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venerdì 8 luglio 2011

Il sindaco del Pd che si candida nonostante sia imputato e, dopo aver vinto le elezioni, rivela che la prescrizione tarderà

Succede in provincia di Bari, nella vendoliana Puglia.

Domenico Gatti, del Partito Democratico, è imputato in un processo per falsità ideologica in atti pubblici. A maggio, però, è riuscito a candidarsi alla carica di sindaco di Modugno, cittadina di 35.000 abitanti, garantendo ai dirigenti locali del partito che al momento della sua eventuale elezione il reato sarebbe stato prescritto. Ma i calcoli, in buona o cattiva fede, erano sbagliati: la prescrizione non arriverà prima del 2012. E intanto, l'imputato ha vinto le elezioni ed è diventato sindaco.

Il primo consiglio comunale a Modugno, dopo le elezioni di fine maggio che hanno sancito la vittoria di Domenico Gatti, si è tenuto ieri (4 luglio) in prima seduta. La seconda seduta sarà domani. Il nuovo sindaco si è dunque ormai messo all'opera, ma sulla sua testa pende la strana anomalia. Già prima delle elezioni, infatti, il caso di Gatti era balzato all'attenzione della cronaca poltica, anche nazionale, a causa della candidatura accettata nonostante fosse imputato in un processo per falsità ideologica in atti pubblici commessa in veste di pubblico ufficiale.

I fatti riguardano una questione relativa ad alcuni lavori edili. Tutto risale a quando il neo-sindaco lavorava per l'Istituto Case popolari di Bari: in veste di direttore dei lavori di alcuni cantieri di proprietà Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari), è accusato di aver falsificato un documento sullo stato di avanzamento di cantieri per la ristrutturazione di case popolari a Sannicandro (Bari), obbligatorio per le opere pubbliche, liquidando ad un'impresa edile denaro per lavori che invece non sono stati compiuti. L'inchiesta, del 2003, riguardava l'allora presidente dello Iacp, Gaetano Mossa, che poi è stato anche arrestato con altri sei dirigenti dell'istituto per presunte irregolarità compiute tra il 1999 e il 2004. Il 2 febbraio 2007 il gip Antonio Lovecchio ha rinviato a giudizio dodici persone tra cui Gatti, che è stato imputato "per i reati di cui agli articoli 81, 479 in relazione all'articolo 476 codice penale perché in esecuzione di un medesimo disegno criminoso nella sua qualità di pubblico ufficiale attestava falsamente gli stati di avanzamento lavori 1 e 2 dell'appalto affidato all'impresa Multimedia costruzioni".

In occasione delle elezioni amministrative dello scorso maggio, l'esponente del Pd è riuscito ugualmente a candidarsi a sindaco affermando che sarebbe riuscito ad ottenere la prescrizione prima del suo eventuale insediamento. Ma secondo quanto affermato, soltanto ieri, dallo stesso legale di Gatti, l'avvocato Tommaso Barile, la prescrizione non arriverà prima del prossimo anno: il 2012. Stranamente i conti erano sbagliati: la prescrizione che sarebbe dovuta arrivare da un'udienza processuale di un paio di settimane fa è ancora lungi da venire. Si dimetterà il sindaco Gatti, dopo aver "sbagliato i conti"?
  
