condividi

Condividi

venerdì 5 agosto 2011

Le sinistriadi


Il Superenalotto di Di Pietro
Oggi le Parti Sociali al completo dopo aver incontrato il Governo hanno incontrato anche le Opposizioni. Al termine di questo secondo incontro i Leaders dell’opposizione sono stati intervistati per una verifica del loro umore ed avere indicazioni circa i temi trattati. Così mentre cenavo col  TG in sottofondo, ho, mio malgrado, dovuto sorbirmi l’intervista a Di Pietro, che purtroppo il telecomando era troppo lontano dalla mia postazione e non mi andava di far scomodare i miei per farmelo passare. Ma è stata una fortuna che l’abbia ascoltata, perché il deputato molisano ha detto una cosa che ha gonfiato il mio cuore di gioia e di speranza. E non solo il mio, ritengo, ma anche quello di tutti gli italiani. Il portatore sano dell’IdV ha infatti confermato davanti a milioni di italiani di aver predisposto un corposo pacchetto di proposte, e per smentirmi sul fatto di cui l’ho sempre accusato, cioè di fare l’elenco della spesa senza dire mai dove prende i soldi, per massacrarmi davanti a tutti e distruggere la mia carriera politica prima ancora che possa cominciare, ha annunciato trionfante: “E ci sono trovati pure i soldi,- ha detto riferendosi evidentemente alla sottoscritta- vede tu (cioè io) stavolta che mi ci scrivi sopra? che in tre anni ho scovato 60 miliardi di lire…” Quanto? Scusi, mia madre s’è alzata, non ho capito bene…”Si, si” ha insistito l’arrugginito ex commissario di ferro, “60 miliardi di lire in tre anni, la contromanovra che ci ho buttato sul tavolo a tutti. Io, di Pietro…”. Ed è esattamente qui a questa conferma che m’è scoppiata dentro una grande felicità. Sessanta miliardi di lire sono poco più di 30 milioni di €. E’ questa la cifra con la quale, dalla sua camera sterilizzata di Malattie Infettive per la cura dell’IdV contratto nel carcere di S. Vittore, Di Pietro sanerà il Paese. Ma allora che ci vuole? Sono sicura che tutti gli italiani saranno d’accordo a rinunciare per una settimana al jackpot del superenalotto, per mettere la cifra a disposizione del condottiero molisano, consentendogli di risanare il Paese. E’ stato mio padre che, mentre zompettavo giuliva come la Vispa Teresa tutt’attorno alla cucina battendo le manine  e zoccolando rumorosamente sul pavimento di cotto senese, a ricondurmi alla realtà: “Ma che sta a ddì sto ‘mbriaco, e lire….E te smettila de zompettà, che c’è da piagne co questo, altro che..” Ora l’accaduto mi fa sorgere una serie di dubbi e di angosciose domande. Li metto in fila. Primo: a Natale che gli regaliamo un calendario osè della Rosy Bindi od un orologio con Calendario Perpetuo? Hai visto mai che si accorga che stiamo nel 2011. Secondo: da chi glielo facciamo dire che adesso ci sono gli euro e non più le lire? Ci vuole qualcuno che abbia tatto e sensibilità…chissà se no come la può prendere, poverino. Terzo: la manovra c’è già, l’ha fatta il Governo e costa meno di 60 mdi €, e meno pure di 50. Forse ci fermiamo a 45 mdi €. Per dirglielo, quello che gli spiega gli euro secondo me non basta: per quest’altra cosa ci vogliono infermieri possenti e sedativi da cavallo. Quarto: ma se la manovra ci costa 45, perché lui ci vuol spillare altri 15 mdi di €? Che gli abbiamo fatto? Quinto. No…, questo non lo dico, è meglio di no, se no mi arrestano…
La Ruota del Carro.
Poi, a seguire, hanno intervistato il sig.r Bersani.  Scusatemi, ma lo devo dire: a me Bersani è simpatico, che ci posso fare? Sono quasi sempre in disaccordo con lui su tutto, e son cose importanti, mica bazzecole, ma l’analcolico con lui ce lo prenderei volentieri, e se ci fosse l’occasione mi piacerebbe pure scambiarci due chiacchiere. Sarà per quel bel suo faccione da “emilianquasilombardo”, per i suoi modi còmpiti, la sua calma serafica, non lo so, ma a me infonde fiducia e sicurezza. Provate: chiudete gli occhi, sussurrate il suo nome,  lasciatevi andare e rilassatevi: Bersani…..Bersani…..ti dà serenità, tranquillità, un nome rassicurante…Ber Sani ….Ber Sani e Belli, …suona come un augurio, una apologia dell’ottimismo.  E’ bello liscio Bersani, non tutto butterato dall’IdV come Di Pietro. Ber Sani…: ma non vi pare lo slogan di una bevanda al ginseng, di quelle che si comprano in farmacia e che tolgono le rughe, ammazzano i radicali liberi - apposta Marco ed Emma non si vedono più in giro- e tonificano l’apparato intestinale? Allora, di chi parlavo? Ah, si, Bersani, dicevo, intervistato alla fine dell’incontro con le PS (attenti: Parti Sociali, non la Pubblica Sicurezza. Tedesco e Penati non c’erano) non ha parlato, ma ha fatto ascoltare la registrazione che si porta dietro sul cellulare, sempre la stessa in attesa di aggiornarla con quella della stagione autunno-inverno che gli sta redigendo Renzi e che presenteranno con un apposito defilé a Palazzo Pitti: “Non è questione…di misure. Occorre dare al Paese un segnale forte. Un segno di discontinuità politica. Non è questione di essere a favore o contro: se fossimo certi che con la nostra ruota quel carro potesse andare noi gliela la daremmo….” Ecco, vede sig.r Bersani (lo chiamo sig.r perché mi è simpatico. A dargli dell’On. oggi come oggi c’è il rischio che venga preso come un insulto…) siamo arrivati al punto ed il suo problema è proprio questo: la sua ruota non serve, e nessuno la vuole. Ha voglia lei di offrircela, se la tenga pure. Dai, su, se ne faccia una ragione e si consoli  pensando che sarò ben felice di accettare di prendere un aperitivo con lei. Analcolico, che a me piace ber sano…Buone cose, a presto.


