notizie dal Governo.
Giustizia: varato dal Consiglio dei ministri il Codice antimafia
Con l’obiettivo immediato di ottenere un punto di riferimento normativo completo e di semplificare l’attività dell’interprete è stato approvato dal Consiglio dei ministri del 9 giugno il Codice antimafia. Il testo unico raccoglie tutta la normativa vigente in tema di misure di prevenzione, aggiornata secondo le prescrizioni della legge delega, migliorando in tal modo l’efficienza delle procedure di gestione, di destinazione ed assegnazione dei beni confiscati. Il nuovo Codice completa la riforma della legislazione antimafia avviata dal Governo tra il 2008 e il 2010, in particolare con riguardo a: applicazione della normativa antimafia a tutti i reati di “competenza” delle D.D.A. e attribuzione alle stesse delle indagini patrimoniali e del potere di proporre le misure di prevenzione; possibilità di applicare separatamente le misure patrimoniali e personali. I patrimoni mafiosi possono essere aggrediti anche in caso di morte; rafforzamento del ruolo del Procuratore nazionale antimafia (può fare applicare propri magistrati alle procure distrettuali per la trattazione di singoli procedimenti di prevenzione); istituzione dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
Giustizia: la semplificazione delle procedure riduce a 3 i riti civili
E’ stato approvato dal Consiglio dei ministri del 9 giugno un provvedimento per la semplificazione dei procedimenti civili che da trentatre vengono ridotti a soli 3 modelli previsti dal codice di procedura civile, individuati, rispettivamente, nel rito che disciplina le controversie in materia di rapporti di lavoro, nel rito sommario di cognizione e nel rito ordinario di cognizione. Il Testo Unico risponde all’esigenza di accelerare il sistema giudiziario civile anche al fine di evitare ulteriori condanne della Corte di Giustizia Europea per la violazione del termine di ragionevole durata del processo. L’evoluzione normativa degli ultimi decenni si caratterizza per la estrema proliferazione dei modelli processuali, avvenuta spesso in assenza di un disegno organico ed all’insegna della ricerca di formule procedimentali capaci di assicurare una maggiore celerità dei giudizi. Questo fenomeno si è rivelato nel tempo fattore di disorganizzazione del lavoro giudiziario, unanimemente individuato come una delle cause delle lungaggini dei giudizi civili e di rilevanti difficoltà interpretative per tutti gli operatori del diritto. Nell’esercizio della delega il Governo attua una chiara inversione di tendenza rispetto al passato, razionalizza e semplifica la normativa processuale presente nella legislazione speciale, raccoglie in un unico testo normativo tutte le disposizioni che disciplinano i procedimenti giudiziari previsti dalle leggi speciali, dando così luogo ad un testo complementare al codice di procedura civile, in sostanziale prosecuzione del libro IV.
Nasce la Conferenza della Repubblica, luogo di confronto
Sta per approdare in Parlamento dopo aver avuto l’ok definitivo dal Consiglio dei ministri del 9 giugno un disegno di legge che istituisce la Conferenza della Repubblica, un nuovo modello organizzativo che assorbe al suo interno e sostituisce le attuali Conferenze, sedi di confronto, concertazione e attuazione del principio di leale collaborazione tra lo Stato e le autonomie regionali e locali. Come le precedenti anche la conferenza della Repubblica sarà incardinata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Con riguardo al funzionamento della Conferenza, i decreti delegati dovranno disciplinare le modalità di votazione delle sedute, stabilire termini perentori per l'acquisizione dell'assenso delle autonomie regionali e locali sui provvedimenti del Governo, nonché disciplinare i casi di mancata partecipazione ovvero di astensione alla votazione alle sedute della Conferenza della Repubblica e delle Sezioni, secondo criteri di semplificazione e di celerità, stabilendo la validità della votazione sulla base dei presenti. Al fine di migliorare i lavori della Conferenza e delle Sezioni, si prevede: l'istituzione di commissioni permanenti politiche, suddivise per settori, con il compito di esprimere la propria posizione ai fini della deliberazione della sede plenaria e delle Sezioni; l'introduzione di una disciplina della fase istruttoria delle sedute della Conferenza della Repubblica e delle Sezioni svolta mediante le riunioni tecniche preparatorie; la costituzione di gruppi di lavoro nell'ambito della Conferenza della Repubblica e delle Sezioni, con compiti di approfondimento istruttorio tecnico e politico.
