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giovedì 16 giugno 2011

Consumo di territorio a Parma, sempre a scopo informativo (le parole chiave sono sempre le stesse: nuovi centri commerciali; nuove urbanizzazioni; balle raccontate ai cittadini sulla green city e altre varie amenità)

Come Paolo di Tarso sulla strada di Damasco, la Giunta comu­nale di Parma, con in testa il sin­daco e l’assessore all’urbanistica, pare essere stata colta da improv­visa quanto radi­cale con­ver­sione. Dopo avere deva­stato il ter­ri­to­rio a colpi di beto­niere e cemento con lo stesso zelo e con­vin­zione con cui San Paolo per­se­gui­tava i primi cri­stiani, la Giunta, forse fol­go­rata dalla crisi edi­li­zia e dalla mon­ta­gna di debiti che lei stessa ha con­tri­buito a creare, abban­dona il pro­prio credo di dere­go­la­men­ta­zione urba­ni­stica e di illi­mi­tata espan­sione urbana, per abbrac­ciare una fede nuova, dia­me­tral­mente oppo­sta, all’insegna del con­sumo di suolo zero, della soste­ni­bi­lità e della riqua­li­fi­ca­zione dell’esistente.
Lo fa pre­sen­tando a soli 4 anni di distanza dall’approvazione del PSC di Ubaldi, un nuovo PSC che, a detta del Sindaco, pun­terà ad una cre­scita qua­li­ta­tiva e non più solo quan­ti­ta­tiva della città: “Dall’espansione verso nuovi con­fini l’obiettivo sarà in asso­luto la riqua­li­fi­ca­zione di quanto è già costruito. E la nostra idea di par­tenza è di non pre­ve­dere più il con­sumo di nep­pure un metro di ter­reno agri­colo che non fosse già pre­vi­sto negli stru­menti urba­ni­stici in vigore.” [Gazzetta di Parma 24-05-2011] 
Per quanto arrivi con ritardo, quando il ter­ri­to­rio e la stessa orga­niz­za­zione urbana sono già stati pro­fon­da­mente e irre­ver­si­bil­mente com­pro­messi, que­sta con­ver­sione non potrebbe che essere accolta con favore se rispon­desse ad un reale e con­vinto supe­ra­mento dei prin­cipi (?) che hanno fin qui ispi­rato la poli­tica urba­ni­stica comu­nale. Molti fatti di con­te­sto, taciuti dai comu­ni­cati stampa, por­tano però a dubi­tare dell’autenticità della con­ver­sione e a rite­nerla piut­to­sto un’operazione oppor­tu­ni­stica e di fac­ciata, l’ennesimo stra­ta­gemma comu­ni­ca­tivo teso ad inter­cet­tare e blan­dire la sen­si­bi­lità emer­gente dell’opinione pub­blica su que­sti temi, più che a cam­biare dav­vero la dire­zione di mar­cia dell’amministrazione.
Poco più di un anno fa l’Assessore all’Urbanistica aveva dato prova del suo credo di ferro nelle poli­ti­che di espan­sione urbana negando l’evidenza degli allar­manti dati di con­sumo di suolo in pro­vin­cia di Parma pub­bli­cati da Il sole 24 ore e van­tan­dosi anzi di avere final­mente “aperto il rubi­netto” agli appe­titi immo­bi­liari tenuti, a suo dire, troppo a freno dalla pre­ce­dente ammi­ni­stra­zione. A dispetto dei comu­ni­cati che vor­reb­bero fare cre­dere il con­tra­rio, la poli­tica urba­ni­stica del rubi­netto aperto è quella che tut­tora con­ti­nua a prevalere.
Mentre il sin­daco cele­bra il nuovo PSC a con­sumo di suolo zero, è infatti in fase di appro­va­zione in Consiglio Comunale una variante del PSC vigente che pre­vede un dilu­vio di nuove aree com­mer­ciali per la grande distri­bu­zione che som­mate a quelle già auto­riz­zate por­te­ranno la poten­ziale super­fi­cie di ven­dita all’incredibile valore di 413.000 mq, quat­tro volte la super­fi­cie del 1999.
Nel frat­tempo si posa la prima pie­tra del pro­getto Parma Social hou­sing, 852 nuovi alloggi popo­lari che ver­ranno rea­liz­zati ex-novo su un’area di 60.000 metri qua­drati, quando sarebbe stato pos­si­bile otte­nere il mede­simo risul­tato sfrut­tando l’enorme stock di appar­ta­menti inven­duti attra­verso un accordo con i costrut­tori. Stessa ope­ra­zione si intende com­piere con ilWCC (Welfare Community Centre), dove invece di recu­pe­rare e riqua­li­fi­care le strut­ture socio-sanitarie esi­stenti, si pro­getta di accor­pare tutto in un nuovo quar­tiere occu­pando ulte­riore ter­reno libero e distrug­gendo, fra le altre cose, un’azienda viti­vi­ni­cola con una sto­ria plu­ri­de­cen­nale rima­sta mira­co­lo­sa­mente intatta alle porte della città.
Con note­vole sprezzo del ridi­colo, si dichiara poi di non volere più costruire al di fuori del cer­chio delle tan­gen­ziali e allora ci si domanda chi abbia scelto e auto­riz­zato l’enorme espan­sione in fase di rea­liz­za­zione attorno al Campus e la costru­zione dei con­do­mini a 6 piani che cam­peg­giano all’inizio di Via Langhirano occlu­dendo una delle ultime visuali del mar­gine appen­ni­nico. Così come ci si domanda chi abbia pro­mosso la cre­scita abnorme di fra­zioni come Vicofertile e San Prospero che nel giro di 3 anni sono più che rad­dop­piate dive­nendo quar­tieri dor­mi­to­rio senza ade­guati ser­vizi e infrastrutture.
Ma il segno più evi­dente che non si sta facendo sul serio e che si sta assi­stendo all’ennesimo comu­ni­cato pro­pa­gan­di­stico scol­le­gato dalla realtà sono le stesse parole del sin­daco ripor­tate ad ini­zio arti­colo. Nel nuovo PSC non ven­gono infatti rimesse in discus­sione le iper­tro­fi­che e scon­si­de­rate pre­vi­sioni di espan­sione urbana inse­rite in quello pre­ce­dente, pre­vi­sioni che con­sen­ti­ranno di occu­pare altri 2.000 ettari di ter­reno agri­colo solo che vi sia domanda di mer­cato, alla fac­cia del con­sumo di suolo zero.
Di una cosa biso­gna però dare atto al sin­daco e alla sua ammi­ni­stra­zione: pur arri­vando con qual­che mese di ritardo rispetto al sin­daco di Firenze Matteo Renzi, al pari suo, hanno saputo cogliere il ritorno media­tico e di con­senso che la pro­mo­zione, anche solo di fac­ciata, di una poli­tica urba­ni­stica a con­sumo di suolo zero può ormai garan­tire. Purtroppo, altre forze poli­ti­che locali, che avreb­bero tutte le ragioni per fare di que­sto argo­mento un cavallo di bat­ta­glia, para­liz­zate come sono da una cro­nica crisi di iden­tità e dai timori di distur­bare i poteri forti della città, segui­ranno ancora una volta al traino.

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