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venerdì 19 novembre 2010

QUESTA E' LA LOGICA CHE ALCUNI GIUDICI APPLICANO AI PROCESSI. MEGLIO NON FINIRE MAI NELLE MAGLIE DELLA "GIUSTIZIA" ITALICA

Lite al supermercato per 10 euro cliente condannato a pagarne 10mila

Per un resto sbagliato alla cassa disavventura per un 64enne.Dopo il pronunciamento del giudice di pace oggi la sentenza

Un battibecco scoppiato per aver ricevuto il resto sbagliato alla cassa di un supermercato di Fidenza è costato caro a un signore 64enne. La vicenda sembra paradossale, ma è approdata nelle aule del tribunale di Parma. Tutto ha inizio pochi mesi fa, quando il fidentino si reca a fare la spesa in un supermarket della cittadina. Paga in contanti e gli vengono restituite come resto diverse banconote. L’uomo si accorge subito che mancano dieci euro. Lo fa presente alla cassiera. Questa replica che non è possibile, che gli ha dato il resto esatto. Il signore insiste: mostra le banconote che ha ancora in mano, le conta davanti all’operatrice. Lei non cede, è certa di non dovergli dare più soldi.
La situazione rischia di diventare spiacevole, quindi viene allertato il direttore dell’esercizio commerciale. Il cliente non ci sta a passare per quello che si è intascato i dieci euro. Vuole che venga fatto un conteggio di tutto l’incasso, per vedere se corrisponde all’importo del registratore di cassa o se avanza del denaro. Il suo denaro. Il direttore acconsente, nonostante l’operazione sia lunga e blocchi l’attività di una cassa. Alla fine del conteggio, la verità: il cliente ha ragione. Avanzano dieci euro. Il direttore avrebbe avuto un atteggiamento brusco e seccato nei confronti del 64enne che gli aveva causato tante scocciature. L’uomo gli avrebbe così replicato, testualmente: “Ti rode il c… perché ho ragione”.
Il dirigente lo ha querelato per ingiurie, chiedendo i danni. Il giudice di Pace di Fidenza ha condannato il cliente a un risarcimento di ben 10mila euro nei confronti della parte offesa. L’uomo ha impugnato il provvedimento, la questione è così finita davanti al tribunale di Parma. Il pm Antonella De Stefano oggi ha chiesto l’assoluzione dell’imputato perché ci sarebbe stata una reciprocità delle offese: l’uomo avrebbe reagito con quella frase perché, implicitamente, il direttore avrebbe insinuato che lui aveva intascato quei 10 euro. Ma questa ricostruzione non è servita a ribaltare la sentenza: il giudice Genovese ha confermato la condanna, riducendo però il risarcimento a 500 euro. Tutto per un resto sbagliato.
(18 novembre 2010)

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