BORGHEZIO : GIORNALISTI
DETENUTI IN TURCHIA, UN RECORD MONDIALE! …
L’On.Borghezio si riferisce
allo studio americano condotto dal Cpj (Comitato per la Protezione dei
Giornalisti) che sostiene che la Turchia detiene il record mondiale per il
numero di giornalisti in carcere, più che in Cina o in Iran e che nei 76 casi
di giornalisti detenuti in Turchia al 1 agosto 2012, almeno 61 erano
detenuti per ragioni collegate con quanto da loro scritto o per le loro
attività di raccolta di informazioni, nonché che più dei tre quarti dei
cronisti in carcere sono in detenzione preventiva, a volte da anni. In Turchia,
inoltre, a fine 2011 erano aperte 5mila cause penali contro giornalisti.
Per tali motivi, l’On.
Borghezio ha presentato alla Commissione Europea un’interrogazione scritta
sollevando le discrepanze che invece risultano dal documento ufficiale della
Commissione stessa “Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo
20012-2013″ (COM(2012)600), con il quale la Commissione afferma che “per
quanto riguarda la libertà di espressione, dopo l’adozione del terzo pacchetto
di riforme giudiziarie un certo numero di giornalisti è stato rilasciato in
attesa di processo, le restrizioni imposte ai media per quanto riguarda i
servizi sulle indagini criminali sono state rese meno rigorose e il sequestro
delle opere scritte prima della pubblicazione è stato vietato“.
L’On.Borghezio pone le seguenti
domande:
1) La Commissione, al netto delle
sue preoccupazioni più volte ribadite, come intende in pratica porre fine a
questa situazione?
2) La Commissione è in grado di
fornire il numero esatto e reale dei giornalisti detenuti e quanti rilasciati
in attesa di processo?
3) La Commissione non ritiene
che questa situazione debba, necessariamente e nel rispetto dei diritti
fondamentali, congelare le procedure di adesione all’UE della Turchia?”.
“A parte ogni considerazione
sul caso Sallusti, la notizia che la Turchia ha il record mondiale dei giornalisti
detenuti, dovrebbe farci ben capire quale possa essere lo scenario futuro di
un’Europa in salsa turca”.
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