In Italia, gli immigrati stranieri hanno una propensione allo stupro dieci volte maggiore rispetto agli italiani. Lo dicono dati attendibili, diffusi dal Viminale. Eppure la contro-propaganda militante sta tentando di inculcare la convinzione che le donne italiane siano vittime di stupri o violenze sessuali quasi esclusivamente all'interno delle mura domestiche, in famiglia, addirittura per mano del partner. Un dato, falso, che ha un duplice obiettivo: riabilitare gli stranieri ed anche infangare l'istituzione della famiglia. Il tutto condito dallo slogan, in tipico stile “sinistrese”, “Inutile imporre i vigili di quartiere o le telecamere nei parchi, se intanto le donne vengono stuprate quando tornano a casa”. Bel colpo: tranquillizzare sulla questione immigrati per diffondere un terrorismo psicologico ancora peggiore sulle violenze in famiglia.
Tutto vero? Nient’affatto. Analizziamo prima i dati del Viminale. Gli ultimi attendibili e disponibili su internet sono stati diffusi nel 2009 e riguardano l'anno 2008, in cui sono stati individuati 8.845 stupratori. Nel triennio 2006-2008, gli autori degli stupri sono stati italiani nel 60,9% dei casi, stranieri nel 39,1%: tra questi ultimi, spiccano i romeni (7,8%) seguiti dai marocchini (6,3%). Le vittime di violenza sessuale sono state perlopiù donne (85,3%) di nazionalità italiana (69,9%). La maggior parte degli stupri rientrano nelle violenze sessuali non aggravate.
Considerando che la popolazione straniera, per ora, è il 7% del totale, non servirebbe aggiungere altro. Facendo due conti sul 2008, gli stupratori italiani sarebbero stati all'incirca 5.395 e quelli stranieri 3.450. La popolazione italiana costituita da uomini dai 14 agli 80 anni corrispondeva a 23.634.154 persone. Vuol dire che poco più di 2 uomini italiani (2,2 per la precisione) su 10.000 sono stati individuati come stupratori nel 2008. La popolazione straniera regolare dai 14 agli 80 anni corrispondeva invece ad un totale di 1.373.045 unità. Aggiungendo con criteri statistici 400.000 irregolari si arriva a 1.773.045. In questo caso il tasso si alza: 20 immigrati (19,5 per la precisione) su 10.000, ossia 2 su 1.000, sono stati riconosciuti come stupratori nel 2008. Una propensione allo stupro dieci volte superiore. E sono dati approssimati per difetto, perché sono compresi reati riconducibili a forme aggravate di violenza domestica, quindi non veri e propri stupri, che logicamente alzano la percentuale degli italiani.
Andiamo avanti: nel 2007 sono stati accertati 4.812 casi di violenza sessuale (8.749 autori riconosciuti), più di 13 al giorno. Un dato in calo rispetto ai 5.062 del 2006 (7.715 autori riconosciuti). Il dato interessante, che potrebbe essere interpretato in chiave positiva (maggiore coraggio nel denunciare), è che le violenze denunciate sono progressivamente aumentate negli anni: 2.194 nel secondo semestre 2005, 2.429 nel primo semestre 2006, 2.633 nel secondo semestre 2006, 2.489 nel primo semestre 2007.
Nel 2004, su 2.780 denunciati o arrestati per violenza sessuale, 35% erano stranieri. Nel 2005, su 2.382 denunciati, gli immigrati sono saliti al 38,2%; nel 2006, su 2.706 denunciati, gli stranieri erano il 38%.
In pratica, nel 2006 oltre un denunciato per stupro su tre era immigrato. Di questi, il 6,7 di nazionalità romena, il 5,9% marocchina, il 3.7% albanese. Nel 2007 le persone denunciate o arrestate per violenza sessuale sono aumentate del 15% rispetto al 2006, un incremento dovuto quasi esclusivamente ai romeni. Dunque, una percezione non proprio inattendibile. Aumentano gli stranieri, aumentano le denunce per stupro. E la percentuale degli immigrati denunciati o arrestati per stupro non è mai inferiore al 35% del totale, a fronte di una popolazione straniera del 7% (o inferiore, negli anni precedenti).
