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martedì 3 settembre 2013

La disoccupazione a luglio si ferma al 12%,

Invariata rispetto a giugno (-0,033 punti percentuali), anche se resta in aumento su base annua, con un rialzo di 1,3 punti. Lo rileva l’Istat (dati provvisori). Con luglio la disoccupazione tocca la soglia del 12% per la quarta volta consecutiva.
Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre è pari al 12%, in crescita di 1,5 punti percentuali rispetto a un anno prima. Lo comunica l’Istat (dati grezzi). Per gli uomini l’indicatore passa dal 9,8% all’attuale 11,5% e per le donne dall’11,4% al 12,8%.
Il tasso di disoccupazione giovanile è pari al 39,5% a luglio secondo i dati provvisori dell’Istat. Aumenta di 0,4% punti rispetto al mese precedente e di 4,3 punti sul 2012. Nel secondo trimestre tra i 15-24enni il tasso sale al 37,3% (+3,4 punti), con un picco del 51% per le giovani donne del Mezzogiorno.
Crolla il numero degli occupati. soprattutto al Sud. Nel secondo trimestre, rileva l’Istat gli occupati in Italia sono diminuiti di 585.000 unità rispetto a un anno prima (-2,5%) ma il calo si concentra nel Mezzogiorno (-5,4%, pari a -335.000 unità).
Le simulazioni realizzate dalla Cgia riguardano tre tipologie famigliari (single, lavoratore dipendente con moglie e un figlio a carico, lavoratore dipendente con moglie e 2 figli a carico).
Per ciascun nucleo sono stati presi in esame 7 fasce retributive: in relazione alla spesa media risultante dall’indagine Istat sui consumi delle famiglie italiane, su ognuna è stato misurato l’aggravio di imposta in termini assoluti e l’incidenza percentuale dell’aumento dell’Iva su ogni livello retributivo.
In queste simulazioni si sono tenute in considerazione le detrazioni e gli assegni familiari per i figli a carico, le aliquote Irpef e le addizionali regionali e comunali medie nazionali. A seguito dell’aumento dell’aliquota Iva al 22%, si è ipotizzata una propensione al risparmio nulla per la prima fascia di reddito, pari al 2,05% per il reddito annuo da 20.000 euro, del 4,1% per quella da 25.000 euro e dell’8,2% per le rimanenti fasce di reddito. Quest’ultima percentuale corrisponde al dato medio nazionale calcolato dall’Istat nell’ultima rilevazione su base nazionale. In buona sostanza si è ipotizzato che a fronte dell’aumento dei prezzi di beni e servizi a ridurre le spese saranno principalmente le fasce di reddito medio-alte. Infine, l’analisi della Cgia non ha considerato eventuali spinte inflazionistiche che una scelta di questo tipo potrebbe produrre.
Il numero di disoccupati continua ad aumentare e nel secondo trimestre 2013 raggiunge quota 3,075 milioni, 370 mila in più rispetto all’anno prima (+13,7%). Lo comunica l’Istat. L’incremento è diffuso su tutto il territorio e interessa in oltre metà dei casi persone con più di 35 anni. il 55,7% dei disoccupati cerca lavoro da un anno o più.
Si accentua molto nel secondo trimestre il calo del lavoro atipico già registrato nei primi tre mesi dell’anno. La crisi brucia, secondo i dati Istat, 209 mila posti di lavoro «precari» nel secondo trimestre (-7,2%), tra lavoratori a termine e collaboratori. I lavoratori atipici sono 2,7 milioni di persone.

fonte Gazzetta di Parma

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