La Puglia di Nichi Vendola è il Bengodi d’Italia per quanto riguarda gli stipendi di presidente della Regione, consiglieri regionali e assessori regionali. La stessa Puglia i cui consiglieri regionali, in modo trasversale, hanno protestato per vedersi percepiti i “rimborsi” che spettavano loro secondo una sentenza della Corte costituzionale. Ha fatto notizia, Vendola ne ha approfittato per bollare tali consiglieri come “furbetti del rimborsino” (testuali parole) facendo intendere di essere sdegnato da un tale attaccamento al Dio denaro. Davanti alle telecamere e sui giornali. Mancavano soltanto i monologhi su video diffusi via web e poi il repertorio vendoliano era completo. Eppure Vendola stesso nella precedente legislatura era il presidente della regione più pagato d’Italia, e pure in questa legislatura non se la passa male. E non sembra sentirsi in colpa.
Sufficiente fare il raffronto con regioni come Emilia Romagna e Toscana, simili alla Puglia per abitanti e superficie territoriale. Regioni rosse anch’esse, ma assai più virtuose. Ebbene: la Puglia ha una superficie di 19.370 kmq e conta 4.091.000 abitanti (cifra arrotondata); la Toscana è estesa per 22.944 kmq e ha 3.734.000 abitanti; l’Emilia Romagna 22.466 kmq e 4.417.000 abitanti. Secondo logica, i tre presidenti di Regione dovrebbero percepire la medesima cifra. Invece no: il ragguardevole stipendio di Vendola ammonta a 14mila 595 euro al mese, mentre i governatori emiliani e toscani sono ben lontani da ingaggi a due cifre: il primo, fra indennità e spese, percepisce 7mila 768 euro; il secondo arriva a 7mila 106 euro. La metà.
Pure i consiglieri e gli assessori regionali non fanno certo la fame: un esponente della giunta pugliese incassa 4mila 847 euro in più rispetto all'omologo emiliano, 5mila 122 euro in più di un toscano e 2mila 800 in più di un piemontese. Al mese. La musica non cambia per i consiglieri: 4mila 766 euro più di un emiliano, 2mila 695 euro più di un toscano e 3mila 014 più di un piemontese. Perché il raffronto anche con il Piemonte? Pure il Piemonte, per estensione e numero di abitanti, ha caratteristiche simili alla Puglia: 25.402 kmq e 4.457.000 abitanti. Regione leggermente più estesa e popolata, anche assai più ricca e industrializzata, eppure assessori e consiglieri guadagnano meno dei colleghi pugliesi: solo il presidente, attualmente Cota, guadagna quanto Vendola, ossia poco meno di 15mila euro.
Ma torniamo a Vendola. Nella precedente legislatura ammontavano esattamente a 24.619,94 euro gli emolumenti che il governatore con l'orecchino incassava ogni mese.
Comprendevano, con l'indennità di carica, anche la diaria ed i rimborsi a forfait per missioni nel territorio regionale che invece regioni come Lombardia e Veneto corrispondono separatamente ai propri presidente. Il raffronto con gli emolumenti dei presidenti delle due principali regioni del nord Italia della scorsa legislatura è agghiacciante: per Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, l'indennità di carica era di 12.434, 32 euro, la diaria mediamente di 2.621, 52 ed il rimborso a forfait per missioni nel territorio regionale in media 3.525, 13 euro, per un totale quindi di 18.580, 97 euro al mese ed una differenza di 6.038,97 euro in meno in confronto a ciò che incassava Vendola. Ancora più marcata la differenza con Giancarlo Galan, ex governatore del Veneto, al quale andavano gli stessi 12.434,32 euro di Formigoni per indennità di carica, gli stessi 2.621,52 di diaria, ma un rimborso a forfait per missioni nel territorio regionale inferiore, 2.020,58 euro. Un totale di 17.076, 42, ossia 7.543,52 in meno di quanto percepito da Vendola.
Il governatore della Puglia, ossia il "nuovo che avanza", è quindi strapagato, i consiglieri e gli assessori pugliesi sono strapagati, ma saranno almeno in pochi? Nient'affatto!
La Puglia non si fa mancare nulla, e detiene un piccolo record anche nel numero dei consiglieri. Sono 70 in totale. "Un numero nella media", dichiarava in un'intervista il presidente della commissione Affari istituzionali, Giannicola De Leonardis (Udc). Non è così vero: la Puglia è al quarto posto dello Stivale, ben sopra la media. Al primo c'è la Sicilia (90 deputati regionali), seguita da Sardegna e Lombardia (80) e dal Lazio (74); a un gradino dal podio, il Trentino e la Puglia (70). Trentino, Sardegna e Sicilia sono a statuto speciale, Lombardia e Lazio sono le due regioni più importanti d’Italia. Nelle regioni come Emilia Romagna, Toscana e Piemonte, che come detto hanno caratteristiche simili alla Puglia, i seggi non superano rispettivamente quota 50, 55 e 60. Non di più. Infatti il “tacco” dello Stivale sta studiando una cura dimagrante, che però entrerà in vigore solo con la legislatura che inizierà nel 2015. Ci sarà ancora Vendola?
La Puglia non si fa mancare nulla, e detiene un piccolo record anche nel numero dei consiglieri. Sono 70 in totale. "Un numero nella media", dichiarava in un'intervista il presidente della commissione Affari istituzionali, Giannicola De Leonardis (Udc). Non è così vero: la Puglia è al quarto posto dello Stivale, ben sopra la media. Al primo c'è la Sicilia (90 deputati regionali), seguita da Sardegna e Lombardia (80) e dal Lazio (74); a un gradino dal podio, il Trentino e la Puglia (70). Trentino, Sardegna e Sicilia sono a statuto speciale, Lombardia e Lazio sono le due regioni più importanti d’Italia. Nelle regioni come Emilia Romagna, Toscana e Piemonte, che come detto hanno caratteristiche simili alla Puglia, i seggi non superano rispettivamente quota 50, 55 e 60. Non di più. Infatti il “tacco” dello Stivale sta studiando una cura dimagrante, che però entrerà in vigore solo con la legislatura che inizierà nel 2015. Ci sarà ancora Vendola?
Capitolo vitalizi. Anche su questo fronte la Puglia si fa notare. In undici tra le venti regioni è possibile percepirli. In Emilia, Piemonte e Toscana il vitalizio è più striminzito: tra il 20 e il 30 per cento dell'indennità base, dopo cinque anni; tra il 50 e il 70 per cento per i veterani, ossia coloro con tre legislature (quindici anni) sulle spalle. Percentuali che salgono per i consiglieri regionali pugliesi che terminano il mandato: 40 per cento (cinque anni), 65 per cento (dieci anni), 90 per cento (quindici anni). Tutto questo mentre si annuncia, ad esempio, il ritorno dell’Irpef per la prima casa: dal 2014 i pugliesi pagheranno il 20% sulla rendita catastale.
Di: Riccardo Ghezzi da "questa è la sinistra Italiana"
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