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mercoledì 8 febbraio 2012

I giovani e il Governo Monti:


Oscar Wilde nel De Profundis, non a caso citato, amava dire: “Non porta alcun vantaggio dire a una persona una cosa che non sente come sua e che non può capire” e viene subito da pensare al nostro attuale Primo Ministro che, dall’alto del suo “conquistato” budget mensile che i media molto informati riportano ammontare, fuori dal pettegolezzo, a più di 40.000 euro mensili, chiosa in una nota trasmissione televisiva (Mediaset) che per i giovani il posto fisso è una noia e che è molto bello e stimolante cambiare lavoro. Tale affermazione ha immediatamente suscitato una enormità di polemiche fra il popolo del WEB ed il tema della indignazione manifestata è legato alla “opportunità” in questo momento di profonda crisi, di tale dichiarazione. Ma il professore Monti, alla luce delle sue dichiarazioni, rischia di presentarsi come l’uomo più annoiato del pianeta, dal momento che nel corso della sua vita ha sempre “sofferto” della condanna di un posto fisso e non contento di ciò, ha “condannato” a questa sorte anche membri della sua famiglia.
Risulta, infatti, che il figlio del Premier non è alla eccitante ricerca di un posto di lavoro per sbarcare il lunario ma, al contrario, risulta piacevolmente impegnato ed annoiato, a saltare da una poltrona ad un’altra fin dalla tenera età di 25 anni dopo la immancabile laurea conseguita, ovviamente alla Bocconi , con il massimo dei voti (figuriamoci): insomma per dirla alla Martone, tutt’altro che uno sfigato. Le poltrone occupate dal rampollo Monti sono di tutto rilievo; sul noto sito Linkedin fino a qualche giorno addietro si poteva leggere il curriculum e gli attuali impegni lavorativi di Giovanni Monti , di anni 39 figlio di Mario Monti. Oggi questa informazione risulta stranamente cancellata. Comunque, per tranquillizzare chi non ha avuto la fortuna di leggere il suddetto curriculum, riporto che Il Dottore Monti figlio non occupa posti in catena di montaggio o commesso o impiegato di banca, contabile, ma si annoia da presidente o vicepresidente in multinazionali italiane ed estere del calibro, solo per citarne un paio, di Citigroup o di Morgan Stanley. A ben vedere il “ragazzo annoiato” risulta imparentato anche con diverse investment banks e i suoi rapporti d'affari sono intrecciati nell'alta finanza internazionale come, per il resto, tradizione di famiglia. Ma sembra che la noia in certi ambienti sia una malattia contagiosa che colpisce prevalentemente la categoria dei politici con o senza incarichi di governo. Giusto per restare nell’ambito del Governo Monti un’altra annoiata illustre è la la dottoressa Silvia Deaglio, ricercatrice in genetica medica e professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino, dove insegna anche il padre Mario Deaglio, già direttore del “Sole-24Ore”, marito e collega della Professoressa Elsa Fornero, docente dello stesso ateneo: insomma un altro caso di, si passi il termine, “annoiamento” acuto. Ma, si sa, le disgrazie non vengono mai da sole e così la Dottoressa Deaglio, è anche casualmente diventata responsabile di una unità di ricerca internazionale, sarebbe interessante vedere con quali risultati, assegnatale dalla HuGeF, fondazione che ha come scopo "la ricerca di eccellenza e la formazione avanzata nel campo della genetica, genomica e proteomica umana". Per la cronaca e per chi vuol sapere, la HuGeF è un’istituzione creata e finanziata dal Politecnico di Torino, dalla Università di Torino e dalla Compagnia di San Paolo, ente del quale la Fornero è stata vicepresidente dal 2008 al 2010 e per conto della quale è stata designata alla vicepresidenza della banca Intesa, carica lasciata solo dopo aver ricevuto la nomina ministeriale.
Va da se che la Fornero ed il marito insegnano alla Facoltà di Economia della Università di Torino. Viene spontaneo rivolgersi a queste famiglie di geni, evidentemente annoiati, per dire loro che, in tutta sincerità, sono contento per questi ragazzi e per giovani appartenenti alle vostre famiglie, ma queste realtà abusive non fanno testo nello scenario della disoccupazione selvaggia che affligge il nostro Paese anzi lo offendono, mortificando i giovani che sono culturalmente uguali e preparati come i vostri figli, che non possono annoiarsi perché non hanno una appartenenza illustre e sono troppo impegnati a “sopravvivere” e cercare un posto di lavoro qualunque. Parliamo degli stessi giovani che, grazie a questa politica, sono costretti a vivere in un paese dove si riscontra uno dei tassi di disoccupazione giovanile più elevato di Europa. Tuttavia vorrei