"Questa mattina è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri l’ottavo e ultimo decreto legislativo di attuazione della legge delega sul federalismo fiscale, il decreto riguardante i premi e le sanzioni per gli enti locali.
Un decreto, lo ricordiamo, che ha ricevuto ieri un via libera all’unanimità da parte della commissione Bicamerale per l'Attuazione del Federalismo fiscale, senza ricevere alcun voto contrario, riscontrando il voto favorevole dell'Italia dei Valori e l'astensione del Pd e del Terzo Polo.
E il fatto che nessuno, in commissione bicamerale, abbia espresso una contrarietà rappresenta un risultato importante, e persino necessario, trattandosi di un decreto così delicato.
Prendiamo atto della contrarietà espressa da Comuni, Province e Regioni, contrarietà annunciata e che ovviamente avevamo già data per scontato, perché d'altronde non si può chiedere all’oste se il suo vino è buono o agli automobilisti se siano contenti di essere multati, tuttavia siamo e restiamo convinti che si tratti di un decreto molto equilibrato e comunque assolutamente necessario.
In virtù dell'approvazione definitiva di questo decreto il percorso di attuazione della riforma federalista si può quindi ritenere compiuto per la sua parte più rilevante.
In questo modo il federalismo fiscale, con i “tagliandi” che saranno opportuni con i decreti correttivi, diventa una realtà nel nostro Paese. E’ stato un cammino imponente: dal federalismo demaniale, ai costi e fabbisogni standard con il superamento dopo 35 anni della spesa storica, alla armonizzazione dei bilanci di 9.700 enti, al nuovo fisco di regioni, province e comuni, ecc. Gli effetti di questi decreti legislativi si vedono in parte da subito (si pensi alla cedolare secca sugli affitti) e in parte si vedranno sempre di più nei prossimi mesi e anni. Il federalismo diventa un sistema compiuto e trasparente, come mai era stato: un vero federalismo di cui i cittadini sentiranno gli effetti. Si è raddrizzato l’albero storto. Per dirne una: fino a ieri quasi 100 miliardi di euro venivano distribuiti con il criterio della spesa storica, un criterio per cui più spendi e più sei premiato. Questo criterio demenziale, che ha sistematicamente penalizzato gli enti efficienti, viene definitivamente superato ed entro il 2013 nemmeno un euro sarà più distribuito in base alla spesa storica, ma solo in base alla spesa efficiente dei costi e fabbisogni standard. E’ un colpo decisivo per le amministrazioni che sprecano e una prospettiva nuova che viene raggiunta: quella di premiare chi è virtuoso.
Quest’ultimo decreto che approvato oggi - anche questo come tanti dopo un percorso in commissione dove si è registrata una maggioranza bipartisan e con un importante coinvolgimento delle opposizioni - ha un carattere, per così dire, anche simbolico: introduce il fallimento politico (o meglio la incandibilità o ineleggibilità del Governatore o Presidente di Provincia o Sindaco che manda in dissesto una Regione o un Ente Locale). L’ordinamento italiano ha da sempre avuto la mano molto pesante contro l’imprenditore che, per sventura o incapacità, fallisce: dall’interdizione dai pubblici uffici, alla iscrizione infamante nel pubblico registro dei falliti.
Solo dal 2006 queste sanzioni sono state mitigate, ma fino ad allora l’imprenditore fallito perdeva non solo la possibilità di candidarsi in una elezione politica, ma addirittura anche lo stesso diritto di voto.
Tanto accanito contro l’imprenditore quanto inconcepibilmente tollerante con alcuni politici, lo stesso ordinamento italiano non ha quasi mai previsto nessuna sanzione specifica per quegli amministratori regionali o locali che mandavano in dissesto un Comune o disastravano i conti della sanità di una Regione.
E’ quindi spesso avvenuto che chi falliva il proprio mandato di Sindaco o di Presidente di Regione, magari con sprechi spaventosi, sia stato premiato con la ricandidatura o con un posto sicuro su qualche altra poltrona. Il nuovo decreto scrive la parola fine su queste prassi, segna una svolta storica nel nostro sistema, nel nome di un sacrosanto principio di responsabilità.
