Ogni anno, invece, questa data diventa l'occasione per dare in pasto la tragedia vissuta da tutti gli italiani dopo l'illusione collettiva, ai violenti che si nutrono di odio, agli ignoranti privi di spirito critico che seguono i cattivi maestri, ai supporter delle due fazioni perennemente in lotta per la supremazia, a chi alimenta le menzogne per tornaconto personale o di parte politica.
Evidentemente il Paese non è ancora libero dai fantasmi del passato e non sa intraprendere la strada della memoria con il giusto equilibrio, rendendo onore ai morti caduti da una parte e dall'altra, riconoscendo a quella guerra civile i contorni di un evento fatalmente deflagrante dopo l'8 Settembre, per la defezione e la viltà di chi in quel momento decisivo per le sorti del Paese non ha saputo govenarlo. Difficile distinguere vittime e carnefici quando si lotta per la vita o quando non tornano i conti con la morte.
Agli americani e al loro sacrificio, ai partigiani e al loro coraggio, ai repubblichini e alla loro incoscienza giovanile, dobbiamo rispetto e pietà, tutti noi che viviamo nel benessere e nella libertà e non dobbiamo compiere scelte così disperate. Agli altri, a quelli che si sono macchiati, nell'ombra e nel caos, di terribili colpe personali e hanno dato sfogo in quella tragedia alle loro pulsioni beluine, non dobbiamo null'altro che l'oblio. Recriminare non serve.
Perciò, nell'ennesima giornata celebrativa funestata dai soliti violenti di professione, chiediamo che questa data sia rinchiusa nelle pagine dei libri, e che la pianta dell'odio sia lasciata appassire con tutte le sue radici guaste e pericolosamente ramificate. Il 17 marzo, festa dell'Unità appena istituita, diventi la nuova data della riconciliazione e della speranza.
Margherita Genovese
Pienamente d'accordo: 25 Aprile, una data da restituire alla Storia; specialmente dopo aver letto il capitolo di storia che hanno tenuto in ombra finora: vedere il seguente post di Giovanni.
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