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domenica 20 febbraio 2011

Contraddizioni tutte Italiane.

Gentile Direttore, vorrei esprimere la mia disapprovazione su quanto organizzato in questi giorni a Roma in concomitanza dei festeggiamenti dei 150 anni Italiani.
Tra le celebra­zioni dei 150 anni dell’Unità d’Ita­lia qualcuno è riuscito a infilare la nascita del Partito Comunista Italiano, allestendo a Roma una mostra che si chiude doma­ni. L’alibi forzoso è che quest’anno ca­dono i 90 anni della sua fondazione. Ma è assurdo che tra tutti i partiti Italiani l’unico che abbia avuto un suo spazio nelle celebrazioni patriottiche sia proprio il partito che per quasi tutta la sua storia ha tifato - in politica, econo­mia, corsa alle armi e allo spazio e perfi­no nello sport - per l’Unione Sovietica e l’internazionale comunista, contro l’Ita­lia, l’Europa e l’Occidente. E che abbia considerato l’amor patrio un brutto vi­zio nazionalista e fascista. Le bandiere rosse coprivano i tricolori, perché «i pro­letari non hanno patria» e i compagni sovietici erano più fratelli dei connazio­nali non comunisti. Ma tutto sommato erano meglio gli allora compagni, dei loro eredi di oggi in questa sinistra setta­ria, giudiziaria e giacobina, ricca solo delle sue cooperative rosse nel miglior stile capitalista.

Raffaele Varricchio

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