Strano ma vero, non ne parla nessuno. Lo ha accennato soltato il sito affaritaliani.it e qualche giornale locale come Il Corriere del Mezzogiorno. Eppure dalla Puglia ambientalista di Vendola è giunta una notizia anomala: la Nextwind, società che produce fonti rinnovabili, ha chiuso i battenti. Manda a casa 20 giovani laureati assunti a tempo indeterminato. Motivo? Il governo regionale non ha autorizzato i parchi eolici dopo quattro anni di paralisi. I quattro progetti di NextWind prevedevano la realizzazione di un parco eolico composto da 17 torri per un totale di 51 megawatt nelle campagne tra Martano e Zollino; altre 14 torri da 42 megawatt tra Nardò e Salice Salentino; un terzo parco di 48 megawatt tra Galatone, Sannicola, Neviano, Seclì e Tuglie e un quarto parco eolico da 33 megawatt, con 11 torri da impiantare tra Neviano e Parabita, nel Salento. Nonostante il governo regionale avesse dapprima ritenuto idonee quelle aree attraverso le norme vigenti, i progetti non sono stati neppure presi in considerazione. Attenzione: non esaminati e valutati negativamente, bensì neppure presi in considerazione!
Eppure l'azienda ha deciso di presentarli in Puglia, investendo decine di milioni di euro, proprio perché attratta dalla politica energetica di Nicola Vendola. Ma con un difetto: quello di non rientrare nella "sfera rossa" degli amici e amici degli amici del buon governatore, così attento alle energie rinnovabili e pulite tanto da "aver trapanato la Puglia di pale eoliche", come dice Vittorio Sgarbi. Con il sospetto però di infiltrazioni mafiose.
I progetti della NextWind sono stati depositati nel marzo 2007, ma per toglierli di mezzo la Giunta regionale pugliese ha fatto di tutto: dall'emanazione di una legge ad hoc, all'invenzione dell'obbligo di presentare i piani economici finanziari asseverati dalle banche prima del tempo, quando per regola si devono presentare all'ottenimento dell'autorizzazione unica. L'azienda è sempre riuscita ad ottemperare a quanto richiesto, nonostante gli ingenti impegni economici e le tempistiche che, casualmente, si riducevano.
Una domanda sorge spontanea: perché nella Puglia trapanata dalle pale eoliche (con il sospetto di infiltrazioni mafiose) una società che produce fonti rinnovabili è costretta a mandare a casa 20 giovani laureati?
Ecco il riepilogo della vicenda turbolenta Nextwind-Regione Puglia, così come l'amministratrice delegata della NextWind, Gabriella Chieffo, ha voluto raccontarla al nostro blog.
Gabriella Chieffo è ingegnere ambientale, manager energetico, imprenditrice poiché possiede il 40% della società.
"È difficile riassumere in poche parole anni e anni di duro lavoro, di notevoli sacrifici, di continue schermaglie con i Dirigenti degli Uffici Regionali preposti alla valutazione delle istanze presentate, dei loro forti soprusi e degli indiscutibili trattamenti disparitari subiti, di incalzanti e penalizzanti stravolgimenti nella normativa regionale di settore, senza lasciar trapelare la profonda amarezza che ormai ha offuscato il sogno di contribuire a raggiungere la sostenibilità ambientale della produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo di una fonte rinnovabile quale il vento.
Proverò a farlo, con la massima obiettività.
La Nextwind è una società giovane e dinamica che da oltre sei anni opera nel settore dell’eolico nelle diverse Regioni del Centro – Sud. Una tra tante, ma con il valore aggiunto di un approccio pionieristico nella strategia di analisi dei diversi territori regionali e delle loro potenzialità eoliche.
L’acuta intuizione di valutare ex ante a livello di interi territori regionali la fattibilità della realizzazione di parchi eolici, considerando, nel pieno rispetto dell’ambiente e delle comunità locali, tutti i criteri tecnici (vento, rete elettrica, accessibilità), nelle cosiddette aree libere dai vincoli imposti dalle rispettive normative regionali vigenti ha portato la Nextwind a presentare, nello specifico in Puglia, 35 progetti per un totale di oltre 1700 MW nel lontano 30 marzo 2007 (in pieno regime transitorio ai sensi del R.R. n. 16/2006).
