Alcune cose non tornano.
In un periodo in cui servirebbero calma e balle ferme , riflessione e profonda anamnesi (meglio parlare chiaro), si trovano persone che festeggiano. E non lo fanno per un trionfo, ma per un fallimento.
In questi anni Parma è stata una tavolozza di colori, tutti con toni accesi e intensi, dal rosso acceso al blu profondo, passando per il giallo intenso e terminando nel nero profondo: assenza di colore e di luce, buio impenetrabile.
No, così non va bene, si ricomincia malissimo.
Il clima da stadio, i festeggiamenti, i termini utilizzati in tutta questa vicenda sono sbagliati. Ad iniziare dal nome: gli INDIGNADOS. Un termine straniero, spagnolo, perché così la fantasia viaggia è diventa quasi una protesta “esotica”, quindi ancor più spettacolare. Ma in realtà non sono le 5 persone che brindano, le 50 che urlano o le 500 che si radunano sotto i Portici del Comune quelli che hanno fatto cadere il Governo Vignali.
Il Governo Vignali è caduto in tre fasi principali: una prima fase in cui si è mal pianificata la spesa pubblica sulla spinta di quelle che a molti sono parse più manie di grandezza che reali necessità (questo ha portato ad un ingigantimento dell’indebitamento già preesistente), una seconda fase in cui gli appoggi delle classi sociali politicamente ed economicamente più influenti sono venuti a mancare per vari motivi (questo ha causato la perdita della visibilità e della propaganda volta ad enfatizzare tutto quanto era di vetrina per nascondere tutto quello che non funzionava negli scantinati) ed una terza fase finale in cui abbiamo assistito ad un vero e proprio suicidio della Giunta stessa (che è implosa nei sui componenti principali e secondari schiacciata da accuse gravissime di corruzione).
E quindi a cosa stiamo assistendo?
Il dubbio è che ci sia qualcuno molto scaltro che sta pilotando il pensiero popolare e voglia “mettere il cappello” all’inizio di questa nuova stagione. Qualcuno che si approfitta della buona fede dei più e che cerca di far molto rumore per coprire alcuni avvenimenti che è meglio far passare in sordina.
È il caso dell’inceneritore: tanti “urlatori”, visti in questi giorni in piazza Garibaldi, sostengono che questa Giunta non ha mai ascoltato i reali bisogni dei Parmigiani; ma molti di questi sono gli stessi militanti politici degli schieramenti che sostengono interventi come quello del PAI (Polo Ambientale Integrato), e quindi assistiamo al paradosso di vedere inveire gli uni accanto agli altri i ragazzi del PD con quelli del movimento GCR contro quello che viene dipinto come unico male di Parma, ma in realtà ne è solo parte.
Nella confusione prolifera il malgoverno: in questa situazione c’è il pericolo che i cittadini si sentano “importanti” perché ritengono di essere stati la motivazione della caduta della Giunta Vignali, cosa non vera, e quindi credano di aver avuto un ruolo “attivo” nella nascita del rilancio della nostra amata Parma. Per la Giunta Vignali le proteste sotto i Portici del Grano (siamo in Italia) sono state soltanto un ronzio fastidioso, il ruolo dei parmigiani (TUTTI, non una piccola parte indignata) non è ancora stato produttivo per il benessere di Parma. Il vero ruolo importante della cittadinanza arriverà ora, quando dovrà decidere cosa fare per il proprio futuro e dovrà adoperarsi per operare delle scelte. I cittadini devono entrare tutti nella vita politica di Parma, ognuno a proprio modo fornendo elementi costruttivi e non distruttivi, cercando di appoggiare chi riterrà essere una vera alternativa efficiente a chi ha sbagliato in precedenza, ma senza farsi raggirare da chi finge di essere fatto di una pasta differente quando in realtà è solo più subdolo di chi lo ha preceduto.
Il compito della Lega Nord é ascoltare i parmigiani e far capire che la sua stessa essenza è Parma.
Maurizio Campari.
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