistite le società multietniche, le guerre continue in ogni parte del mondo laddove questo si è verificato forzatamente o casualmente, stanno lì a dimostrarlo: in Jugoslavia, nel Medio-oriente, nell'Irlanda del nord, in Spagna, in Iraq, in Turchia, etc etc etc, ovunque“. Questo nostro sistema, ha solo bisogno di uomini/donne meno egoisti, più umani, bisogna preservare il valore "famiglia" e per famiglia intendo un uomo, una donna e dei figli . Bisogna difendere il valore non della nostra , ma di tutte le diversità e le culture. Ma tutto questo nulla ha a che vedere con i difetti di questo sistema che deve essere guidato in modo che il benessere sia distribuito il più equamente possibile.
Quello capitalistico-liberale pare sia l'unico sistema bene o male funzionante se, come è vero, che negli ultimi trenta anni la fame nel mondo è dimezzata, molte malattie debellate e la vita media anche dei Paesi più poveri si è allungata tantissimo e dimezzato il numero di bambini che non superano l'adolescenza. La strada è ancora lunga ma concreta e percorribile. Purtroppo non è il sistema sbagliato ma l'uomo, che col suo egoismo e cinismo lo distorce. Fare certe analisi, dovrebbe spingerci tutti verso un continuo miglioramento del sistema e non a una sua distruzione. 

Fini e i nuovi Italiani.

La follia Politica di Fini non ha più confini, chi lo avrebbe mai detto che il delfino di uno dei Leader Politici del dopo guerra comunque riconosciuto tale dalla storia politica e da tanta gente potesse arrivare  a questo. Il suo padre putativo si rigirerà nella tomba dall’orrore e bene ha fatto la Signora Almirante a rinnegarlo .
Il nome del nuovo alleato di Fini è Radwan Khawatmi !! Si avete letto bene !! Un enigmatico personaggio Siriano, arrivato in Italia a 17 anni e diventato milionario in Italia producendo frigoriferi in Siria, Algeria e Iran. Una persona che afferma che il suo Corano non incita alla violenza contro gli infedeli (leggasi cristiani). Che viene da un paese al 95% mussulmano di corrente “sunnita” (la più fondamentalista) che prevede la sharìa, la sudditanza delle donne considerate una proprietà, la condanna a morte per l’omicidio, l’adulterio l’omosessualità e la bestemmia.(solo quella contro Allah ovviamente).
I suoi maggiori interessi sono appunto in Siria, in Algeria e in Iran, Paesi che si presentano da soli e di cui tutto il mondo ne conosce le potenzialità terroristiche.
Ha fondato una associazione composta da extracomunitari che ha chiamato “I Nuovi Italiani”. Il suo scopo è quello di ottenere il voto per gli extracomunitari. Trasformare il tutto in un partito e offrirsi al miglior offerente. Sempre lo stesso identico discorso fatto con chiunque gli abbia dato voce, Casini, il Pd e ora Fini. Non so onestamente cosa davvero intenda fare Fini, ma una cosa è sicura, l’avvenente Signora Tulliani deve avergli dato alla testa e non solo a quella….e così si è fatto l’ennesimo autogol !!