Naturalmente, in pieno accordo con la normativa regionale vigente all’atto della presentazione delle istanze, per ciascuno dei 35 progetti presentati al Servizio Ecologia della Regione Puglia per la Verifica di assoggettabilità a V.I.A. è stata attivata, nei termini e nelle modalità previste, la relativa procedura di Autorizzazione Unica ai sensi del D. Lgs. n. 387/2003 presso il Servizio Attività Produttive.
Nel cospicuo numero di MW presentati va rinvenuta la grave “colpa” sempre e comunque imputata alla Nextwind da parte dei Funzionari Regionali: l’ambizioso disegno di realizzare così tanti parchi eolici distribuiti nei vari Comuni delle diverse Province pugliesi.
La piena compatibilità di ognuna delle iniziative con i restrittivi criteri imposti dall’allora vigente Regolamento Regionale n. 16/2006 è stata fin da principio considerata un dettaglio trascurabile in virtù di una presunta scarsa qualità progettuale illegittimamente associata al notevole numero di iniziative presentate.
In virtù di tale infondato pregiudizio, nel corso degli ultimi quattro anni, siamo stati testimoni dei più svariati trattamenti serbati a società concorrenti dall’Autorità Competente al rilascio della compatibilità ambientale: a dispetto della statistica e di ogni ragionevole applicazione della normativa regionale vigente sono state valutate istanze di terzi presentate successivamente alle nostre, sono state valutate positivamente iniziative ubicate nelle medesime aree invocando una presunta priorità cronologica (chiaramente mai applicata alle iniziative della Nextwind), sono state valutate più istanze della medesima società con esiti positivi... ma nessuna istanza della Nextwind è stata valutata!
Allo scopo di fornire nelle sedi opportune la prova dei fatti sopra contestati abbiamo certosinamente analizzato tutte le Determinazioni pubblicate sui Bollettini Ufficiali della Regione Puglia degli ultimi cinque anni evidenziando per ciascuna di esse le “singolarità” più eclatanti nella discrezionale, oserei dire casuale, applicazione della normativa vigente.
Nel tempo abbiamo addirittura assistito all’emanazione di disposizioni regionali ad hoc per noi, ovviamente contro di noi, e ad improbabili interpretazioni ed applicazioni delle stesse come ad esempio la richiesta di garanzie bancarie e di piani finanziari asseverati prodromica alla convocazione delle conferenze di servizi (L.R. n. 31/2008, art. 4 comma 1) in esclusiva per noi da intendersi prodromica all’attivazione della procedura di Autorizzazione Unica e da allegare alla documentazione progettuale, con largo anticipo rispetto alla convocazione delle Conferenze di Servizi.
Di ben 35 progetti, in quattro anni, nessuno è stato valutato, a prescindere dagli esiti, dal Servizio Ecologia della Regione Puglia spontaneamente.
Solo a seguito di tre ricorsi ai competenti Tribunali Amministrativi Regionali con esiti favorevoli, la Nextwind ha visto cessare l’inerzia della Regione Puglia che ha finalmente convocato tre Conferenze di Servizi ai sensi del D. Lgs. n. 387/2003 svoltesi ad aprile del 2010 per tre progetti ricadenti in Comuni della Provincia di Lecce per un totale di 132 MW.
Sul fronte del Servizio Ecologia tali ricorsi non hanno sortito gli esiti attesi in base a valutazioni puramente tecniche. Infatti, se è vero che da un lato una valutazione c’è stata è anche vero che tale valutazione ha avuto per effetto, senza alcun fondamento tecnico, la richiesta di una procedura di V.I.A. attivata quasi un anno fa.
Nel persistere di una posizione di totale preclusione nei confronti della Nextwind e delle sue iniziative, le procedure di V.I.A. strumentalmente richieste e regolarmente attivate, allo stato attuale, risultano in procinto di concludersi in maniera negativa dal momento che il Servizio Ecologia, ai sensi dell’art. 10 bis della L. n. 241/90 e s.m.i. ha già dato preavviso di parere sfavorevole.
Sfruttando la scia e il medesimo riferimento normativo, anche l’Ufficio Energia ha preannunciato a sua volta, sulla base del preavviso del Servizio Ecologia, esito negativo in un farraginoso circolo vizioso davvero singolare.
Una ulteriore istanza della Nextwind è stata valutata dal Servizio Ecologia a seguito di un ricorso attivato da una società concorrente che ha portato ad una valutazione congiunta di tutte le istanze presentate nel medesimo Comune: anche in questo caso la Nextwind ha ottenuto su presupposti pretestuosi l’obbligo di una procedura di V.I.A. attivata due anni fa e non ancora conclusa.