aggiungere che la filosofia del professore Monti potrebbe andare ancora bene in una realtà sociale e lavorativa dove ci si licenzia per un posto migliore, o dove la meritocrazia esiste e fa la differenza e dove risulta normale, dunque, passare da un lavoro ad un altro costruendo ed arricchendo il proprio curriculum. Cari super tecnici, Professore Monti, vorrei sommessamente dirvi che questo accade solo nel mondo dorato della vostra casta e che nella vita reale, quella che voi dimostrate di non comprendere, le cose funzionano in modo diverso, molto diverso. Nella vita normale tutti i disoccupati giovanili, che sono moltissimi, sarebbero felici di annoiarsi così come si “annoiano” i vostri figli. Comunque più si scende, o si sale, nella graduatoria dei figli illustri annoiati, più si scopre che i quozienti intellettivi appaiono direttamente proporzionali alla carriera politico economica dei padri o delle madri o alla storia delle famiglie di appartenenza. Mal si comprende come mai non si riesca a trovare un, figlio/figlia di ministro, Deputato, Onorevole o appartenente alla casta che sia disoccupato o operaio alla Fiat in catena di montaggio o precario o a fare la fila in qualche Ufficio per l’Occupazione per un sussidio. Ma in fondo che male c’è a volere pensare al bene dei figli o a quello personale: basta una telefonata, portare un cognome illustre perché tutte le porte si aprano magicamente e le cose accadono così, da sole, all’insaputa degli stessi interessati: ci si ritrova ad avere una cattedra Universitaria o una presidenza di una banca, così senza averlo chiesto e senza saperne nulla, ci si ritrova dentro una bella casa vicino al Colosseo a Roma e ci si chiede ma come mai ? Ci si accorge che qualcuno ha pagato le nostre vacanze e si pensa di avere vinto una lotteria, sempre senza saperne nulla. E cosa dire del Ministro Cancellieri detta “lady di ferro” che minaccia di applicare misure repressive ai movimenti che protestano cercando anche di delegittimarli sul piano della credibilità affermando che gli stessi sono infiltrati dal potere mafioso ? Dei movimenti di protesta parleremo in seguito, intanto è di questi giorni la notizia che il Ministro dell’Interno, all’insaputa della collega Guardasigilli Paola Severino, ha rinnovato la convenzione con Telecom per i famosi braccialetti elettronici, si proprio quelli costati, dal 2001 al 2011, 110 milioni di euro per controllare otto detenuti e di cui si erano già occupati i media lo scorso anno. Si scopre anche che la vicenda ha avuto non pochi strascichi culminati in un abbondante, ed irritato, carteggio fra Via Arenula sede del Guardasigilli e il Viminale, corrispondenza che ha per oggetto l'opportunità di continuare a pagare Telecom per un servizio che non ha mai funzionato. Al riguardo è chiarissimo il laconico commento del vice capo della polizia Francesco Cirillo pronunciato il 4 gennaio in audizione al Senato, «se fossimo andati da Bulgari avremmo speso di meno». Visto che in media un anello alla caviglia - perché questo è il meccanismo antifuga da un arresto domiciliare - è costato migliaia e migliaia di euro per giunta senza funzionare. E così quotidianamente assistiamo al teatrino della politica sempre più distante dal popolo, dalla gente: le dichiarazioni e le tasse di Monti, le sparate di Martone, le lacrime della Fornero in diretta televisiva, forse versate perché commossa dal colpo di fortuna giunto inaspettato, dal momento che mai nella sua vita avrebbe osato pensato di diventare Ministro così senza saperlo e senza averlo chiesto e assistiamo con rassegnazione alle numerose apparizione da divo televisivo del Premier che “annoiatissimo”, dall’alto dei suoi innumerevoli posti fissi, e afflitto dalla pesantezza dei suoi innominabili guadagni tartassa il popolo ridotto alla disperazione e assolve miracolosamente, anzi premia, le sorelle banche, le compagnie televisive, le assicurazioni ed il sistema dell’alta finanza internazionale di cui fa parte attiva. Infine la protesta della povera gente, che davvero disperata non sa più come fare e vorrebbe molto annoiarsi a casa con la propria famiglia con la terribile e noiosa “condanna” di un posto fisso e di uno stipendio che consenta loro di assurgere alle più banali normalità: una casa un lavoro e la possibilità di pagare le bollette, di fare la spesa, di vestirsi dignitosamente e di mantenere i propri figli fino a quando non sarà arrivato il momento di reclutare anche loro nella schiera degli annoiati con il posto fisso e questo in attesa che l’Italia diventi un Paese Normale.

di Vittorio Paola “affari italiani”

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