Fini e Rutelli.

Che ne so? Boh, provate su RAI 3, a chi l’ha visti.

Sulla Strada di Damasco
La storia di Saulo penso che ve la ricordiate tutti. Nato a Tarso, pagano, mentre da Antiochia, l’attuale città turca di Antalya, galoppava verso Damasco in Siria, fu folgorato dalla luce del Signore, al che si convertì divenendo cristiano ed apostolo di Gesù.  Ora non so se al bello della politica italiana sia successo qualcosa del genere. Sta di fatto che io ho inteso con le mie orecchie il Paul Newman di Montecitorio affermare, non più di 2 o 3 giorni fa, che secondo lui “il Premier si sarebbe dovuto dimettere per consentire la formazione di un Governo di unità nazionale col PD, i centristi, la Lega e, bontà sua, col PdL”. Ora, io con l’adone dell’UdC - che non è “lo dici” in molisano, ma la sigla dell’Unione di Centro copiata ai tedeschi di Bavaria dal prof. Buttiglione- dicevo che col Pierferdinando io ho affinità ideologiche e culturali forti ed importanti valori in comune visto che entrambi siamo passati per la stessa scuola, la tanto vituperata C&L, anche se a molti anni di distanza. Quindi, con gli altri forse, ma di sicuro non con me può fare lo gnorri facendo finta di niente e dicendo bugie. Nell’intervista di fine incontro col Governo ha dichiarato senza remore: “ Ma quale crisi, il Governo deve restare in carica per fare subito le cose urgenti che vanno fatte per salvare il Paese”. Parole sante che condivido al 100 %. Saulo, per sottolineare la sua conversione, arrivò a cambiarsi il nome ed a farsi martirizzare a Roma, alle Tre Fontane, pur di non tradire la sua fede.  All’ex delfino di Forlani non chiediamo tanto, anche se un piccolo remake, non tanto del nome che pure sembra quello di un principe borbonico, quanto del cognome, che in un momento  così già pieno di confusione sarebbe auspicabile poter modificare dandogli una limatina, che so, Carini, Camini. Ma su questo non insistiamo, però sappia che da adesso in poi ci aspettiamo, pretendiamo, che sia coerente con quello che ha detto oggi e che si comporti di conseguenza. A questo  ci staremo attenti e non passeremmo sopra ad un suo tradimento. Detto questo, bentornato da noi. 


Di: Caelsius  fonte Blog "questa è la sinistra Italiana"

Nessun commento:

Posta un commento