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sabato 18 giugno 2011

Cominciamo con una introduzione

sì è parlato spesso di scuole di politica; se vogliamo portare le idee della Lega nella futura amministrazione bisogna conoscere cosa non ha funzionato in quella attuale e perchè. Bisogna sapere quali sono gli appetiti che la giunta attuale ha dovuto soddisfare. Bisogna sapere quali sono i danni che sono stati fatti e quelli in corso...
Per quanto riguarda i temi dell'urbanistica incomincerò a riportare, a scopo divulgativo, alcuni articoli sul tema. Molti sono scritti da Nicola dall'Olio che lavora al servizio agricoltura della provincia e che ha realizzato il film "Il suolo minacciato".
Si parte dall'invasione dei centri commerciali, che causano l'impoverimento e la ghettizzazione dei quartieri storici per arrivare alla grande bugia dell'ultimo PSC targato Burdett (che Vignali e Manfredi hanno presentato come innovativo rispettoso del territorio). Tra parentesi inserirò alcuni commenti.


Salvare la campagna per salvare la città
Le tra­sfor­ma­zioni del ter­ri­to­rio, del pae­sag­gio agra­rio, sono state sto­ri­ca­mente sem­pre gui­date da tra­sfor­ma­zioni dei pro­cessi pro­dut­tivi dell’agricoltura. La penul­tima grande tra­sfor­ma­zione, quella che ha por­tato alla per­dita delle pian­tate, dei campi con i filari albe­rati che incan­ta­vano i visi­ta­tori del nord-europa, è stata pro­dotta dalla mec­ca­niz­za­zione agri­cola, quindi da un pro­cesso interno all’agricoltura. L’ultima tra­sfor­ma­zione, quella che stiamo vedendo adesso, non viene più dall’interno del pro­cesso pro­dut­tivo agri­colo, ma dall’esterno, è la città che deborda dai suoi con­fini, che scop­pia, si spar­pa­glia e così facendo tra­sforma, o per meglio dire, sfi­gura la cam­pa­gna, è la rurur­ba­niz­za­zione, l’invasione dell’urbano nello spa­zio rurale, rima­sti fino  ancora agli anni ’70–80 (quando già si era chiusa la grande tra­sfor­ma­zione dovuta alla mec­ca­niz­za­zione) ambiti distinti con leggi e motori di cam­bia­mento pro­pri. Ora l’urbano ha sover­chiato il rurale, lo ha som­merso e disar­ti­co­lato. E in que­sta esplo­sione non solo scom­pare la cam­pa­gna, ma rischia di scom­pa­rire e morire la città, spal­mata in un’indistinta peri­fe­ria dove gli unici cen­tri di rela­zione e di aggre­ga­zione sociale diven­gono i cen­tri com­mer­ciali. Il rischio è l’atopia, la per­dita del senso del luogo, la defi­ni­tiva per­dita della pro­pria iden­tità (la morte dei quartieri storici, del piccolo commercio tradizionale, delle botteghe; si finirà con i ghetti razziali in stile americano) . Occorre fer­mare que­sto pro­cesso. Invertirlo prima che sia troppo tardi. Bisogna sal­vare la campa­gna, per potere sal­vare la città.

Emiliano Occhi

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