sì è parlato spesso di scuole di politica; se vogliamo portare le idee della Lega nella futura amministrazione bisogna conoscere cosa non ha funzionato in quella attuale e perchè. Bisogna sapere quali sono gli appetiti che la giunta attuale ha dovuto soddisfare. Bisogna sapere quali sono i danni che sono stati fatti e quelli in corso...
Per quanto riguarda i temi dell'urbanistica incomincerò a riportare, a scopo divulgativo, alcuni articoli sul tema. Molti sono scritti da Nicola dall'Olio che lavora al servizio agricoltura della provincia e che ha realizzato il film "Il suolo minacciato".
Si parte dall'invasione dei centri commerciali, che causano l'impoverimento e la ghettizzazione dei quartieri storici per arrivare alla grande bugia dell'ultimo PSC targato Burdett (che Vignali e Manfredi hanno presentato come innovativo rispettoso del territorio). Tra parentesi inserirò alcuni commenti.
Salvare la campagna per salvare la città
Le trasformazioni del territorio, del paesaggio agrario, sono state storicamente sempre guidate da trasformazioni dei processi produttivi dell’agricoltura. La penultima grande trasformazione, quella che ha portato alla perdita delle piantate, dei campi con i filari alberati che incantavano i visitatori del nord-europa, è stata prodotta dalla meccanizzazione agricola, quindi da un processo interno all’agricoltura. L’ultima trasformazione, quella che stiamo vedendo adesso, non viene più dall’interno del processo produttivo agricolo, ma dall’esterno, è la città che deborda dai suoi confini, che scoppia, si sparpaglia e così facendo trasforma, o per meglio dire, sfigura la campagna, è la rururbanizzazione, l’invasione dell’urbano nello spazio rurale, rimasti fino ancora agli anni ’70–80 (quando già si era chiusa la grande trasformazione dovuta alla meccanizzazione) ambiti distinti con leggi e motori di cambiamento propri. Ora l’urbano ha soverchiato il rurale, lo ha sommerso e disarticolato. E in questa esplosione non solo scompare la campagna, ma rischia di scomparire e morire la città, spalmata in un’indistinta periferia dove gli unici centri di relazione e di aggregazione sociale divengono i centri commerciali. Il rischio è l’atopia, la perdita del senso del luogo, la definitiva perdita della propria identità (la morte dei quartieri storici, del piccolo commercio tradizionale, delle botteghe; si finirà con i ghetti razziali in stile americano) . Occorre fermare questo processo. Invertirlo prima che sia troppo tardi. Bisogna salvare la campagna, per potere salvare la città.
Emiliano Occhi
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