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sabato 3 novembre 2012



L’Italia dei valori è un partito morto, finito. Lo è perché il certificato di morte lo ha stilato il suo stesso fondatore e presidente, Antonio Di Pietro.
Il quale ieri ha dato un’intervista al Fatto quotidiano per comunicare, come si usa, il necrologio. Queste le parole: «Mediaticamente siamo morti. Siamo vittime di un killeraggio del sistema politico e finanziario. Porte sbarrate ovunque, siamo isolati.
"Fino a ieri non sapevo di essere proprietario di una cinquantina di case"

“Fino a ieri sera non sapevo di essere, addirittura, proprietario di una cinquantina di case“. Antonio Di Pietro continua la controffensiva contro  Report, la trasmissione di Raitre che domenica ha dedicato una puntata al patrimonio immobiliare dell’ex magistrato di Mani pulite e ai finanziamenti dell’Italia dei valori, dopo l’inchiesta che ha coinvolto il capogruppo in regione Lazio Vincenzo Maruccio.
Di Pietro ripropone sul proprio sito documenti e sentenze che, afferma, provano la correttezza del suo operato. E avverte che a quel consistente numero di immobili potrebbe arrivarci, “grazie ai risarcimenti di coloro che mi hanno diffamato e continuano a diffamarmi tutti i giorni.
Di Pietro promette ora di riportare in tribunale anche Elio Veltri, suo ex compagno di avventura politica, e l’avvocato Mario Di Domenico, che hanno ribadito le loro accuse nel programma REPORT.

LA DONAZIONE BORLETTI.
Il 22 maggio 1995 Di Pietro riceve una donazione da Maria Virginia Borletti, della famiglia produttrice di macchine da cucire, pari al 10% della sua quota di eredità, che Report stima in un valore di 954 milioni di lire. Il leader dell’Idv ammette l’uso “privato” di parte di quei fondi, anche per l’acquisto di case.
E lo giustifica col fatto che si trattava di una donazione alla sua persona, che avvenne “prima che io mi mettessi a fare politica” (diventerà ministro nel 1996 e senatore nel 1997, poi fonderà l’Italia dei valori nel 2000). In più dal punto di vista tecnico, continua Di Pietro, non si trattava di una donazione “modale“, cioè vincolata a uno specifico uso dei fondi. “Anche se io poi, per libera scelta, ne utilizzai buona parte proprio per avviare ed organizzare l’attività politica di IdV” 


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