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sabato 2 aprile 2011

Il magistrato di sinistra che sfrutta la legge ad personam.

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Strano ma vero, le leggi ad personam in Italia esistono, ma non sono quelle di Berlusconi. Bensì, del Csm, l'organo supremo della magistratura ultimamente in eterna polemica con l'attuale premier. I paladini della legalità e soprattutto della lotta alle ingerenze tra politica e magistratura (già, ma quali?) ci sono caduti in pieno.
Probabilmente non tutti conoscono Vittorio Borraccetti: ex segretario di magistratura democratica (la corrente di "sinistra" del mondo togato), ex procuratore capo di Venezia, in carriera non ha avuto grandi meriti. Anzi, è salito alla ribalta della cronaca per essersi imbattuto nel famigerato "Unabomber". Tanta notorietà, l'invidia della procura di Trieste, la triste "lotta tra Procure" per la competenza territoriale (storia davvero raccapricciante), infine la sinergia tra Trieste e Venezia per la creazione di uno spaventoso "pool anti-Unabomber". I risultati sono sotto gli occhi di tutti: anni di "lavoro" a vuoto, decine di milioni di euro spesi a carico dei contribuenti, il malcapitato ingegnere Elvo Zornitta unico indagato, perseguitato pure con prove false, ma il vero Unabomber non è mai stato neppure identificato.
Tra i padri del fallimento, ovviamente Vittorio Borraccetti. Che, inutile dirlo, è stato premiato: a 70 anni avrebbe dovuto andare in pensione, ma ha presentato domanda per candidarsi alla guida della Procura di Milano. Fuori tempo massimo, o perlomeno non nei termini stabiliti dalla "Circolare sul trattenimento in servizio dei magistrati oltre il settantesimo anno di età", approvata il 4 novembre 2008, che prevede che i magistrati che fanno domanda di trattenimento al servizio oltre il settantesimo anno di età presentino tale richiesta dai 24 ai 12 mesi antecedenti al compimento dei 70 anni. Borraccetti ha presentato la richiesta il 18 gennaio 2010, a soli 9 mesi dal suo settantesimo compleanno. Due giorni dopo, con estremo tempismo, il Csm ha approvato una delibera per sanare transitoriamente tutte le situazioni irregolari simili a quelle di Borraccetti fino al novembre 2010. Ma con valore retroattivo, cioè a partire dal 2008, aggiungendo così altri nove magistrati alla sanatoria. Giusto per non rendere troppo palese che fosse un provvedimento "ad usum" esclusivamente di Borraccetti.
Il resto è storia recente: procuratore generale di Milano è poi diventato Edmondo Bruti Liberati (ovviamente anch'egli esponente di spicco di Magistratura Democratica). Ma Vittorio Borraccetti, nel luglio 2010, è stato eletto nientemeno che nel Csm, sempre in quota Md, diventandone uno dei 16 consiglieri togati. Appena una settimana fa, il Tar del Lazio ha però "bacchettato" il Csm, accogliendo il ricorso di Carlo Fucci, sostituto procuratore di Santa Maria Capua Vetere, candidatosi invece come indipendente e risultato primo tra i non eletti. Il Tar ha giudicato non valida la delibera "ad personam" del Csm, stabilendo che Borraccetti debba lasciare il suo scranno a Fucci. E finalmente andare in pensione.
Ma il Csm ha deciso di ricorrere al Consiglio di Stato.
Qui la storia completa della legge "ad usum" Borraccetti: http://fbechis.blogspot.com/2010/01/il-csm-si-fa-la-legge-ad-personam-per.html

1 commento:

  1. Storia esemplare!!!
    E anche per questo ha fatto bene Berlusconi a dire: "I giudici? comunisti ma non coglioni (e cioè furbi. Così ha detto, o qualcosa del genere).
    Berlusconi quella frase deve averla detta a margine di un certo convegno, fuori onda, ma è stata recepita da qualcuno, che l'ha poi riportata ai due faziosi conduttori della Zanzara, programma serale di Radio24. I due hanno citato la frase durante il programma di qualche sera fa, ricamandoci poi sopra.
    Il programma è talmente fazioso che la sera prima i due sono stati aspramente bacchettati dall'on.Scilipoti, probabilmente stufo di sentirsi denigrare dai due baldanzosi conduttori, Cruciani e Parenzo.

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