Fiducia incassata dal governo sul dl Omnibus. Alla Camera hanno votato a favore 313 deputati, contrari 291, due gli astenuti. Previsto per domani sera, alle 20 circa, il voto finale sul provvedimento.
Per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - che nel momento in cui scriviamo è a Palazzo Grazioli, dove sta incontrando il leader leghista, Umberto Bossi - il voto di fiducia sul decreto Omnibus "e' la conferma che c'e' una maggioranza con cui si puo' lavorare e attuare quel piano importante di riforme che finora, per i contrasti e i veti dentro la maggioranza, non siamo riusciti a fare". Prima di lasciare Montecitorio, il Cav si è intrattenuto nella stanza del governo per alcuni colloqui con esponenti del Pdl e dei 'Responsabili'.
Previsto per domani l'ufficio di presidenza del Pdl che servirà "per prendere atto che c'è questa maggioranza e confermare il programma di governo per i prossimi due anni", ha detto il premier, che ha invece liquidato con un "non ne so nulla" le voci di contatti tra Lega e Pd per una riforma della legge elettorale sul modello proporzionale.
Otto deputati del Terzo Polo, due del Pdl e tre del Pd non hanno partecipato al voto di fiducia. Assenti anche tutti e tre i deputati iscritti alla componente del gruppo Misto Liberaldemocratici-Maie.
COS'E' IL DL OMNIBUS Approvato in prima lettura dal Senato lo scorso 20 aprile, e la cui scadenza è fissata per il 30 maggio, oltre alla rinuncia del governo a costruire le centrali nucleari, il decreto Omnibus comprende tra l’altro uno stanziamento di 149 milioni per il Fondo unico per lo spettacolo (Fus), limiti negli incroci tra giornali e tv e la possibilità della Cassa depositi e prestiti di intervenire in società considerate strategiche.
Nucleare: nel testo approvato dal Senato è stato inserito un emendamento che ha riscritto l'articolo 5 del decreto approvato in Consiglio dei ministri a fine marzo. Il governo è andato oltre la moratoria di un anno già prevista per il nucleare, fermando tutti i programmi sull'energia atomica e la costruzione di nuovi impianti. In pratica l’emendamento abroga tutte le norme che sono oggetto del referendum del 12 e 13 giugno.
Cultura: previsto un contributo di 236 milioni di euro, di cui 149 milioni per Fus, 80 milioni per la manutenzione e la conservazione dei beni culturali, oltre a quelli già previsti in bilancio, e 7 milioni per interventi a favore di enti e istituzioni culturali. Viene soppresso il contributo di un euro sui biglietti cinematografici stabilito nel decreto Milleproroghe. Alla copertura finanziaria di queste misure si provvederà con l'aumento delle accise sulla benzina che colpirà i petrolieri e non l'utente finale.
Infine, viene prorogato al 31 dicembre 2012 il divieto di partecipare in imprese editrici di giornali quotidiani per società televisive che svolgono la loro attività in ambito nazionale e che in base al Sic (Sistema integrato delle comunicazioni) hanno conseguito ricavi superiori all'8 per cento e per quelle società i cui ricavi nelle comunicazioni elettroniche sono superiori al 40 per cento dei ricavi complessivi del settore.
fonte Italia chiama Italia
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