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domenica 17 aprile 2011

Quando era la Sinistra a volere il Processo Breve.

L'opposizione tuona contro il processo breve,  ma dimentica che il copyright di questo provvedimento le appartiene di diritto. Furono cinque senatori dei Ds infatti a proporre un ddl nel 2004 che prevedeva le stesse cose del ddl Alfano. Con un'eccezione: la prescrizione valeva per tutti i processi, indistintamente.
C’è uno scheletro in un armadio politico che è bene portare alla luce per ridare equilibrio al dibattito sulla giustizia. Uno scheletro chiamato processo breve. E l’armadio che dal 2004 lo nasconde è quello del centro sinistra. Precisamente dei Ds. Perché il 22 gennaio 2004, i primi a scrivere un ddl sul tema furono cinque senatori del partito allora guidato da Piero Fassino.
Parliamo di Guido Calvi, esperto penalista, di Elvio Fassone, magistrato di Cassazione, di Alberto Maritati, ex procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, di Giuseppe Ayala, magistrato della procura di Palermo e collaboratore del giudice Falcone e di Massimo Brutti, responsabile giustizia dei Ds.
Insomma gente che di giustizia ha molto da insegnare.

Ebbene, cosa prevedeva il ddl? Praticamente provvedimenti simili a quelli presentati dalla maggioranza attuale, come i limiti di tempo per ogni grado di giudizio: due anni per il primo grado, due per l’appello, due per il terzo, per un totale di sei anni di processo.
E se i termini vengono sforati? Prescrizione, così come prevede la proposta del Pdl. Ma con un’eccezione abbastanza rilevante però. Nel ddl diessino la prescrizione riguardava tutti i processi, indistintamente, salvo che non fosse stato più conveniente all’imputato applicare la vecchia normativa.
Al contrario del ddl attuale che prevede almeno l’esclusione dalla prescrizione per i reati più gravi come terrorismo, mafia, pedofilia, sequestro di persona, sfruttamento della prostituzione minorile, stragi.
Il ddl alla fine non andò in porto, ma siccome repetita iuvant, appena due anni dopo, precisamente il 26 luglio 2006, la senatrice Anna Finocchiaro, presidente del Pd, firmò il ddl numero 878 insieme a Brutti, Calvi, Casson e Pegorer. E cosa prevedeva questo nuovo testo? Le stesse cose del ddl diessino precedente. Prescrizione "in due anni, sia per la fase delle indagini preliminari, sia per ogni grado di giudizio". Due anni per il primo grado, due per l'appello, due per la Cassazione.

Ma non è finita qui. Cosa prevedeva il programma elettorale di Veltroni del 2008 in tema di giustizia?
Al punto 4, intitolato “Diritto alla giustizia giusta, in tempi ragionevoli”, sono elencati una serie di provvedimenti speculari a quelli proposti dalla maggioranza di governo attuale e cioè: “razionalizzazione e accelerazione” del processo civile e del processo penale, anche attraverso la prescrizione dei reati; snellimento della macchina della giustizia, gestione manageriale degli Uffici giudiziari e processo telematico per eliminare gli infiniti iter cartacei. E nel programma c’era anche il richiamo alla classifica relativa ai tempi della giustizia, in cui l’Italia figura tra gli ultimi posti in Europa.

 

Domenico Ferrara - Il Giornale

1 commento:

  1. Incredibile!!!
    Tutto questo sta a dimostrare che i vari Veltroni, Finocchiaro, ecc. non sono credibili, sono dei gran fanfaroni. Ma come? hanno tanto tuonato contro un provvedimento che loro stessi avevano proposto e caldeggiato?
    Incredibile!
    Eppure ci gonzi creduloni che restano estasiati al loro parlare. Un parlare che invece alla luce di quanto sopra si rivela essere un ciacalare, un parlare a vanvera!!
    Incredibile!
    A scanso di equivoci, e per prevenire quell'anonimo che nell'altro post ti ha ricordato che esiste il reato di diffamazione, gli faccio presente e gli anticipo che qui i riferimenti giusti ci sono tutti.

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