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sabato 16 luglio 2011

Intervista esclusiva alla D'addario, "usata contro Silvio"

Mi hanno obbligata a parlare per ricattare Silvio Berlusconi". La rivelazione-boom è di Patrizia D'Addario, la donna che nell'estate del 2009 fece esplodere il sexy-gate pugliese. Una brutta storia, mai chiarita del tutto, che la D'Addario vuole riscrivere. Intervistata in esclusiva dall'inviata di Libero Cristiana Lodi, chiede in lacrime di poter andare in tv, in diretta, per spiegare la sua versione e chiedere in qualche modo scusa al premier.


Complotto contro Berlusconi - Al centro di tutto la notte trascorsa insieme con lui a Palazzo Grazioli, sul lettone di Putin, il  4 novembre 2008. Non nega la notte di sesso col presidente, Patrizia, ma vuole smascherare chi a suo dire l'avrebbe obbligata a compiere azioni che non avrebbe mai voluto compiere. E perfino a rivelare i dettagli  sulle due cene e "il" dopocena a Palazzo Grazioli, tutto col preciso scopo di cancellare Silvio Berlusconi dalla vita politica. Un disegno studiato a tavolino dai suoi nemici, stando al racconto di lei. "Sono stata usata dai nemici di Berlusconi, a mia insaputa ovviamente. Si sono serviti di me. Strumentalizzata e poi gettata via. Ma adesso è venuto il momento di parlare - ha detto alla Lodi -. Avevo quelle registrazioni sulle serate passate a Roma, e questo a Bari lo sapevano in tanti. Ma l'idea di rendere pubblici i miei due incontri con il primo ministro italiano e di consegnare i nastri  ai magistrati, non è stata mia. Non l'ho mai nemmeno pensato e non lo avrei fatto se non mi avessero messo paura. Tentai di ribellarmi, ma fu inutile. Mi convinsero buttandomi addosso il terrore.  Mi sentivo confusa, non capivo niente e impaurita seguivo consigli sbagliati". Di chi la colpa di tutto? "Fu il mio avvocato, Maria Pia Vigilante, a dire che dovevo consegnare quel materiale  per difendere la mia vita. Sosteneva  che dovevo farlo per proteggere mia madre e mia figlia".

La smentita del legale - In una nota, l'avvocato Vigilante smentisce le affermazioni della D'Addario: "come peraltro dichiarato da lei stessa in più occasioni, la scelta di rendere pubblica la vicenda fu sua ed io mi sono limitata ad assisterla, come era mio dovere professionale". "Pur dispiacendomi per la sua vita attraversata da brutti episodi - afferma il legale - è evidente che il comportamento della signora D'Addario mi obbliga, come le ho già comunicato telefonicamente, ad assumere ogni conseguenza sul piano del rapporto professionale, essendo venuto meno il rapporto fiduciario".

Le reazioni - Come prevedibile, l'intervista ha fatto il giro del web e provocato reazioni da parte di tutto il mondo politico. "Se quello che racconta Patrizia D'Addario è vero - commenta il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto - è allora evidente che c'è stata una macchinazione intorno a Berlusconi. Quello che viene raccontato oggi suLibero è molto inquietante. D'altra parte D'Alema,che notoriamente gode di grandi capacità divinatorie parlò in anticipo di 'scossa'". Per il vicecapogruppo vicario del Pdl al Senato Gaetano Quagliariello, invece, "nel caso in cui il racconto di oggi si rivelasse veritiero, ci chiediamo se il quadro allucinante che ne emerge non abbia nulla a che fare con l'attivismo epistolare di un ex pm barese, e con una stagione di corvi, veleni e dossier anonimi di cui forse ora il Csm potrà occuparsi sotto una luce diversa e con una visuale più completa". Tutti, secondo Quagliariello, dovrebbero prendere coscienza "di quanto sia pericolosa per la democrazia l'esistenza di un circuito mediatico-giudiziario che si spinge fino a tramare per far fuori il capo del governo". 



da Il Giornale

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