Grandi preparativi a Lampedusa per la visita di Bersani. Dopo il fattucchiere di Arcore, arriva lo smemorato di Reggio Emilia. La battaglia per il potere scende sull’isola siciliana che da mesi sta vivendo la sua odissea di sopravvivenza a seguito dell’ondata di sbarchi nordafricani. Prima i tunisini della cosiddetta primavera della sponda opposta del Mediterraneo; poi il flusso subsahariano dovuto al vergognoso attacco alla Libia con il patrocinio dell’Onu e di Napolitano; adesso tutti corrono al capezzale dell’isola invasa dagli immigrati smistati velocemente in varie regioni, comprese quelle padane anche se in misura minore. Il Paese soffoca di disperati che cercano di farsi passare tutti per rifugiati e perseguitati politici e così i centri di accoglienza si riempiono come pure le città, visto che sono tanti coloro che sfuggono alle maglie dei controlli. Una canzone di parecchi anni fa di Manfredi diceva: “Basta ‘a salute e un par de scarpe nove e poi girà tutto er monno…”. Ma non è più così perché l’umanità si evolve per raggiungere un livello di vita di qualità, con beni primari irrinunciabili quali casa e lavoro. Adesso vogliono farci tornare indietro a condividere con gli immigrati quella miseria e quelle condizioni di vita tanto “pe’ cantà”. No, non ci stiamo proprio. Il mondo sarà pure a colori ma la schiavitù resta solo schiavitù, buia e senza diritti. Certo Bersani come lo stesso Berlusconi e tutta la ciurma del Parlamento, nonché l’inquilino del Colle non hanno di queste preoccupazioni perché appartengono a quella categoria degli eletti che tra stipendi niente male, rimborsi elettorali ed appannaggi faraonici non fanno fatica ad arrivare… a fine anno, per giunta in auto blu. Poi c’è quel 20-30% di arricchiti e di cortigiani di centrodestra e di centrosinistra che se la spassa senza tanti patemi, guardandosi bene però dal fare le vacanze a Lampedusa; mentre il 70% naviga in brutte acque, rischiando sempre più il naufragio assieme agli immigrati. Ma veniamo alla visita di vera e propria speculazione politica che Bersani si appresta a fare sull’isola. Il segretario del Pd arriverà in mattinata, accompagnato dal segretario regionale del partito Lupo. E come pensa di convincere i lampedusani a cambiare cavallo? Dirà che i profughi e i clandestini sono una risorsa per l’isola e per il Paese? O se ne uscirà con una frase papalina che tutti siamo figli di dio? O pensa di ammaliarli con la promessa dell’acquisto di una villetta magari vicino a quella di Silvio? Berlusconi sarà pure il male assoluto però l’operato del suo governo in questa circostanza non può non essere apprezzato. Arrivano 2000 profughi e nel giro di 48 ore vengono smistati nelle varie regioni. Questa situazione va avanti da mesi con sbarchi quasi quotidiani che con le navi e i traghetti messi a disposizione trovano nel giro di poche ore una soluzione. E quindi Bersani o altri politici che ci vanno a fare? A dire che loro farebbero meglio di Silvio? Naturalmente questa situazione non ci piace affatto, perché è determinata da una grave ingerenza delle forze occidentali, compreso il nostro Paese, che hanno deciso di mettere il naso in una disputa tribale totalmente illegittima. E le responsabilità di questa scelta scellerata sono anche di Bersani e della sua corte compreso il compagno del Quirinale Napolitano che messo l’elmetto ha suonato la carica. E’ vergognoso che i politici si presentino sull’isola per meri fini speculativi. L’economia dei lampedusani si regge esclusivamente sul turismo e gli sbarchi di profughi e di clandestini non fanno altro che affossarla. E’ bello parlare di mondo a colori ma poi tutto si riduce al colore della moneta.
Magari sul molo Bersani troverà pure il cantautore Baglioni di casa sull’isola però la canzone bisogna saperla raccontare. L’umanità verso i meno fortunati è una cosa ma la realtà dell’economia è un’altra. Gli immigrati senza soldi in tasca non interessano a nessuno, nemmeno al popolo lampedusano. La pantomima sul razzismo lasciamola sotto l’ombrellone di Bersani e di tutti gli altri idioti che parlano di mondo a colori ma poi pensano al profitto.
fonte: La Rinascita (quotidiano di sinistra nazionale) 4 Agosto 2011
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