Fonte: Ansa

mercoledì 6 luglio 2011

Calano cassa integrazione e infortuni sul lavoro: "l'azienda Italia" è viva

Due dati confortanti hanno caratterizzato la giornata di ieri in tema di lavoro e occupazione: il calo della cassa integrazione e la riduzione degli infortuni. Il primo suggerisce di guardare al futuro con maggiore fiducia: le aziende cominciano a riprendere la produzione, a camminare dunque sulle proprie gambe. Il secondo dato è un primato: per la prima volta il numero degli infortuni è sceso al di sotto delle mille unità. Per quanto contrapposti (il primo declina, infatti, una situazione di “lavoro che non c’è”, mentre il secondo di un’occupazione che c’è ma che fa danni), i due dati sono un messaggio incontrovertibile: è ancora viva l’azienda Italia. E’ ripresa l’attività produttiva e i posti di lavoro sono più sicuri rispetto al passato.
Cominciamo dai dati diffusi dall’Inps sulla cassa integrazione. L’ente di previdenza parla di “brusca frenata”. Nel mese di giugno, infatti, le ore autorizzate di cassa integrazione sono diminuite del 20,1% rispetto al mese di maggio e lo stesso calo (del 20%) si è registrato anche rispetto a un anno fa, al mese di giugno 2010. Dal Nord Ovest arrivano i segnali più rassicuranti; meno decisivi quelli provenienti dal Mezzogiorno. Rispettivamente, infatti, le richieste a giugno sono calate del 25 per cento e del 22,3% sul mese di maggio. La flessione, precisa l’Inps, interessa tutte le categorie di cassa integrazione. Nel mese di giugno rispetto a maggio, in particolare, sono calate sia le ore autorizzate d’integrazione guadagni ordinaria (Cigo) del 5,9%; sia le ore autorizzate d’integrazione guadagni straordinaria (Cigs) del 34,7%; e sia le ore autorizzate d’integrazione guadagni in deroga (Cigd) del 24,9%).
La cassa integrazione (Cigo, Cigs o Cigd) è l’intervento d’integrazione salariale (appunto) erogato dall’Inps, con la funzione di integrare o di sostituire la retribuzione dei lavoratori che si vengono a trovare in precarie condizioni economiche a causa della sospensione o della riduzione dell’attività lavorativa. La Cigo spetta nei casi di sospensione o contrazione dell’attività produttiva dovute a: eventi temporanei e non imputabili al datore di lavoro o ai lavoratori; situazioni temporanee di mercato; intemperie stagionali. La Cigs è finalizzata a fronteggiare gravi situazioni di eccedenza occupazionale che potrebbero portare a licenziamenti; spetta nei casi di: ristrutturazione, riorganizzazione, riconversione aziendale; crisi aziendale; procedure concorsuali. Infine, la Cigd è rivolta alle imprese non destinatarie della cassa integrazione guadagni, ordinaria e straordinaria. Spetta in caso di sospensione del rapporto di lavoro e in presenza di un intervento integrativo da parte degli enti bilaterali, dopo aver esaurito gli interventi specifici del settore (ossia l’indennità di disoccupazione per lavoratori sospesi).
Tornando ai dati, per il Presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, “il segnale è univoco e forte”. Ed ha aggiunto che “il dato è coerente con la ripresa del pagamento dei contributi da parte delle aziende”. Questo è ciò che maggiormente rassicura sul fatto che vi sia una ripresa produttiva: infatti, un calo della cassa integrazione senza simultaneo incremento delle entrate contributive avrebbe avuto altro significato, quale il rischio del definitivo collasso del tessuto produttivo.
Una buona ventura prospettano pure i dati dell’Inail. Che ieri con la relazione del presidente, Marco Fabio Sartori presso la Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, ha presentato il Rapporto annuale sull’andamento infortunistico nel 2010, in presenza del Ministro del lavoro, Maurizio Sacconi.
Il rapporto evidenzia un ulteriore calo degli infortuni sul lavoro in Italia. In particolare, gli infortuni denunciati sono risultati 775mila, in calo dell’1,9% rispetto ai 790mila che ci furono nel 2009. Il dato da primato è il numero degli infortuni mortali: è sceso sotto la soglia dei mille, cioè a 980, con un calo del 6,9% (nel 2009 furono 1.053, 1.452 dieci anni fa) e toccando, così, il nuovo minimo storico dal dopoguerra.
I settori che hanno maggiormente beneficiato del calo infortunistico sono l’agricoltura (calo del 4,8% degli incidenti e del 10% dei casi mortali) e l’industria (meno 4,7% gli infortuni e meno 10% i casi mortali). Il ramo dei servizi, invece ha registrato una sostanziale stabilità degli infortuni (aumentati dello 0,4%) e un modesto calo (del 3%) degli incidenti mortali.
Il calo del fenomeno infortunistico è certamente dovuto in parte al raggiungimento del picco della crisi economica. Sotto questo aspetto, si giustifica il fatto che la flessione maggiore si sia avuta nel Mezzogiorno (con un meno 3,2%), area appunto penalizzata più delle altre dalla scarsa occupazione; seguita dal Centro (con un meno 1,8%), dal Nord Est (con un meno 1,6%) e dal Nord Ovest (con un meno 1,3%). Il 60% degli incidenti si è concentrato, quindi, nelle zone settentrionali dove maggiore è la densità occupazionale.
E’ andata peggio alla manodopera straniera. Gli incidenti sono aumentanti dello 0,8%, con una forte componente femminile per la quale l’incremento è stato del 6,8% (per i maschi addirittura c’è stato il calo dell’1,2%). Tuttavia, le morti bianche, anche in questo caso, sono fortunatamente scese del 4,2%.
Il dato assolutamente negativo è quello sulle denunce della malattie professionali. Nel 2010, infatti, si è registrata la cifra record di 42.347 casi (nel 2009 furono 34.753, in un progressivo incremento dalle 26.752 che si registrarono nel 2006). Le patologie più frequenti sono state di tipo osteo-articolare e di tipo muscolo-tendinee dovute al “sovraccarico biomeccanico”. Con tutto il riguardo nei confronti di chi ne soffre, si tratta tuttavia di patologie addebitabili, naturalmente, al fisiologico logorio della vita moderna: del resto, un lavoro senza fatica non è stato ancora inventato.  
Il Presidente dell’Inail ha ribadito il suo impegno nella “diffusione capillare e mirata delle azioni di prevenzione” per arrivare ad un ulteriore “salto di qualità”. Il ministro del lavoro ha parlato di dati “certamente incoraggianti e positivi”. “Sta crescendo la cultura della sicurezza”, ha aggiunto infine Maurizio Sacconi, “nonostante le pressioni competitive particolarmente forti in questo periodo”.

martedì 5 luglio 2011

Qualcuno conosce un bravo psicologo (ma molto bravo) per Sabina Guzzanti?

