Un'impresa su due (precisamente il 49,6%) chiude i battenti entro i primi 5 anni di vita e solo da inizio 2012 ci sono stati 23 suicidi, ben 9 (pari al 40% del totale) nel Veneto.Sono i dati forniti dalla Cgia di Mestre che segnala "la grave difficolta' che stanno vivendo le imprese, soprattutto quelle guidate da neoimprenditori".
"Tasse, burocrazia, ma soprattutto la mancanza di liquidita' - dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - sono i principali ostacoli che costringono molti neoimprenditori a gettare la spugna anzitempo. E' vero che molte persone, soprattutto giovani, tentano la via dell'autoimpresa senza avere il know how necessario, tuttavia e' un segnale preoccupante anche alla luce delle tragedie che si stanno consumando in questi ultimi mesi".
"Il meccanismo si sta spezzando - prosegue Bortolussi - questi suicidi sono un vero grido di allarme lanciato da chi non ce la fa piu'. Le tasse, la burocrazia, la stretta creditizia e i ritardi nei pagamenti hanno creato un clima ostile che penalizza chi fa impresa. Per molti, il suicidio e' visto come un gesto di ribellione contro un sistema sordo e insensibile che non riesce a cogliere la gravita' della situazione". La Cgia sottolinea l'importanza delle piccole micro imprese in chiave occupazionale.
"Se, come ricorda l'Unione Europea, il 58% dei nuovi posti di lavoro e' creato dalle imprese con meno di 10 addetti - osservano gli artigiani di Mestre - e se, come risulta dai dati Istat, il 60% dei giovani italiani neoassunti nel 2011 e' stato assorbito dalle micro imprese con meno di 15 addetti, e' chiaro che il Governo non puo' non intervenire abbassando il carico fiscale sulle imprese e in generale sul mondo del lavoro, altrimenti sara' difficile far ripartire l'economia di questo Paese".
l’ennesimo suicidio finanziario, per debiti.
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