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giovedì 14 luglio 2011

Vendola, il compagno che vorrebbe essere..... amico


Chi dice che non è importante, dal punto di vista politico, che i vendoliani si chiamino tra loro "compagni" o "amici", non conosce la politica. La politica è fatta di simboli e rituali, non solo di concetti e idee, e il linguaggio in cui si riconoscono le persone, i militanti, gli appartenenti ad un gruppo è indice di cosa quel gruppo intende fare del potere. Attraverso un rito come quello di chiamarsi "compagni", per i vendoliani ereditato dai vecchi comunisti, si costruiscono interi universi simbolici. Attenzione: io rifiuto la tesi molto verificazionista per cui nel 2011 non è più necessario chiamarsi "compagni". Non sono i fatti a dettare il linguaggio politico, e lui che costruisce la realtà che ha intorno, che contribuisce a dare una cornice dentro cui mettere quello che avviene intorno a noi. Il linguaggio è il migliore strumento per creare e diffondere l'ideologia, e si nutre di ritualità simbolica.
Per questo Vendola ha scandalizzato molti sinistri con la sua voglia di chiamarli "amici". Ma non aveva altra scelta: se il governatore pugliese vuole veramente costruire una forza nuova e innovativa a sinistra, non può prescindere dal rompere i rituali che il passato gli ha lasciato come zavorre sui coglioni. Perché ha capito che è troppo comodo dire in giro che non si è più comunisti, e poi mantenere lo stesso universo simbolico degli anni settanta: se rimane la simbologia, se rimane il rito, rimangono anche i comunisti, e l'opinione pubblica se ne accorge. Ne sa qualcosa il PD, pieno di comunisti ripuliti (perché lì rimangono anche le persone, mica solo i riti...) che ancora non riescono a fare i conti con la morte (ingloriosa) del PCI. Se quella di Vendola è innovazione, non può prescindere dal passare dal linguaggio e dai riti che questo porta con sé.
Certo, siamo ancora lontani da una presa di coscienza vera e propria: Vendola vuolecambiare terminologia perché molti di quelli che ha conosciuto hanno combinato delle porcherie, nonostante si chiamassero "compagni". Magari io avrei detto che molti hanno combinato delle porcherie proprio perché si chiamavano "compagni". Ma vabbeh, col tempo ci arriverà anche lui, i comunisti ci mettono sempre un po' a capirlo. Ops, pardon, gli "amici" ci mettono sempre un po'...

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