Ma chi sarà questa donna che si alza e comincia a inveire contro Capezzone e altri esponenti del Pdl in una conferenza stampa a Roma sull'ex cinema Palazzo, preso in affitto da una società che vuole realizzare un casinò?

Una anarchica? Una delle solite scalmanate dei centri sociali? Una "squatter" che occupa case abusivamente?

No, è Sabina Guzzanti. Un personaggio televisivo. Definirla "artista" suonerebbe fesso. Trattasi della "comica" che ha accusato Mara Carfagna di essere lì dov'è grazie a favori sessuali al premier, che ha definito "fetecchia" Giuliano Ferrara in diretta tv, e che ha persino avuto il coraggio di scherzare sul cancro di Oriana Fallaci.

Era da un po' che non assurgeva agli onori della cronaca. Non ne sentivamo la mancanza, ma forse lei di noi sì. Ha voluto lanciare un grido di aiuto.

Questa donna ha bisogno di aiuto, facciamo qualcosa.

Il video si commenta da sè. Una vera scenata isterica dell'ennesimo personaggio televisivo che ha avuto successo solo perché schierato politicamente, non avendo doti di rilievo.

lunedì 4 luglio 2011

Comunicato Ufficio Stampa Lega Nord sezione di Parma



LEGA   NORD
Segreteria Provinciale di Parma
Piazza Ravenet ,1
43100 Parma


C O M U N I C A T O     S T A M P A


Comune di PARMA



La Segreteria Provinciale della Lega Nord, alla luce dei fatti che hanno coinvolto dirigenti del Comune di Parma e dell’annunciata volontà del Sindaco, Pietro Vignali,  di non ricandidarsi alle prossime elezioni, ribadisce preoccupazione per la salute economica del Comune, auspicando che le vicende politiche che hanno interessato la maggioranza (di cui la Lega Nord non fa parte essendo all’opposizione) non interferiscano negativamente nel processo di risanamento dei conti del Comune.
Per Roberto Corradi ed Andrea Zorandi, rispettivamente Segretario Provinciale e Segretario Cittadino della Lega Nord: “Con le dimissioni di assessori e la rinuncia ad una seconda candidatura da parte di Vignali, prendiamo atto del fallimento di un modello politico-amministrativo che aveva fatto dell’autoreferenzialità la propria regola di funzionamento.
La Lega Nord ha svolto con coerenza il proprio ruolo di opposizione, nei confronti delle tante scelte, troppe, inopinatamente “calate dall’alto” da un’Amministrazione Comunale restia al confronto e refrattaria alle numerose proposte costruttive (e non demagogiche)  formulate dal Carroccio parmigiano.
Auspichiamo che i pochi mesi che ancora restano all’Amministrazione, vengano utilizzati per rivedere scelte precedenti, rivelatesi sbagliate, ed altresì per fare chiarezza su vicende (vedi l’inceneritore di Parma) che meritano approfondimenti e chiarimenti che i cittadini chiedono da tempo sia al Comune che alla Provincia di Parma.
Prendiamo atto della fine di una stagione politica che non abbiamo mai condiviso; certi che gli elettori, quando saranno chiamati ad esprimersi, sapranno premiare la coerenza della Lega Nord ed il contenuto delle nostre proposte per il risanamento ed il rilancio di una Città che non può, e non deve, rassegnarsi ad un futuro da “serie B”.
Parma, 28 giugno 2011                                    Ufficio Stampa Lega Nord PARMA

Le TRE pensioni d'oro di Prodi: 14.254 euro al mese

Ma quanto è diventata cara la mortadella. Persino in tempo di crisi. 14.000 euro al mese, mica bruscolini.
Tranquilli, però, non stiamo parlando dell'insaccato. Quello è ancora alla nostra portata, grazie al cielo.
Il Mortadella tanto caro alle tasche degli italiani ha invece un nome e cognome: Romano Prodi, per due volte presidente del Consiglio italiano. Ed anche, come quasi tutti ricordano, ex presidente della Commissione Ue. E pure ex docente universitario.

