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sabato 12 marzo 2011

Controllare l’immigrazione ! Parola del Cardinale Biffi.

Il 22 agosto 2005 ne Il Castello , quando non era ancora trasformato in aggregatore ma raccoglieva i post dei vari partecipanti, scrissi un intervento con lo stesso titolo odierno: selezionare l’immigrazione.
Purtroppo, dopo quattro anni, è tuttora attualissimo e la circostanza è ancor più grave se si pensa che il post era ispirato dalla lettura di un discorso del Cardinale Giacomo Biffi , già arcivescovo di Bologna, che risale al settembre 2000 e che ho ritenuto opportuno recuperare e lasciare a disposizione a questo link .
Con buona pace di laici, laicisti e anticlericali viscerali, fu un Cardinale a porre l’accento sul problema dell’immigrazione e, a differenza dei demagoghi odierni che pullulano nell’Italia formale delle istituzioni, mentre l’Italia reale del Popolo con maggioranze bulgare approva la “linea dura” appena accennata da Lega e Berlusconi, indicò anche una soluzione: selezionare l’immigrazione.
E’ opportuno ricordare le chiarissime parole del Cardinale Biffi:
“Una consistente immissione di stranieri nella nostra penisola è accettabile e può riuscire anche benefica, purché ci si preoccupi seriamente di salvaguardare la fisionomia propria della nazione. L'Italia non è una landa deserta o semidisabitata, senza storia, senza tradizioni vive e vitali, senza una inconfondibile fisionomia culturale e spirituale, da popolare indiscriminatamente, come se non ci fosse un patrimonio tipico di umanesimo e di civiltà che non deve andare perduto.”.
Diventa dunque un obbligo considerare che
“A questo fine, le concrete condizioni di partenza degli immigrati non sono ugualmente propizie; e le autorità non dovrebbero trascurare questo dato della questione. In una prospettiva realistica, andrebbero preferite (a parità di condizioni, soprattutto per quel che si riferisce all'onestà delle intenzioni e al corretto comportamento) le popolazioni cattoliche o almeno cristiane, alle quali l'inserimento risulta enormemente agevolato (per esempio i latino-americani, i filippini, gli eritrei, i provenienti da molti paesi dell'Est Europa, eccetera); poi gli asiatici (come i cinesi e i coreani), che hanno dimostrato di sapersi integrare con buona facilità, pur conservando i tratti distintivi della loro cultura. Questa linea di condotta - essendo "laicamente" motivata - non dovrebbe lasciarsi condizionare o disanimare nemmeno dalle possibili critiche sollevate dall'ambiente ecclesiastico o dalle organizzazioni cattoliche. Come si vede, si propone qui semplicemente il "criterio dell'inserimento più agevole e meno costoso": un criterio totalmente ed esplicitamente "laico", a proposito del quale evocare gli spettri del razzismo, della xenofobìa, della discriminazione religiosa, dell'ingerenza clericale e perfino della violazione della Costituzione, sarebbe un malinteso davvero mirabile e singolare; il quale, se effettivamente si verificasse, ci insinuerebbe qualche dubbio sulla perspicacia degli opinionisti e dei politici italiani.".
E non temeva di affrontare, un anno prima dell’11 settembre 2001 !, la questione musulmana, dichiarando che:
“Gli islamici - nella stragrande maggioranza e con qualche eccezione - vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra "umanità", individuale e associata, in ciò che ha di più essenziale, di più prezioso, di più "laicamente" irrinunciabile: più o meno dichiaratamente, essi vengono a noi ben decisi a rimanere sostanzialmente "diversi", in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come loro.”.
Parole che, se ascoltate e se adottati i provvedimenti necessari, proseguendo sulla strada aperta dalla Bossi-Fini, ci consentirebbero di guardare al problema dell’immigrazione con minori preoccupazioni.
Siamo, invece, ancora al punto di partenza, anzi siamo in unasituazione peggiore, perché degenerata e perché le politiche lassiste di tutti questi anni, unite alle pressioni della curia romana, dell’onu, della sinistra e, adesso, anche di personaggi che si ritrovano nell’ala radicalfiniana del pdl, il partito di Berlusconi !, sono in grado di costringere a compromessi in perdita anche la Lega che pure della lotta all’illegalità e per la sicurezza ha fatto un suo cavallo di battaglia, “scippandolo” alla Destra.