Perché allora si dice il contrario? Perché diffondere le bufale sugli stupri in famiglia o sui partner che si trasformano in orchi? Semplicemente sulla base di dati Istat commissionati nel 2006 dal ministero delle pari opportunità la cui titolare era all'epoca la diessina Barbara Pollastrini, governo Prodi. L'indagine è stata resa pubblica nel febbraio 2007, e da allora sembra essere l'unica fonte attendibile sulle violenze sessuali compiute in Italia. Da un campione di 25.000 interviste, trasportato in dimensione nazionale, è risultata una proiezione di circa 7.000.000 di donne che subiscono violenza dal proprio partner o ex partner. Un numero enorme e poco credibile, che però ha una spiegazione. Il questionario è stato elaborato in collaborazione con le operatrici di vari centri antiviolenza, con l'obiettivo di far risultare dati numerici impressionanti e da allarme sociale. Non a caso, soltanto 7 erano le domande inerenti alla violenza fisica, 8 quelle riguardanti la sfera della violenza sessuale, lo spazio concesso alla violenza psicologica racchiudeva invece ben 24 domande.
Alcuni esempi:
«La ha mai criticata per il suo aspetto?»
«...per come si veste o si pettina?»
«...per come cucina?»
«...controlla come e quanto spende?»
Domande studiate con l'obiettivo di ottenere una percentuale congrua di risposte affermative. In tal caso le intervistatrici avrebbero potuto spuntare la voce «violenza» all'insaputa dell'intervistata stessa, che molto probabilmente non percepiva affatto tali atti come violenti. Ecco come nascono 7 milioni di vittime tra le mura domestiche. Per la precisione, "6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita". Addirittura il 31,9% del totale della classe di età considerata: un'enormità. La curiosità è che le violenze psicologiche, nonostante lo spazio prevalente nel questionario (24 domande), non sono state neppure nominate al momento di pubblicare i risultati. Il dato del 31,9%, infatti, viene citato come percentuale di vittime di violenza fisica o sessuale.
Mentre i giornali, creduloni, titolavano a caratteri cubitali che il 69% delle violenze sessuali in Italia è opera del partner o dell'ex partner, proprio sulla base di questi dati Istat, il Viminale ha continuato a diffondere i dati differenti che leggiamo sopra. Allarmanti anch’essi, ma in una direzione completamente opposta.
Non sarà che le vittime di violenza sessuale per mano del proprio partner non denunciano il reato, invece se l'aggressore è un estraneo sì? Non è vero nemmeno questo: sempre l'Istat, la cui attendibilità però a questo punto è dubbia, chiarisce che il 93% delle donne che affermano di avere subito violenza ad opera del coniuge dichiara di non avere sporto denuncia; la percentuale sale però al 96% se l'autore della violenza non è il partner.
Il problema della violenza domestica, pur in termini molto inferiori rispetto agli allarmismi volontariamente creati ad arte dall'Istat, è senza dubbio da non trascurare. Peccato che sia anch'essa legato ai fenomeni migratori: basta consultare i dati delle varie Procure per capire che la violenza in famiglia è in crescita tra le coppie miste oppure composte da soli stranieri. Quello che doveva essere fatto passare come un dato numerico volto a screditare le famiglie italiane e riabilitare gli immigrati, diventa in realtà ancor più un campanello d'allarme sul fallimento del multiculturalismo.
Di: Riccardo Ghezzi. Fonte Blog "questa è la sinistra italiana"
Se volete far qualcosa e non rimanere a guardare e subire, firmate questa petizione: REVOCA CITTADINANZA italiana ai CRIMINALI STRANIERI http://www.firmiamo.it/revoca-cittadinanza-italiana-ai-criminali-stranieri
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