Un vero factotum, che però ora è in pensione. E percepisce ben tre vitalizi:
Una somma che deve averlo un po' imbarazzato, se in una dichiarazione Ansa del 24 novembre 2010 si è abbassato l’assegno previdenziale, citando correttamente i 5.283 della commissione europea, ma poi mentendo sui 1.797 euro lordi da ex parlamentare e i 2.811 lordi come ex professore universitario: in realtà quelle cifre da lui comunicate sono al netto. E al lordo corrispondono appunto a 4.725 (precisamente 4.725,04) e 4.246 (4.246,43) euro mensili.

Il cumulo di vitalizi d’oro è in realtà una consuetudine abbastanza diffusa, anche e soprattutto fra i "compagni" difensori degli operai. Armando Cossutta, ad esempio, incassa una pensione Inps dal  , grazie alla famosa legge Mosca, attraverso la quale il "nemico" Stato borghese ha riconosciuto a dirigenti di partito e sindacalisti contributi mai versati.
Dal 2008, però, Cossutta percepisce ben due pensioni: all’assegno Inps si è aggiunto il sostanzioso vitalizio parlamentare, 9.604 euro lordi al mese, una cifra che rappresenta una burla per qualsiasi operaio. Tanto più che al momento di lasciare il Parlamento, dopo la bellezza di ben 10 legislature, l'ex leader dei Comunisti italiani ha pure incassato una liquidazione pari a 345.744 euro, da lui stesso definita senza troppa vergogna «assegno di solidarietà».

Cossutta forse si è sistemato, ma il buon Romano Prodi, con le sue tre pensioni per un totale di 14.000 euro mensili, riuscirà ad arrivare alla quarta settimana? O ha bisogno di tornare in politica?


E il Pd super-indebitato si fa pignorare 33 milioni di euro di rimborsi elettorali

Volete un esempio di gestione oculata di un bilancio? Non fate come il Pd. O meglio, come gli ex Ds. Il partito che cambia un segretario all'anno avrebbe bisogno pure di tanti tesorieri, perché è riuscito nell'impresa di farsi pignorare i rimborsi elettorali dalle maggiori banche italiane. Tutte creditrici.

I rimborsi elettorali sono stati percepiti regolarmente nel 2006 e 2007, ossia fino a quando i Ds sedevano in Parlamento. Con le elezioni politiche anticipate del 2008, però, i Ds hanno di fatto smesso di partecipare alle consultazioni. Al loro posto, come si sa, si è presentato il Pd.
A quel punto il pool di banche creditrici, venendo a conoscenza che il partito non ci sarebbe più stato, ha pensato di rivalersi sull'unica entrata certa: i rimborsi elettorali, per l'appunto. Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds, racconta: "Dal 2008 non ho più visto un baiocco, o per meglio dire un euro". Già, tutti i "baiocchi" sono stati sequestrati, in attesa che "il tribunale di Roma risolva il giudizio intentato provvedendo alla ripartizione pro quota delle somme pignorate alle banche creditrici" come rivela lo stesso Sposetti sul sito Repubblica.it.


L'ammontare del pignoramento è pari alla cifra di 33 milioni di euro. Oltre alle maggiori banche italiane, s'è inserita pure una parte di dipendenti al fine di garantirsi quantomeno la quota del Tfr spettante fino a quel momento.

Ma il debito degli ex Ds ora Pd a quanto ammonta? Qui Sposetti si fa sconsolato ma anche un po' fatalista: "L'entrata prevista dai rimborsi elettorali era di 33 milioni. Il debito è qualche cosa di più". Apperò!! Qualche cosa di più quanto? "Eeeh quanto. Sta scritto in bilancio, adesso non ricordo. Insomma, qualche decina di milioni di euro. Non è che uno fa i manifesti per le proprie disgrazie. Uno si deve presentare agli altri in modo sereno, tranquillo". Contento lui!

Sarà uscito qualcosa sul Fatto Quotidiano? Niente da fare. Travaglio, Padellaro e company hanno preferito dedicare un lungo articolo sull'"irresponsabile Scilipoti" che deve 230mila euro ad un ingegnere (attenzione, non qualche imprecisata decina di milioni, sicuramente più dei 33 pignorati, come i Ds) e si è visto pignorare una somma pari a 333mila euro. Qui
l'articolo a firma Giuseppe Giustolisi riportato su un sito internet: http://idv-voghera.blogspot.com/2011/04/irresponsabile-scilipoti-pignorati-i.html
Scelte editoriali targate Fatto Quotidiano.

In video le dichiarazioni del tesoriere Ds/Pd sul sito Repubblica.it, che grazie al cielo qualche volta ancora bacchetta, anche se con simpatia e paternalismo, il Pd: http://tv.repubblica.it/le-inchieste/33-milioni-per-i-ds-ma-io-non-visto-un-baiocco/71373?pagefrom=1

Di: Riccardo Ghezzi