Sempre a seguito di una sentenza favorevole del TAR Lecce ottenuto a seguito di un ricorso contro il silenzio serbato dalla Regione Puglia, una ulteriore istanza è stata valutata: l’esito? Naturalmente da assoggettare a V.I.A. su basi decisamente pretestuose. Ovviamente la Nextwind ha puntualmente attivato la procedura richiesta ma senza alcun dubbio sugli esiti in attesa di espressione.
È oggettiva l’inerzia della Regione Puglia nei confronti delle iniziative de quibus e soprattutto la reazione dei Dirigenti degli Uffici preposti alle valutazioni alle sentenze favorevoli dei TAR aditi a riprova di una pregiudizievole condotta del Servizio Ecologia nei confronti della Nextwind.
Ben più sottile è la comprensione del danno subito.
Infatti, stanti gli ambiziosi obiettivi della Nextwind, alimentati da un solido know-how tecnico e normativo, nel corso del tempo è stata necessaria, proprio per il protrarsi dei tempi di valutazione da parte dell’Autorità Competente, la presenza di un Partner Industriale.
Nel 2008 la Nextwind è quindi diventata, a seguito di un accordo di Joint Venture con l’allora Airtricity successivamente acquisita dalla Scottish and Southern Energy, società leader nella produzione e distribuzione di energia a livello mondiale, quotata alla Borsa di Londra, la piattaforma per la realizzazione in Italia (in Puglia in particolare) di un notevole portfolio di progetti di impianti eolici.
Dopo quattro anni di silenzio della Regione Puglia, il nostro Socio, stante l’incomprensibile attesa nella finalizzazione dei procedimenti debitamente attivati e sottoposti a dettagliate due diligence che ne hanno comprovato l’ineccepibilità, ha deciso di lasciare il mercato italiano con gli immaginabili effetti sulla Nextwind in procinto di chiudere per razionale abbandono di quella che di fatto si è rivelata una lotta contro i mulini a vento…
Se anche una semplice campagna di sensibilizzazione quale Lecce2080 promossa da Nextwind per evidenti motivi sociali, senza alcun fine di lucro diretto o indiretto, è addirittura approdata in Parlamento con una strumentale e travisata interrogazione circa la legittimità dell’operato di una società rea soltanto di una strutturata compagine societaria e della propria ribellione ad un sistema politico malato, appare evidente che l’accanimento della Sinistra nei nostri riguardi è a dir poco disdicevole.
Per non parlare, poi, di un altro cruciale aspetto derivante dall’inerzia della Regione Puglia: i continui cambiamenti a livello normativo regionale sfociati nella recente emanazione delle Linee Guida Regionali di recepimento del Decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 (R.R. n. 24/2010) e dell’Approvazione della Disciplina del procedimento unico di autorizzazione alla realizzazione ed all’esercizio di impianti di produzione di energia elettrica (D.G.R. 3029/2010) che in maniera confusa e reciprocamente incoerente addirittura potrebbero portare alla necessità di riformulare completamente e in tempi brevissimi la progettazione di ciascuna delle istanze, comprese quelle in Conferenza di Servizi, presentate nel lontano marzo 2007, in perfetta rispondenza con la normativa allora vigente, pena la loro decadenza!
Oltre al danno, la beffa.
In aggiunta agli innumerevoli ricorsi pendenti presso i competenti Tribunali Amministrativi Regionali e in fase di presentazione per cospicui risarcimenti da parte della Regione Puglia dei danni subiti e subendi, soltanto un intervento dall’alto potrebbe portare a far luce su una vicenda a dir poco oscura e fumosa come quella della Nextwind nella Regione Puglia al fine di ottenere semplicemente delle valutazioni oggettive basate esclusivamente su criteri tecnici.
La trasparenza era l’unica richiesta della Nextwind. Null’altro. E forse a valle degli esiti della campagna Lecce2080, fortunatamente limitati e riconducibili ai “soliti” interessi politici e politicizzati, neanche quello.
Gabriella Chieffo".
La verità sarà raccontata giorno per giorno sul "diario di bordo" del sitohttp://www.lecce2080.it/.
I progetti della Nextwind sono stati bloccati perchè non a norma o meglio non-eco-compatibili con il territorio circostante!
RispondiEliminaSono state le amministrazioni locali a bloccarli.