Così se si istituisce il reato di clandestinità, questo è sanzionato dalla sola ammenda e consegna del foglio di via (del cui uso potete ben immaginare cosa farà l’illegale se non sarà accompagnato coattivamente ed immediatamente alla frontiera!).
E nonostante il reato di clandestinità, si consentirà a medici e presidi di curare illegali e di accogliere studenti figli di clandestini, senza doverne segnalare la presenza all’Autorità di Polizia per i relativi provvedimenti di espulsioni.
Si istituiscono le Ronde ma disarmate, invece di consentire loro gli stessi poteri (e magari anche qualche necessaria e opportuna libertà in più …) delle Forze dell’Ordine.
Ci troviamo così a dover giustificare, contro una canea mondiale ostile, un provvedimento essenziale ma tardivo: ilrespingimento dei barconi prima che entrino nelle nostre acque internazionali.
In sostanza l’onu, la curia romana, la sinistra capeggiata dal pci/pds/ds/pd, ma anche l’udc di Casini e i radicalfiniani del pdl, vorrebbero che fosse consentito l’ingresso in Italia di chiunque,senza poi fornire alcuna soluzione sul loro trattamento.
Ma se il respingimento continuerà anche dopo le elezioni del 6 e 7 giugno, l’accordo (vergognoso per la sua motivazione ufficiale) di Berlusconi con Gheddafi varrà tutto l’oro che ci costa, perché avere la possibilità di trattare i clandestini in campi a ciò deputati in Libia, libererà l’Italia da un onere improprio e ingiusto.
La Libia, infatti, ha presieduto la commissione per i diritti umani dell’onu e, pertanto, è la nazione più indicata per il trattamento degli eventuali profughi.
E dovrà essere un trattamento che coinvolga tutte le nazioni, per cui se saranno individuati dei soggetti aventi diritto all’asilo politico, questi dovranno essere equamente ripartiti fra tutte le nazioni dell’onu, in proporzione alla loro popolazione e non scaricati tutti in Italia.
Dove dovremo accogliere – a braccia aperte – anche chi verrà per lavorare, accettando le nostre regole, leggi, costumi e tradizioni, in base ai posti che verranno resi liberi da apposite comunicazioni e non in numero superiore a questi, per garantire loro un lavoro e i relativi mezzi di sostentamento.
In sostanza chi si oppone ad una selezione dell’immigrazionesecondo i concetti ispirati al discorso precursore del Cardinale Biffi, con una attuazione di un blocco degli ingressi come è consentito dal respingimento attivo purchè continui anche oltre il periodo elettorale e sia completata da una bonifica interna nei confronti degli illegali che già hanno fatto metastasi in Italia, si ispira a concetti teorici di indubbio impatto emotivo.
Non dicono però queste verginelle sante come si possa gestire l’arrivo in Italia di milioni di irregolari, che entrerebbero se dovessimo dar loro retta, in termini di lavoro, igiene, sicurezza, rapporti sociali, istruzione.
Non lo dicono perché non hanno alcuna soluzione e non possono averla perché non esiste, l’unica essendo la trasformazione radicale dell’Italia in una società priva di identità, di memoria e di coesione sociale.
Quanti (dall’onu alla curia romana, dal pci/pds/ds/pd ai radicalfiniani del pdl) contestano la politica del respingimento(che, da sola, limita ma non risolve il problema per il quale occorre una cura da cavallo come indicata !) si riempiono la bocca di “diritti umani”, ma non sanno proporre alcuna soluzione.
Piegarsi alla loro demagogia significa solo porre le basi per scontri sociali e violenze di ogni genere, perché l’Italia è uno stato che insiste su un territorio già densamente popolato, con cittadini già pesantemente tassati e l’ingresso di milioni di diseredatiimpoverirebbe drammaticamente il Popolo italiano e scatenerebbe la logica e conseguente reazione nei confronti di chi ha causato tale perdita di benessere.
Chi contrasta una politica rigida e selezionatrice dell’immigrazione lo fa in danno del Popolo italiano.
E questo non è né razzismo, né xenofobia, paroloni sprecati a sproposito per cercare (senza riuscirci, perché l’abuso di tali termini equivale al gridare “al lupo, al lupo” quando il lupo non c’è) discreditare e criminalizzare un fenomeno giusto e sacrosantoche il Popolo dimostra di aver ben compreso e recepito: la difesa dell’Identità nazionale.

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