Quest’ultimo decreto introduce anche altre innovazioni decisive: ad esempio la relazione di fine mandato, per cui prima delle elezioni dovrà essere pubblicato sul sito della Regione e di ogni Ente locale un bilancio certificato dei saldi prodotti, cioè un bilancio certo e chiaramente leggibile a tutti gli elettori.
Finiranno così quelle prassi dove un Presidente di Regione o un Sindaco impiegano mesi per sapere qual è il buco lasciato dalla amministrazione precedente. Prassi che inquinano gravemente il processo elettorale: su cosa votano gli elettori se i saldi veri si scoprono solo dopo le elezioni? Finalmente la prassi del federalismo diventa quella vera: ti abbiamo chiesto questo con le imposte, lo abbiamo speso così, adesso tu ci giudichi con il voto. E’ la fine di un epoca di sprechi e l’inizio di un nuovo volto della nostra democrazia.
Ma non è tutto. Con questo decreto vengono anche potenziati i fabbisogni standard per lo Stato e la responsabilità dei Ministri che spendono più di quanto necessario. Vengono introdotte innovazioni come la certificazione del livello di evasione fiscale delle realtà regionali e vengono previsti dei piani di rientro con premi e sanzioni. Vengono previsti premi per le Regioni che, nella sanità, introducono centrali acquisti e favoriscono l’applicazione dei DRG anche per il sistema pubblico.
Quello sin qui compiuto è quindi un imponente processo di razionalizzazione, realizzato con la necessaria gradualità e destinato non solo a cambiare il volto della nostra democrazia, ma anche a mettere anche le basi per ulteriori sviluppi del nostro sistema istituzionale..."
Solo dal 2006 queste sanzioni sono state mitigate, ma fino ad allora l’imprenditore fallito perdeva non solo la possibilità di candidarsi in una elezione politica, ma addirittura anche lo stesso diritto di voto.
Tanto accanito contro l’imprenditore quanto inconcepibilmente tollerante con alcuni politici, lo stesso ordinamento italiano non ha quasi mai previsto nessuna sanzione specifica per quegli amministratori regionali o locali che mandavano in dissesto un Comune o disastravano i conti della sanità di una Regione.
E’ quindi spesso avvenuto che chi falliva il proprio mandato di Sindaco o di Presidente di Regione, magari con sprechi spaventosi, sia stato premiato con la ricandidatura o con un posto sicuro su qualche altra poltrona. Il nuovo decreto scrive la parola fine su queste prassi, segna una svolta storica nel nostro sistema, nel nome di un sacrosanto principio di responsabilità.
Quest’ultimo decreto introduce anche altre innovazioni decisive: ad esempio la relazione di fine mandato, per cui prima delle elezioni dovrà essere pubblicato sul sito della Regione e di ogni Ente locale un bilancio certificato dei saldi prodotti, cioè un bilancio certo e chiaramente leggibile a tutti gli elettori.
Finiranno così quelle prassi dove un Presidente di Regione o un Sindaco impiegano mesi per sapere qual è il buco lasciato dalla amministrazione precedente. Prassi che inquinano gravemente il processo elettorale: su cosa votano gli elettori se i saldi veri si scoprono solo dopo le elezioni? Finalmente la prassi del federalismo diventa quella vera: ti abbiamo chiesto questo con le imposte, lo abbiamo speso così, adesso tu ci giudichi con il voto. E’ la fine di un epoca di sprechi e l’inizio di un nuovo volto della nostra democrazia.
Ma non è tutto. Con questo decreto vengono anche potenziati i fabbisogni standard per lo Stato e la responsabilità dei Ministri che spendono più di quanto necessario. Vengono introdotte innovazioni come la certificazione del livello di evasione fiscale delle realtà regionali e vengono previsti dei piani di rientro con premi e sanzioni. Vengono previsti premi per le Regioni che, nella sanità, introducono centrali acquisti e favoriscono l’applicazione dei DRG anche per il sistema pubblico.
Quello sin qui compiuto è quindi un imponente processo di razionalizzazione, realizzato con la necessaria gradualità e destinato non solo a cambiare il volto della nostra democrazia, ma anche a mettere anche le basi per ulteriori sviluppi del nostro sistema istituzionale..."
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