Province: croce e delizia per il Pd. Croce per quelli che, come i veltroniani, vogliono abolirle tout court. Delizia per chi invece le difende e vuole vederle fiorire sempre più rigogliose come, ad esempio, la battagliera Beatrice Draghetti, presidente della Provincia di Bologna. La Draghetti non intende farsi condizionare dalla triste prospettiva che tante poltrone vengano cancellate tutte d’un colpo e dunque pensa al futuro, progettando una nuova e grandiosa sede per l’ente che guida dal 2004. In via Bigari vicino alla stazione si costruirà un bel palazzone di cinque piani in grado di ospitare circa 400 impiegati. Poi ci sarà un’ampia sala conferenze da cento posti, ristoranti e bar. E ancora un parcheggio interrato dove ciascuno dei 400 dipendenti potrà avere il suo posto auto e ci sarà pure una pista ciclabile per gli ecologisti. E dato che non si vive di solo pane, anche un museo. I soldi ci sono e il via libera per i lavori è già stato dato: costo previsto circa 31 milioni di euro. Non male per ospitare un ente che dovrebbe essere abolito pure secondo un vicino strettissimo della prodiana Draghetti, il sindaco di Bologna, Virginio Merola.
E in effetti i due si sono scontrati piuttosto duramente nelle scorse settimane proprio sulla questione di una possibile abolizione della provincia e conseguente riassegnazione delle competenze. L’astensione del Pd alla Camera sul voto che avrebbe permesso l’abolizione delle province è una ferita aperta all’interno del partito di Pier Luigi Bersani, che ha definito la volontà di cancellare le province «una sparata demagogica».
Intanto però Merola da Bologna lanciava l’ipotesi di una città metropolitana, una sorta di federazione dei territori che di fatto andrebbe a sostituire la provincia. La Draghetti non l’ha presa bene facendo subito notare che il cambiamento richiesto da Merola necessitava di una nuova legge e di riforme complesse che andrebbero a coinvolgere la nostra Costituzione. Troppo lungo e complicato, meglio nel frattempo «atterrare su riforme vere, di alto livello». E infatti il nuovo palazzone previsto per la provincia è alto ben cinque piani. Merola però non si è arreso ribadendo la necessità di liberarsi «di istituzioni superflue». Il sindaco di Bologna insiste: «Il Pd deve avere il coraggio di porre il tema dell’abolizione della provincia. In Parlamento si è persa una grossa occasione». Oltretutto Merola non è solo in questa battaglia perché al suo fianco si è schierato un pezzo da novanta come il governatore Vasco Errani. «La Regione Emilia-Romagna sostiene e incentiva ogni forma di riorganizzazione e semplificazione istituzionale per ottimizzare le risorse e rafforzare il legame tra i cittadini e le istituzioni», ha sentenziato Simonetta Saliera, vice presidente della Regione.
Ma la Draghetti non intende mollare. Proprio sulla sua tenacia, dimostrata quando era presidente dell’Azione cattolica diocesana, aveva puntato Vittorio Prodi quando la chiamò per la prima volta a Palazzo Malvezzi nel ’96. Impegno poi sfociato nella sua adesione ai Comitati per l’Italia di Romano Prodi.
Ma la Draghetti non intende mollare. Proprio sulla sua tenacia, dimostrata quando era presidente dell’Azione cattolica diocesana, aveva puntato Vittorio Prodi quando la chiamò per la prima volta a Palazzo Malvezzi nel ’96. Impegno poi sfociato nella sua adesione ai Comitati per l’Italia di Romano Prodi.
La Draghetti ricorda che il progetto di via Bigari rappresenterà comunque un risparmio per gli enti locali. Grazie alla formula del «leasing in costruendo» la provincia non dovrà indebitarsi e anzi ci guadagnerà, risparmiando «la quota di canone di affitto oggi pagato per le sedi che verranno lasciate libere». Affitto che al momento ammonta ad un milione e 600mila euro annui. «A partire dal 2015, dunque, l'equivalente del valore del canone di affitto si trasformerà in canone di leasing, senza che si determini alcuna sovrapposizione», scrive la Draghetti che conclude ricordando che comunque l’immobile in questione rimarrà di proprietà dell’Ente «qualunque esso sia». Ovvero le province non saranno abolite, al massimo cambieranno intestazione.
di Francesca Angeli
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