Qui le motivazioni da
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 21/04/10
(http://forumambientesalute.splinder.com/post/22614580/dalle-amministrazioni-raffica-di-no-contro-i-megaparchi-di-energie-selvagge)
L’Assessorato regionale alla Qualità dell’ambiente ha esposto le ragioni che hanno portato al rifiuto del progetto di un impianto con 16 torri alte 150 metri
RispondiEliminaUn punto a favore dei Comuni e delle associazioni ambientaliste che si oppongono alla realizzazione di un impianto eolico sui territori di Tuglie, Secli, Neviano, Sannicola e Galatone è stato assegnato dal servizio Ecologia e politiche energetiche dell’Assessorato regionale alla Qualità ambiente che recentemente ha annunciato i motivi ostativi all’accoglimento di una istanza presentata dalla Nextwind Srl. L’azienda leccese quattro anni fa aveva presentato un progetto che sul versante occidentale delle Serre Salentine prevedeva l’installazione di 16 aerogeneratori alti 150 metri, con pale che si “aprono” per un raggio di 90 metri. Un progetto che è “gemello” ad un altro e che, ancora nel comune di Neviano ed in quello limitrofo di Parabita, prevede l’impianto di ulteriori 11 torri eoliche per un impatto visivo destinato a mutare inevitabilmente lo splendido skyline della collina più alta del Salento.
Gli uffici regionali, nell’argomentare il proprio preavviso di parere negativo alla concessione dell’autorizzazione, hanno accordato alla Nextwind il tempo permesso per legge necessario per la presentazione delle controdeduzioni, ma l’azienda leccese ha già replicato a stretto giro di posta sottolienando che il suo impianto non determina alcuna “invasione selvaggia” del territorio e che i suoi progetti finora “non sono sati realizzati non per ragioni tecniche, ma perché valutati dagli organi preposti con criteri soggettivi”.
In attesa delle controdeduzioni della Nextwind, Comuni ed associazioni ambientaliste (in particolar modo la sezione Sud Salento di Italia Nostra) rimarcano intanto la loro soddisfazione perché la Regione Puglia ha preso atto del loro parere sfavorevole all’impianto, a suo tempo espresso in sede di conferenza dei servizi e nel corso delle riunioni tenute negli uffici di viale Capruzzi tra progettisti, azienda e gli stessi amministratori locali. Italia Nostra, ad esempio, nelle proprie osservazioni (puntualmente controbattute da Nextwind) elencava la non conformità del progetto alla pianificazione energetica regionale e provinciale, la carenza della documentazione progettuale, la difformità dal Put/p e, sul conto degli aerogeneratori, si lamentava per la gittata degli elementi rotanti e per l’inquinamento acustico prodotto.
Quanto alle osservazioni espresse dai Comuni, le più importanti per la Regione riguardano “la realizzazione, come nelle previsione dell’impianto, di un nuovo tratto di viabilità in un contesto rurale a vocazione agricola con rilevante impatto ambientale; l’elevato impatto visivo delle torri e la costruzione di un elettrodotto di lunghezza pari a 10 km”. Non secondaria è l’analisi che riguarda la tipologia e la dimensione delle opere “che andrebbero a compromettere l’area interessata e quella circostante con un complessivo impatto ambientale negativo sul paesaggio rurale”.
Da ultimo, l’impianto delle 16 tori del parco eolico delle Serre Salentine determinerebbe l’espianto di 2.530 alberi d’ulivo, atto che “nonostante il reimpianto previsto -sottolinea la nota della Regione- comporterà un impatto significativo sulle componenti ambientali, atteso il carattere predominante e qualificante l’area di prevalente matrice ulivetata”.
Siamo d'accordo! Ma come si suol dire non si può avere la botte piena e moglie ubriaca!L'istallazione di impianti eolici o fotovoltaici inevitabilmente comporta stravolgimenti sul paesaggio. Allora! Eolico no! Fotovoltaico no! Nucleare non ne parliamo nemmeno! Come la mettiamo??
RispondiEliminaImpatto ambientale, sicurezza, fauna e flora.
RispondiEliminaPunto per punto,qui di seguito, tutte le criticità rilevate dalla Regione Puglia al progetto di "Nextwind Srl - Lecce 2080"
http://www.iltaccoditalia.info/sito/index-a.asp?id=22631
Meditate gente!
W Il salento libero dai mostri eolici .
RispondiElimina...e dalla calamita' nextwind