Altro che austerità: Laura Boldrini ha quadruplicato i suoi portavoce.
Dopo la bufala sul taglio di 1/3 dello stipendio, subito smascherata anche da noi di Qelsi, la neo-presidente della Camera Laura Boldrini cade in un’altra gaffe decisamente contraria al tanto sbandierato spirito della spending review e della sobrietà. L’ex portavoce dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati politici s’è infatti creata uno staff di ben quattro portavoce, tutti esterni e tutti uomini di coalizione, o figli di esponenti Pd oppure trombati alle elezioni. In pratica, Laura Boldrini ha quadruplicato lo staff addetto alla comunicazione della presidenza della Camera, che da tradizione era finora composto da un solo portavoce in aggiunta ai giornalisti dell’ufficio stampa della Camera dei deputati. Ed in effetti risulta difficile pensare a come possano essere utili altri tre, peraltro ovviamente stipendiati con soldi pubblici.
Ancor più interessante l’identità dei quattro portavoce. Una è un’immancabile “figlia di”: Valentina Loiero, per l’appunto figlia di cotanto padre. Il babbo è Agazio, ex presidente della regione Calabria. La “figlia d’arte” è stata nominata capo della comunicazione, alle spalle vanta un’onesta carriera da inviata del Tg5 a Lampedusa, tra sbarchi e migranti. Logico che le strade della figlia di Agazio Loiero e di Laura Boldrini si siano incrociate proprio nell’isola.
Altri due invece sono i classici trombati alle elezioni che rientrano dalla porta di servizio, grazie al “paracadute Boldrini”: il primo è Roberto Natale, sindacalista, ex capo del sindacato Usigrai ed ex presidente della Federazione della Stampa italiana, candidato non eletto alle ultime elezioni politiche in quota Sel, il medesimo partito di Laura Boldrini; il secondo è Carlo Leoni, già vicepresidente della Camera in quota Pd e non rieletto in queste elezioni.
Natale sarà il portavoce personale della presidente della Camera, Leoni farà da consigliere politico-istituzionale.
L’ultima componente dello staff dei portavoce è Giovanna Pirrotta, che si occuperà dei social network e delle nuove tecnologie. In pratica sarà l’addetta a facebook per Laura Boldrini. Il sogno di qualsiasi italiano: essere pagati con soldi pubblici per stare su facebook. Farlo per la terza carica dello Stato dev’essere ancora più soddisfacente.
I figli di cotanto padre, o cotanta madre, però non sono finiti: nella squadra della neo-presidente della Camera, in qualità di addetta ai rapporti con gli organismi internazionali, ci sarà anche Giulia Laganà, figlia dell’ex parlamentare Pd Tana de Zulueta.
A capo della segreteria tecnica c’è invece Marco Cerase, genero dell’intellettuale marxistaAlberto Asor Rosa. Professore in pensione, Asor Rosa è ricordato per essere uno dei principali firmatari della lettera volta ad impedire a Papa Benedetto XVI di parlare all’Università La Sapienza di Roma nel 2008. Ed anche per aver caldeggiato nel 2011, sulle colonne del Manifesto, un “golpe” finalizzato a “congelare le Camere, sospendere le immunità parlamentari, restituire alla magistratura la capacità d’azione” (come se già non ne avesse n.d.r.).
Insomma, proprio una grande ed accogliente famiglia quella della sinistra targata Laura Boldrini.
Altri due invece sono i classici trombati alle elezioni che rientrano dalla porta di servizio, grazie al “paracadute Boldrini”: il primo è Roberto Natale, sindacalista, ex capo del sindacato Usigrai ed ex presidente della Federazione della Stampa italiana, candidato non eletto alle ultime elezioni politiche in quota Sel, il medesimo partito di Laura Boldrini; il secondo è Carlo Leoni, già vicepresidente della Camera in quota Pd e non rieletto in queste elezioni.
Natale sarà il portavoce personale della presidente della Camera, Leoni farà da consigliere politico-istituzionale.
L’ultima componente dello staff dei portavoce è Giovanna Pirrotta, che si occuperà dei social network e delle nuove tecnologie. In pratica sarà l’addetta a facebook per Laura Boldrini. Il sogno di qualsiasi italiano: essere pagati con soldi pubblici per stare su facebook. Farlo per la terza carica dello Stato dev’essere ancora più soddisfacente.
I figli di cotanto padre, o cotanta madre, però non sono finiti: nella squadra della neo-presidente della Camera, in qualità di addetta ai rapporti con gli organismi internazionali, ci sarà anche Giulia Laganà, figlia dell’ex parlamentare Pd Tana de Zulueta.
A capo della segreteria tecnica c’è invece Marco Cerase, genero dell’intellettuale marxistaAlberto Asor Rosa. Professore in pensione, Asor Rosa è ricordato per essere uno dei principali firmatari della lettera volta ad impedire a Papa Benedetto XVI di parlare all’Università La Sapienza di Roma nel 2008. Ed anche per aver caldeggiato nel 2011, sulle colonne del Manifesto, un “golpe” finalizzato a “congelare le Camere, sospendere le immunità parlamentari, restituire alla magistratura la capacità d’azione” (come se già non ne avesse n.d.r.).
Insomma, proprio una grande ed accogliente famiglia quella della sinistra targata Laura Boldrini.
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