Congedi e permessi per i lavoratori dipendenti: le nuove misure
Il Consiglio dei Ministri del 9 giugno ha approvato in via definitiva il decreto legislativo per il riordino della normativa in materia di congedi, aspettative e permessi dei dipendenti sia pubblici che privati. Le modifiche introdotte ridefiniscono i criteri e le modalità per la loro fruizione e consentono di eliminare alcuni dubbi interpretativi sulle disposizioni vigenti fino ad oggi. Si tratta di un provvedimento che da un lato favorisce i lavoratori che ne fanno richiesta, dall'altro stabilisce importanti misure restrittive al fine di evitare abusi ed illeciti. Tra le novità: nel caso di interruzione spontanea o terapeutica della gravidanza successiva al 180° giorno dall'inizio della gestazione, come pure in caso di decesso del bambino alla nascita o durante il congedo di maternità, le lavoratrici hanno facoltà di riprendere in qualunque momento l'attività lavorativa, con un preavviso di dieci giorni al datore di lavoro, a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario Nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla loro salute. Per ogni minore con handicap in situazione di gravità la lavoratrice madre o, in alternativa, il lavoratore padre, hanno diritto, entro il compimento dell'ottavo anno di vita del bambino, al prolungamento del congedo parentale, fruibile in misura continuativa o frazionata, per un periodo massimo non superiore a tre anni, a condizione che il bambino non sia ricoverato a tempo pieno presso istituti specializzati, salvo che, in tal caso, sia richiesta dai sanitari la presenza del genitore.
Università: nuova normativa per bilanci e commissariamenti
Con l’obiettivo di dar vita ad un nuovo e più moderno sistema contabile che salvaguardi l’autonomia delle Università e garantisca, nel contempo, una rilevazione dei dati omogenea è stato approvato dal Consiglio dei ministri del 9 giugno uno schema di decreto legislativo per la revisione degli strumenti contabili, economico-finanziari e di controllo di gestione degli Atenei. Lo stesso Consiglio dei Ministri ha varato anche un secondo provvedimento che disciplina gli adempimenti e le procedure in caso di dissesto finanziario e nell’ipotesi di commissariamento di un Ateneo. Più in generale il nuovo sistema contabile si prefigge di salvaguardare l'autonomia economica e gestionale degli atenei, garantendo la rilevazione di dati omogenei che rendicontano le attività svolte anche al fine di comparazione e valutazione. Gli elementi di maggiore novità per il sistema disciplinati dal decreto sono: l'introduzione della contabilità economico-patrimoniale, l’introduzione del bilancio unico di ateneo, per cui il processo di predisposizione del bilancio di previsione e consuntivo degli atenei non sarà più frammentato nelle singole strutture dotate di autonomie finanziarie (dipartimenti e centri). Alle strutture con autonomia gestionale spetterà l'approvazione della loro proposta di budget economico e degli investimenti. Il nuovo sistema si pone, in sostanza, l'obiettivo di garantire la stabilità economica ed il controllo delle dinamiche della spesa, evidenziando con tempestività potenziali situazioni di criticità, che, nei casi più gravi, possono portare le università a dichiarare il dissesto finanziario (all'articolo 5 ,comma 4, lettera g), legge 30 dicembre 2010, n. 240).
Conciliazione vita e lavoro: i progetti finanziati e il nuovo bando 2011
I progetti di conciliazione tra famiglia e lavoro riceveranno, per il 2011, risorse finanziarie per 15 milioni di euro: lo prevede il nuovo bando di finanziamento presentato dal Sottosegretario alle politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, durante una conferenza stampa tenuta l’8 giugno 2011 a Palazzo Chigi. Le richieste di finanziamento, redatte secondo le modalità previste dal nuovo avviso di finanziamento, potranno essere presentate entro il 13 luglio utilizzando l’apposita procedura informatica accessibile on line. Nel 2011 è prevista poi una seconda scadenza per il 28 ottobre. Con il nuovo bando, ha detto il Sottosegretario, sono stati stanziati 15 milioni di euro ed è stata ampliata la platea dei possibili beneficiari. Il 90% delle risorse è riservata al finanziamento del settore privato, purchè si tratti di datori di lavoro iscritti in un pubblico registro, il 10% è per il settore pubblico (aziende ospedaliere, universitarie, aziende sanitarie locali). Poter riaprire le procedure di selezione dei progetti consentirà a molti lavoratori con figli minori, disabili o anziani a carico, di conciliare meglio il loro tempo di lavoro con le responsabilità familiari, il che rappresenta per noi un grande successo nell’impegno continuo che dedichiamo a sostegno della famiglia. In base all’articolo 9 della legge 8 marzo 2000 n. 53, infatti, il Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri eroga contributi in favore di aziende che intendano realizzare in favore dei propri dipendenti azioni positive orientate alla conciliazione tra vita professionale e vita familiare, con l’obiettivo di introdurre nuove modalità organizzative e gestionali dei tempi di lavoro.
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